Arte e musica. Intervista alla compositrice tedesca dark ambient Corecass
Il ritratto della polistrumentista e compositrice tedesca dark ambient Corecass. Il suo lavoro si muove disinvolto tra musica, arti visive e cinema, anche in collaborazione con la sorella artista Barbara Lüdde
Corecass (Weimar, 1983) è il progetto solista della polistrumentista, compositrice e regista sperimentale tedesca Elinor Lüdde. L’album VOID, pubblicato nel 2020 per l’etichetta Golden Antenna, racchiude e amplia uno stile personalissimo che si intuiva già nel primo EP Sacer del 2014: un approccio che va oltre le convenzioni, capace di fondere le atmosfere neoromantiche dell’arpa con l’austerità neoclassica dell’organo da chiesa, ai suoni elettronici di sintetizzatori e ancora ai riff della chitarra elettrica, field recording e voce. Una insolita combinazione che conduce verso ambienti oscuri e profondi, accompagnata da un film svolto in splendidi paesaggi nordici di cui Elinor è protagonista e regista, e che ha ottenuto ampli riconoscimenti in festival cinematografici internazionali. Un territorio, quello del cinema e della soundtrack, in cui la musicista ha dato modo di esprimersi appieno: nel 2018 ha curato il suono del cortometraggio Nemophelia di Mirjam Dahl Petersen; nel 2023 ha contribuito con un lavoro sonoro per la mostra personale della sorella e artista visiva Barbara Lüdde, in una fertile collaborazione audiovisiva che si protrae da anni. Spingendosi al di là dei confini di tutto ciò che può essere realizzato con il mezzo del suono, Corecass miscela un ampio spettro di emozioni in un personale dark ambient.
Corecass tra musica e arti visive
Recentemente ha aperto i concerti per la storica band belga post-metal Amenra e per la violoncellista inglese sperimentale Jo Quail, ed è stata invitata a partecipare a diversi festival europei compreso il Culthe Festival di Münster. Parallelamente a questa miscela talentuosa, in cui sorprende la soavità di uno strumento antico come l’arpa, accostata sapientemente ai sintetizzatori, Elinor è stata batterista nel corso degli anni per diverse formazioni, sino all’attuale band post-metal Moor. Nell’ottobre 2024 Corecass pubblicherà l’album Tar con Moment of Collapse e la sua nuova etichetta Sacer Rec, che contiene anche il contributi vocali di alcuni dei collaboratori che hanno accompagnato la sua avventura musicale in questi anni, compresi Colin van Eeckhout (Amenra), Ercüment Kasalar (Moor) e la sorella Barbara Lüdde.
Intervista a Corecass
La tua definizione di arte.
L’arte è la forma di espressione più soggettiva e personale. È una visione dell’interpretazione intellettuale, spirituale ed emotiva che l’artista dà del mondo, della realtà e della vita. Soprattutto, l’arte è un atto di comunicazione e per questo non è completamente autosufficiente. Ha bisogno del momento della percezione per dispiegare i suoi significati. Perciò cambia nel tempo e nello spazio. L’arte è la relazione tra l’artista e lo spettatore.
La tua definizione di musica.
La musica è il linguaggio e la voce dell’anima. Viene dal cuore e parla al cuore. La musica è come immergersi in un oceano di emozioni e affondare fino al nucleo, esplorando tutto ciò che c’è. È il linguaggio più puro. La musica tocca l’inconscio e le parti più nascoste di noi stessi.
Ti definisci una “artista”?
Ho iniziato da poco a definirmi una musicista. Quindi potrebbe volerci ancora un po’ di tempo per definirmi un’artista, se mai lo farò. In realtà non è una cosa su cui rifletto. So che il mio stile rompe le concezioni più comuni della musica e che, per il suo approccio, è un po’ più artistico del solito rispetto alla maggior parte della musica pop. Tuttavia, non mi considero abbastanza libera da potermi definire un’artista.
L’opera di arte visiva che più ami.
Risponderò a livello personale: l’arte visiva che amo di più è quella di mia sorella Barbara Lüdde. Con l’inchiostro più sottile e stratificato che abbia mai visto, dipinge ritratti (per lo più) dettagliati che mettono in discussione le concezioni dell’individuo all’interno della società, la tensione tra il sé e l’altro. Ho realizzato dei lavori di sonorizzazione per le sue mostre e sto osservando la sua arte evolversi con grande stupore. Un’altra artista che amo è Corrina Goutos. Disegna gioielli utilizzando materiali trovati come auricolari o conchiglie e mostra una visione audace del tempo, della bellezza, del moderno e della transitorietà.
La canzone che più ami.
Onestamente non saprei dire. Non riesco nemmeno a nominare il musicista che amo di più. Tutto questo cambia continuamente. Ci sono canzoni e musicisti che mi hanno influenzato, ma non ho qualcosa come una stella d’oro nel mio firmamento.
I tuoi recenti progetti.
Ho appena finito di mixare il nuovo album di Corecass Tar, che uscirà a ottobre su Moment of Collapse e sulla mia etichetta Sacer Rec. In questo momento sto pianificando tutto ciò che riguarda l’uscita, come la promozione e i video. Alla fine del 2022 ho anche ricominciato a suonare la batteria nella band post-metal Moor. Mi piace la tensione tra questi due progetti molto diversi.
Un ricordo della tua vita.
Ehm… ricordo il primo concerto che ha avuto il maggiore impatto su di me. Era un concerto all’aperto del gruppo Jan Garbarek negli anni ’90, quando era in tour con I Took Up The Runes. Fortunatamente mia madre convinse noi tre ragazzine riluttanti ad andare. Si svolgeva su una piccola collina a Ettersburg. Facemmo un bel picnic sul prato al caldo sole della sera. Il concerto mi stupì completamente. Non solo Marilyn Mazur era magnetica alla batteria, ma quella melodia di Molde Canticle ha plasmato la mia concezione musicale e probabilmente rimarrà con me per sempre.
Samantha Stella
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