Arte e musica. Intervista al collettivo italiano d’avanguardia tellKujira
Il ritratto dell’ensemble sperimentale e di avanguardia italiano tellKujira, nato in Italia come quartetto di avanguardia, apolide e ipnotico
tellKujira è un collettivo italiano nato nel 2020 che si definisce un “quartetto d’avanguardia, stilisticamente apolide, a tratti ipnotico”. Formato da Ambra Chiara Michelangeli (viola/fx, tra le collaborazioni Teho Teardo), Stefano Calderano (chitarra/fx, McCorman trio), Francesco Diodati (chitarra/fx, uno degli esponenti di punta della nuova scena jazz) e Francesco Guerri (cello, collaborazioni anche in ambito teatrale, inclusi Chiara Guidi/Societas), si presenta come una sorta di quartetto da camera imperfetto, ovvero due chitarre elettriche al posto dei violini, il tutto condito da effettistica elettronica. Il curioso nome scelto per questa creatura, che ha la volontà di avere un’identità propria forte e personale pur nel suo continuo mutare compositivo spinto da continua ricerca, è un misto di inglese e giapponese, nato dalla suggestione del telefono del vento, una cabina bianca con all’interno un vecchio telefono nero senza alcuna linea, sito in un giardino ai piedi del Kujira Yama (Monte della Balena), vicino a Fukushima.
Il sound di tellKujira
Un luogo reale, dove ogni anno confluiscono numerosi visitatori, dove poter parlare con i propri cari defunti, o semplicemente liberare le proprie emozioni. Il sound versatile di tellKujira, nato da lunghe sessioni di improvvisazione, è un incontro tra musica contemporanea e free jazz, capace di ricondurre in paesaggi ora neoclassici, eleganti e romantici, ora post-rock, rumoristici e stridenti, ora più vicini ad un’elettronica ambient, al contempo celebrali, decostruiti, spogliati. Nella decostruzione di ogni tipo di linguaggio, una sorta di frammentazione degli elementi, di matrice avanguardistica, apre ad una forte libertà all’interno del rigore compositivo. Accanto ad una serie di residente artistiche, inclusa Area Sismica a Forlì, una delle più importanti realtà europee di musica d’avanguardia, e la prestigiosa IRCAM a Parigi supportata da Creative Europe, il gruppo si è esibito in vari festival italiani ed europei, tra cui Moers Festival con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Colonia, Umbria Jazz, Torino Jazz Festival, e s(Nodi) presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna. Nel novembre 2023 è stato pubblicato l’album omonimo per Superpang Records, coprodotto da Area Sismica e da Emilia-Romagna Music Commission, che ha colpito all’unanimità la critica per la grande maturità e la vastità di visioni raggiunte.
Intervista ai tellKujira
La vostra definizione di arte.
Arte è urgenza espressiva, un movimento che parte dall’interno e diventa un rapporto rischioso con l’Altro su di un piano massimamente umano: vago e misterioso.
La vostra definizione di musica.
Musica è silenzio, movimento e suono.
Vi definite “artisti”?
Per un falso rispetto dei ruoli preferiamo lasciarlo dire agli altri.
L’opera di arte visiva che più amate.
Una non sapremmo dire, sicuramente però la mostra di Rothko alla fondazione Louis Vuitton a Parigi, vista questo novembre, è stata di grande ispirazione.
La canzone che più amate.
Anche qui una non è possibile: Change is Everything di Son Lux, Mote di Sonic Youth, The Garden di PJ Harvey e The Rip di Portishead.
I vostri recenti progetti.
A novembre si è aperta una bella collaborazione con Marco Fiorini all’IRCAM di Parigi che sarà la base per il prossimo disco. C’è, inoltre, in cantiere anche un tellKujira in versione tutta acustica che stiamo rodando live e che andremo a registrare nei prossimi mesi.
Un ricordo della vostra vita.
La nostra prima prova, il momento in cui ci siamo conosciuti, una suonata di 15 minuti, tutta improvvisata, un colpo di fulmine.
Samantha Stella
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