Nave: l’installazione ipnotica con la musica di Brian Eno
L'installazione "Nave", ospitata alla Galerie Rudolfinum di Praga, firmata da Jiří Příhoda e accompagnata dalla musica di Brian Eno, è rimasta aperta anche durante la notte. Il video
Si chiama “Nave” la grande installazione progettata dal designer Jiří Příhoda e con la musica di Brian Eno. In mostra alla Galerie Rudolfinum di Praga dal 20 luglio al 24 settembre scorso, in alcune date evento, l’opera ha accolto il pubblico anche durante la notte.
Nave, l’installazione sonora di Jiří Příhoda e Brian Eno
Il duo Příhoda-Eno ha già collaborato in passato e torna ora insieme per l’installazione Nave. Si tratta di un grande parallelepipedo bianco che si staglia al centro della sala, occupandone quasi l’intero spazio, per aprirsi verso l’alto: la figura appare così slanciata e sembra fluttuare nell’aria.
Dall’interno proviene una forte luce e le note composte appositamente da Brian Eno che ha così commentato l’opera: “Mi piace l’aspetto spettrale del tessuto utilizzato e la sensazione di silenzio che trasmette il vasto spazio. Voglio offrire musica che sembri aumentare quel silenzio e quell’immobilità”.
Suoni sottili, a volte delicati, altre inquietanti, avvolgono dunque gli spettatori, calamitandoli attorno alla struttura che appare così quasi un tempio. Il titolo “Nave” suggerisce infatti un mezzo attraverso il quale raggiungere una dimensione altra, attraverso la meditazione stimolata dalla penombra e dai suoni, per raggiungere uno stato di trans ipnotico.
La notte al cospetto dell’installazione
La Galerie Rudolfinum ha voluto esaltare l’effetto introspettivo dell’opera consentendo al pubblico di trascorrere la notte attorno a Nave. Solo per alcuni giorni infatti è stato possibile prenotare una visita in notturna, dal titolo Night with Brian, portando con sé anche un sacco a pelo, cuscini o coperte.
Le persone sono così divenuta parte integrante dell’installazione: come si può vedere nel video, c’è chi si è lasciato completamente andare ad un sonno profondo e chi ha voluto sfruttare il momento per vere e proprie sedute di meditazione. Tutti appaiono comunque come drogati, anestetizzati dalle note emanate dall’opera, che hanno potuto vivere un’esperienza di pace e silenzio.
Roberta Pisa
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