In memoria dei musicisti The Soft Moon e Silent Servant
I due musicisti sono stati trovati senza vita in un appartamento di Los Angeles. Ne ripercorriamo le carriere per ricordare due importanti nomi rispettivamente della scena techno e post-punk
Lo scorso 19 gennaio i corpi di John Juan Mendez (in arte Silent Servant), della moglie Simone Ling, e di Luis Vasquez (meglio noto come The Soft Moon) sono stati ritrovati senza vita in un appartamento di Los Angeles. Una notizia tragica e inaspettata che in un colpo solo ci ha portato via due importanti producer contemporanei conosciuti soprattutto per il loro approccio intimista e introspettivo al fare musica. Benché ancora avvolta dal mistero, la causa della scomparsa sembra essere riconducibile all’utilizzo del Fentanyl, un forte oppioide sintetico i cui metodi di somministrazione negli Stati Uniti sono diventati una vera e propria piaga per il Paese.
Chi era Silent Servant
Nato in Sud America ma trasferitosi successivamente a Los Angeles, John Juan Mendez (1977 – 2024) ha iniziato a muovere i primi passi come DJ da giovanissimo per poi entrare in contatto, nel 1999, con l’iconico produttore techno irlandese Regis, pseudonimo di Karl O’Connor. Grazie al rapporto di amicizia instauratosi con quest’ultimo, nei primi anni Duemila Silent Servant diviene ufficialmente parte dello storico progetto/collettivo Sandwell District per il quale veste anche il ruolo di art director. Nel 2013, ovvero due anni dopo il termine di questa esperienza, il DJ fonda insieme a O’Connor e a James Ruskin la Jealous God, un’etichetta che lo consacra definitivamente come punto di riferimento della scena techno underground internazionale. Caratterizzata da un sound tanto freddo e minimale quanto avvolgente e oscuro, la ricerca di Silent Servant lo ha portato a confrontarsi con diverse realtà leggendarie europee come il Berghain e il Tresor di Berlino e, a Venezia, Spazio Aereo (per il quale nel 2013 si è esibito come ospite invitato a una tre giorni di opening insieme a Vatican Shadow e Nico Vascellari). Autore dalla discografia sterminata, Mendez aveva recentemente pubblicato il suo ultimo EP – dall’infausto titolo, In memoriam –, uscito il 24 novembre del 2023 per Tresor Records.
L’addio a The Soft Moon
Seppure tecnicamente diversi, Silent Servant e The Soft Moon avevano moltissimo in comune, in primis la capacità di sublimare le rispettive inquietudini e sofferenze in una musica dal sapore dark che guardava molto al passato per parlarci del presente. Particolarmente influenzato da tutta una serie di generi che dal post punk e la new wavearrivano fino all’industrial, lo stile del polistrumentista Louis Vasquez (1979 – 2024) lo ha portato a farsi conoscere in tutto il mondo già dall’eponimo e brillante esordio del 2010. Raffinato alchimista sonoro – capace di fondere tra loro l’eredità musicale di band come i Depeche Mode, Nine Inch Nails o Fixmer & McCarthy –, The Soft Moon ha saputo alzare sempre più la propria asticella consegnandoci degli album particolarmente carichi di un forte impatto emotivo come l’emblematico Deeper del 2015 (concepito e scritto durante un lungo soggiorno a Venezia) o l’ultimo Exister, pubblicato da Sacred Bones Records nel 2022.
“È con grande tristezza” – si legge sui suoi canali social – “che annunciamo la scomparsa del nostro caro amico Luis Vasquez. I nostri cuori e pensieri sono con la sua famiglia, i suoi amici e la sua famiglia musicale allargata. Chiediamo di rispettare la loro privacy in questo momento difficile. Se hai un ricordo di Luis, non importa se eri un suo caro amico o no, sentiti libero di condividere. Questa è una perdita enorme e i nostri cuori sono spezzati”.
Il vuoto collettivo che accomuna Silent Servant e The Soft Moon
Quello che adesso ci resta da cogliere da questa vicenda così destabilizzante è un profondo senso di vuoto, probabilmente quello stesso vuoto che entrambi i musicisti hanno provato a riempire con la propria arte. Perché forse proprio per questo, in ultima analisi, ha senso la produzione artistica: per aiutare chiunque, lo stesso autore in primo luogo e il relativo pubblico in secondo, a condividere quell’intramontabile insoddisfazione esistenziale nell’ottica di sentirci tutti un po’ meno soli.
Valerio Veneruso
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