Arte e musica. Intervista al duo pop-classico LEYA

Un ritratto del duo di avanguardia sperimentale pop-classica LEYA, formato dall’arpista Marilu Donovan e dal violinista Adam Markiewicz, che coniuga antichità e modernità

LEYA è il duo con base a New York formato dall’arpista Marilu Donovan (Houston) e dal violinista Adam Markiewicz(Boston). Con studi classici e jazz, per poi interessarsi al noise rock, il duo intraprende un insolito percorso all’interno della scena avant-guarde americana. 
Tra le influenze vengono citati il compositore e poeta francese del XIV secolo Guillaume de Machaut, l’arpista americana Susan Allen e la band di Lou Reed, The Velvet Underground. Con l’album di debutto The Fool (2018), il duo si impone subito con un suono originale che coniuga antichità e modernità grazie non solo al modo in cui gli strumenti sono utilizzati – un processo di decostruzione dai canoni tradizionali – ma anche ad una stratificazione di voci inquietanti e melanconiche al contempo. Accordature specifiche e diverse, le doppie voci usate quasi come un terzo strumento, suoni che passano dalla bellezza della composizione orchestrale all’apparente imperfezione, strutture semplici e scarne più vicine al pop che alla musica classica, creano vortici di discrepanze ossessionanti dove abbandonarsi. Il risultato è vicino alla musica ambient, ma con partiture capaci di fluttuare tra atmosfere vicine a canti medievali e ballate folk moderne, e quelle tipicamente classiche che trascinano in uno stato trascendentale. Un mix insolito, sottilmente potente, tra performance neoclassica ed esplorazione post-minimalista, colta e austera, ma anche estremamente contemporanea e pop, tanto da essere scelti per la realizzazione della colonna sonora del film pornografico I Love You, esclusiva di PornHub, diretto dalla rapper statunitense Brooke Candy, con un’estetica che la regista dichiara ispirata all’artista Matthew Barney
Nel 2020 l’album Flood Dream, descritto come “un decadente banchetto dei sensi”, conferma una originalissima capacità espressiva che varca i confini delle diverse discipline, tra ornamenti barocchi, confusioni dissonanti, arpeggi apparentemente stonati e linee vocali dense di passione, per un approccio viscerale, commovente e spettrale. Nel 2022 viene pubblicato Eyeline, un mixtape che include numerose collaborazioni soprattutto vocali, confermando un approccio sperimentale DIY vicino al punk, con cui si sono esibiti in ogni genere di ambiente, da quello cameristico al rave party, accanto a veri e propri lunghi tour negli Stati Uniti, in Europa e Regno Unito, sino all’ultimo tra maggio e giugno 2023 che li ha visti presenti anche in Italia. Tra collaborazioni, accanto a diverse colonne sonore realizzate per il campo della moda, della danza e installazioni visive, ricordiamo gli EP Angel Lust (2019), cofirmato con Eartheater, musicista dell’underground sperimentale americano moderno, e Antigone (2020), pubblicato con l’artista black metal newyorkese transgender Liturgy, e i remix di Drew McDowall, musicista scozzese membro delle celebri band sperimentali britanniche Coil e Psychic TV, e Christina Vantzou, compositrice ambient e regista di origine greca. Meritano attenzione anche alcuni video utilizzati per il lancio dei loro singoli, veri e propri film sperimentali con un’estetica ricercata a tratti lynchiana (INTP della regista Kathleen Dycalco).  

Duo LEYA. Photo Jane Chardiet
Duo LEYA. Photo Jane Chardiet

Intervista a Leya

La tua definizione di arte.
L’arte è tutto ciò che si vuole che sia, credo.

La tua definizione di musica. 
Anche la musica è tutto ciò che si vuole che sia.

Ti definisci un “artista”? 
Diciamo di essere “musicisti”.

L’opera di arte visiva che più ami. 
Non facciamo preferenze, ma la Giuditta e Oloferne di Caravaggio sarebbe una buona espressione mainstream della situazione in cui ci troviamo entrambi di tanto in tanto. Forse non ne sappiamo molto di arte? 

La canzone che più ami.
Non abbiamo preferenze musicali, ma entrambi amiamo la canzone Kiss Kiss and Rhinestones degli HTRK. Adoriamo anche Barre Baby di Big Moe. Abbiamo ascoltato entrambe le canzoni molto spesso. È meglio cavalcare un sentimento, se possibile.



I tuoi recenti progetti.
Il nostro ultimo progetto come LEYA è stato il mixtape, ma ci sono molte cose grandi e piccole in ballo. Stiamo entrando in un’altra modalità di ibernazione dalla scrittura, dopo una sorta di lungo periodo di tournée e presto ci sarà molto altro da dire.

Un ricordo della tua vita. 
Una volta stavamo suonando un concerto noise in uno scantinato in un posto che non verrà mai nominato. Abbiamo accidentalmente insultato qualcuno per aver montato una cosa molto semplice e poi lui è andato ad aggredire qualcuno in prima fila, subito dopo che abbiamo iniziato a suonare. La band con cui eravamo in tour ha cercato di intervenire per difendere la persona aggredita, ma si è scoperto che la situazione era complicata a livello locale. C’è un video online!

Samantha Stella

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Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

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