Donato Sansone firma i videoclip di Subsonica e C’Mon Tigre
L’eclettico Donato Sansone sforna due nuovi videoclip in grado sia di affermare uno stile personalissimo, che di ibridarlo con le Intelligenze Artificiali
Donato Sansone non riesce proprio a starsene fermo con le mani in mano: a dimostrarlo non sono solo i brevi video sperimentali che pubblica frequentemente sui propri social, ma soprattutto i suoi ultimi progetti legati al mondo della musica.
Di cosa stiamo parlando? Della recente regia di ben due videoclip per i nuovi singoli dei C’mon Tigre, e dei Subsonica.
Il ritorno dei Subsonica
A distanza di quattro anni dal precedente Mentale strumentale, i Subsonica sono infatti tornati alla ribalta con un nuovo lavoro discografico, Realtà aumentata: il loro decimo in una carriera artistica quasi trentennale.
Pubblicato lo scorso 12 gennaio, l’album è già stato anticipato dai brani Pugno di sabbia, Adagio – premiato per la colonna sonora dell’omonimo film di Stefano Sollima con il Soundtrack Stars Awards all’80° Mostra del Cinema di Venezia –, e Un mattino di luce, rispettivamente usciti il 20 ottobre, il 1° e il 29 dicembre del 2023.
Carica di riferimenti alla trasformazione in senso lato, quest’ultima traccia non poteva che affidarsi alla versatilità di Sansone (amico affezionato della band torinese che in passato, per loro, ha già diretto altri tre videoclip) per trovare una sua identità visiva.
Il nuovo video dei Subsonica firmato Donato Sansone
Ambientato in uno spazio asettico, il video concepito per Un mattino di luce vede i cinque musicisti – vestiti di bianco –, suonare all’interno di uno luogo senza coordinate spaziali, che metaforicamente si allinea al bianco dei vestiti che indossano. A catturare la loro attenzione è un insolito corpo femminile rannicchiato per terra. Intervallata da sequenze animate estemporanee, la protagonista di questa storia insolita subisce una vera e propria metamorfosi che porterà a un’evoluzione fisiologica.
Nell’ottica di evidenziare quel senso di tumulto e di cambiamento insito nella canzone stessa, il videoclip si avvale anche di applicazioni AI come Runway Gen-2 e Stable Diffusion che sono state utilizzate in fase di postproduzione.
L’ultimo singolo dei C’Mon Tigre con Giovanni Truppi
L’animazione è al centro anche di Sento un morso dolce, il videoclip prodotto da Donato Sansone per un altro gruppo nostrano, i C’mon Tigre.
Ultimo dei tre singoli estratti dal loro nuovo disco Habitat, il brano chiama all’appello il cantautore Giovanni Truppi per raccontare un sogno frenetico il cui filo conduttore è, ancora una volta, il mutamento. Supportato da ritmi calzanti in puro stile C’mon Tigre, il video presenta illustrazioni scarabocchiate che si sovrappongono tra di loro per rappresentare visivamente tutte le
atmosfere confuse e cangianti proprie del delirio onirico narrato.
La forte sinergia che si viene a creare tra la musica e le immagini non è però un caso dal momento che Sansone e il collettivo sperimentale avevano già lavorato spalla a spalla per il singolo Twist Into Any Shape aggiudicandosi perfino il Best Music Video Award al London International Animation Festival, nel 2022.
Tornando al disco, tra le varie collaborazioni presenti in Habitat quella di Truppi non è però l’unica a brillare. All’interno dell’album spiccano infatti i contributi della songwriter brasiliana Xênia França, di Seun Kuti (figlio del pioniere dell’afrobeat Fela Kuti), di Valeria Sturba, e del geniale Arto Lindsay.
Le parole del regista Donato Sansone
“Sento un morso dolce è un videoclip istintivo e gestuale, un lavoro che mi ha divertito molto e che mi ha portato a risentire delle cose che non sentivo da un po’”, commenta così il regista Donato Sansone.
“Il pezzo, straordinariamente bello e visivo, mi ha accompagnato durante questo piccolo viaggio immaginifico dove sull’onda dei versi recitati schizzavo e disegnavo molto rapidamente le immagini evocate. È stato un approccio giocoso quello della realizzazione del video, che mi ha fatto ritornare bambino e ha rinnovato in me il gusto della creatività libera”.
Valerio Veneruso
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