Il nuovo direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano ha 28 anni. Intervista a Emmanuel Tjeknavorian
Una formazione d'eccellenza, una visione ampia e lungimirante, una considerazione della musica che sfiora la spiritualità: il nuovo direttore sembra avere le carte in regola per spingere l'orchestra “dei milanesi” nella modernità
Il nuovo direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano è un violinista di 28 anni. Emmanuel Tjeknavorian, viennese di origine armena, è la persona più giovane mai arrivata a guidare la formazione d’eccellenza. Nominato con decisione unanime del Consiglio d’Amministrazione della Sinfonica, Tjeknavorian nasce come solista (a soli 20 anni ha vinto il premio Sibelius) e guiderà la formazione di Largo Mahler per i prossimi tre anni. Esibendosi anche nel concerto più importante dell’anno, quello della Filarmonica della Scala in Duomo (dove sarà sul palco con Riccardo Chailly). In attesa del debutto del 16 febbraio, abbiamo chiesto al maestro di raccontarci la sua storia, ma anche programmi e progetti per la Sinfonica.
L’intervista a Emmanuel Tjeknavorian, neodirettore dell’Orchestra Sinfonica di Milano
La musica e la regia sono radicate nella storia della sua famiglia: quanto profondamente la sua educazione ha influenzato il suo percorso professionale e la sua passione?
La musica e la direzione d’orchestra scorrono profondamente nelle vene del patrimonio della mia famiglia, tessendo un ricco arazzo di tradizione ed espressione artistica. Fin da una giovane età sono stato avvolto in un mondo che vede la musica come un linguaggio di emozioni e connessioni. La mia educazione è stata il terreno fertile da cui sono sbocciate la mia carriera e la mia passione per la direzione d’orchestra, instillando in me un profondo apprezzamento per il potere trasformativo della musica.
Dirigere è stato un suo sogno? La nomina era qualcosa che si aspettava?
Dirigere d’orchestra è sempre stato più di una semplice aspirazione; è il culmine di un lungo viaggio alimentato da una dedizione incessante e da una passione incrollabile. Sebbene la nomina possa essere stata un onore inaspettato, è servita come testimonianza delle innumerevoli ore trascorse ad affinare la mia arte. Ad ogni passo del percorso, ho abbracciato le sfide che hanno aperto la strada a questa straordinaria opportunità.
La sua esperienza come musicista ha avuto un impatto importante sulla sua visione dell’orchestra come qualcosa di più di una semplice somma dei suoi membri?
Il mio percorso come musicista ha innegabilmente plasmato la mia percezione dell’orchestra come un’entità maggiore della somma delle sue singole parti. Attraverso innumerevoli esibizioni e collaborazioni, sono stato testimone in prima persona dell’alchimia che si verifica quando musicisti di talento si uniscono sotto una visione condivisa, trascendendo la genialità individuale per creare qualcosa di veramente straordinario. L’orchestra, per me, rappresenta una convergenza armoniosa di voci diverse, ciascuna delle quali contribuisce a una narrazione collettiva che parla alla profondità dell’esperienza umana.
Qual è l’orientamento che intendi imprimere all’Orchestra Sinfonica di Milano?
Mentre mi imbarco in questo nuovo capitolo con l’Orchestra Sinfonica di Milano, la mia intenzione è quella di infondere nelle nostre esibizioni un senso di vitalità, innovazione e integrità artistica. Aspiro a coltivare un repertorio che rifletta il ricco arazzo del patrimonio musicale abbracciando al tempo stesso le infinite possibilità dell’espressione contemporanea. Attraverso una meticolosa attenzione ai dettagli e una dedizione incrollabile all’eccellenza, miro a elevare la nostra orchestra a nuovi livelli di abilità artistica e significato culturale.
Come intende attirare un pubblico giovane e diversificato durante tutta la stagione?
Attirare un pubblico eterogeneo e giovane non è solo un obiettivo ma un imperativo fondamentale per l’Orchestra Sinfonica di Milano. Attraverso la programmazione strategica, iniziative di sensibilizzazione della comunità e strategie di marketing innovative, ci sforziamo di abbattere le barriere e rendere la musica orchestrale accessibile al pubblico di tutte le età e background. Promuovendo connessioni significative e creando esperienze concertistiche coinvolgenti, miriamo a coltivare una comunità musicale vivace e inclusiva che risuoni con il pubblico in lungo e in largo.
Quanto personale e coinvolgente pensa che la musica sinfonica possa aspirare ad essere considerata dal pubblico?
La musica orchestrale possiede una capacità unica di coinvolgere e affascinare il pubblico a un livello profondamente personale e coinvolgente. Al di là della semplice stimolazione uditiva, funge da canale per l’espressione emotiva, l’esplorazione intellettuale e la trascendenza spirituale. Abbracciando il potere intrinseco e l’universalità della musica orchestrale, possiamo aspirare a elevarla da una forma passiva di intrattenimento a un’esperienza trasformativa e coinvolgente che parla dell’essenza stessa di ciò che significa essere umani.
Direbbe che la musica è la (sua) vita?
La musica non è semplicemente una professione o una vocazione; è l’essenza stessa del mio essere. Permea ogni aspetto della mia esistenza, infondendo ogni momento con bellezza, significato e scopo. Per me, la musica non è solo una parte della vita: è la vita stessa, una compagna sempre presente nel viaggio alla scoperta di sé e all’espressione creativa.
Giulia Giaume
https://sinfonicadimilano.org/
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