La Biennale Musica di Venezia 2024 sarà dedicata all’Absolut Music. Tra techno e jazz
Musica assoluta e tutte le declinazioni dell’elettronica e del jazz sono al centro dell’edizione di quest’anno, curata dalla compositrice Lucia Ronchetti. Con dieci sezioni e collaborazioni con i festival di Berlino e Linz
L’anno scorso sono stati in oltre 19mila, soprattutto giovanissimi, a seguire la Biennale Musica di Venezia, che aveva introdotto per la prima volta i dj set nel proprio programma: per premiarli, quest’anno ci saranno due fotografi in residenza a immortalarli, anche nel backstage. Perché l’elettronica, o meglio tutte le sue declinazioni, non mancherà anche nel 68. Festival Internazionale di Musica Contemporanea – dal 26 settembre all’11 ottobre 2024 – in diversi luoghi storici di Venezia, dall’Arsenale al Teatro La Fenice fino alle chiese della città, con l’aggiunta della terraferma di Marghera e Mestre, dedicato alla Musica Assoluta, ovvero “musica fine a se stessa, senza riferimenti ad aspetti visivi, teatrali e drammaturgici”, ha dichiarato la direttrice di Biennale Musica, la compositrice Lucia Ronchetti, durante la conferenza stampa di presentazione del programma, congiunta con i direttori della Biennale Teatro e Danza. S’intitola, infatti, Absolut Music perché mette al centro dell’attenzione “il linguaggio fatto di pure forme sonore che si evolvono nel tempo”, attraverso i grandi protagonisti delle scene elettroniche attuali, come il compositore irlandese di matrice techno Sam Barker e Tim Hecker, e del jazz di ricerca, e collaborazioni con importanti festival come il berlinese CTM e Ars Electronica di Linz.
Le dieci sezioni della Biennale Musica di Venezia 2024
Il festival si articolerà in dieci sezioni. Polyphonies si apre al Teatro La Fenice con i concerti dei due Leoni d’Oro e d’Argento e “presenta complesse composizioni per orchestra, con solisti e trattamento elettronico”. Assolo è una sezione “incentrata su raffinate e virtuosistiche composizioni strumentali”, attraverso meditazioni su pezzi pianistici esistenti o la scoperta di suoni segreti nella viola grazie all’elettronica. Poi c’è il cuore della Biennale: Listening/Hearing che vede l’esibizione del suono in uno spazio dell’Arsenale attraverso la sua diffusione curata dal compositore e sound engineer francese Thierry Coduys. Il suono distruttivo sarà, invece, al centro della sezione Sound Structures che coinvolge tutto il corpo e dove il pubblico è invitato a muoversi tra i percussionisti. Poi c’è Absolute Jazz che presenta quattro solisti di diversa provenienza culturale, Counterpoints che presenta elaborati meccanismi contrappuntistici presenti nell’ambito della scrittura attuale, e la sezione meditativa Pure Voices che dimostra come le voci corali, decontestualizzate da un testo, possano creare musica assoluta: per il concerto finale del 10 ottobre nella Basilica di San Marco, il Coro della Cappella Marciana diretta da Marco Gemmani eseguirà lo Stabat della compositrice svedese Lisa Streich accanto allo Stabat Mater di Pierluigi da Palestrina e allo Stabat Mater di Giovanni Croce. Infine, Musica Reservata, dove la musica riflette su stessa alla Biblioteca Marciana – Salone Sansoviniano – e in cui eccezionalmente il pubblico potrà accedere dallo scalone monumentale di solito chiuso.
Solo Electronics e Biennale College 2024
La sezione più strettamente elettronica sarà Solo Electronics che “comprende tre concerti che si svolgeranno nel Padiglione 30 di Forte Marghera con pubblico in piedi e libero di muoversi con rinomati protagonisti dell’elettronica sperimentale e tecnologie sofisticate”. Il primo concerto prevede esibizioni live di Sam Barker, il compositore irlandese che ha ampliato i confini della ricerca ritmica di matrice techno, la performance di Tim Hecker, influente sound artist canadese della ricerca elettronica pura, e si conclude con l’articolato e virtuoso dj-set della giovane tedesca di origine mozambicana Cecilia Tosh. Ancora, la performance di Richard Devine, producer di Atalanta, Pan Daijing, musicista e artista cinese di stanza a Berlino, e Søs Gunver Ryberg, artista danese: un concerto che rinnova la collaborazione con il festival CTM di Berlino. infine il dj palestinese Muqata’a e l’artista e musicista ungherese Zsolt Sörés/Ahad con due nuovi lavori (commissione della DAAD di Berlino) che evidenziano le caratteristiche linguistiche delle due grandi tradizioni musicali, rielaborate, e il producer sudafricano Robert Machiri. L’ambiente del padiglione sarà ideato dalla light designer tedesca Theresa Baumgartner, artista in residenza per la Biennale Musica 2024. Come sempre ci sarà spazio per il progetto della Biennale College Musica 2024, strettamente integrato nel Festival: gli undici giovani musicisti under 30 selezionati su 408 candidature arrivate da 58 Paesi, sono stati e saranno in residenza a Venezia in tre fasi di due settimane lavorando insieme ai tutor per preparare interventi compositivi ed esecutivi nell’ambito del festival.
Claudia Giraud
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