Arte e musica. Intervista alla cantante post-punk Fenne Kuppens 

Ricorda per sonorità e carisma performativo il primo Nick Cave e Ian Curtis. Un ritratto della cantante Fenne Kuppens della band di post-punk/rock alternativo Whispering Sons

Fenne Kuppens (Heusden-Zolder, 1993) è la cantante della formazione belga Whispering Sons. Laureata in letteratura inglese, amante della poesia, si unisce ai quattro ragazzi che nel 2013, in periodo universitario, decidono di fondare una band. Il nome del gruppo, che negli anni subisce cambiamenti interni e di ruolo, è attinto dal titolo di un brano dei Moral, trio danese coldwave dei primi Anni Ottanta. Nel 2015 esce l’EP Endless Party, ma è solo nel 2018 che viene pubblicato il primo album completo intitolato Image.  

Chi è Fenne Kuppens 

Le sonorità sono di matrice post-punk, dalle reminiscenze storiche vicine a gruppi come Joy Division, ma soprattutto di seconda generazione, con nomi come gli americani Interpol o i britannici Editors e Savages. L’ottimo riscontro di pubblico e di critica è unanime, soprattutto dinnanzi alla presenza carismatica e potente di Fenne che, con voce bassa, algida e potente al contempo, domina la scena con una forte carica ed estetica androgina. Nel 2021 il secondo album Several Others e soprattutto l’esibizione nel 2022 nel famoso festival tedesco Wave-Gotik-Treffen, consacrano la band tra i nuovi nomi di culto nell’ambiente rock-wave-gotico. Definizione da cui il gruppo prende le distanze, dichiarando influenze e ascolti altri, dal jazz classico, alla musica ambient e all’elettronica sperimentale, queste ultime sonorità care a Fenne.  

Fenne Kuppens e il cinema 

Nel 2024 la pubblicazione del nuovo album The Great Calm, per il cui lancio viene prodotto il cortometraggio Balm (After Violence) della regista Heleen Declercq, diviso in tre parti, una per ogni singolo dell’album, e presentato in anteprima al Film Fest di Gand e al Left of the Dial di Rotterdam. Ancora una volta è la performatività di Fenne a dominare la scena, di cui molti hanno colto affinità con le atmosfere torbide e potenti, soprattutto del primo Nick Cave, o con il carisma di un personaggio di culto come Ian Curtis, ma intrisa di un’estetica e di una sonorità del tutto contemporanea. Fenne e i Whispering Sons si sono esibiti recentemente anche in Italia e sono impegnati in un lungo tour che tocca festival e locali in tutta Europa, con date al momento annunciate per tutto il 2024.  

Intervista a Fenne Kuppens 

La tua definizione di arte. 
Per me l’arte è qualcosa che suscita una reazione emotiva. Che sia per la sua maestria, il suo tema, la sua bellezza, i suoi colori o la sua forma. Quando un’opera d’arte mi eleva, mi scuote, mi ispira o addirittura mi fa arrabbiare, riesco ad apprezzarla pienamente. 

La tua definizione di musica.  
È lo stesso per la musica. Se non provo nulla, non mi interessa. Tuttavia, più delle arti visive, ritengo che la musica abbia la capacità di trasporci in un mondo diverso, portandoci in un viaggio. Si possono chiudere gli occhi mentre si ascolta la musica e lasciare che l’immaginazione faccia il resto.  

Ti definisci una “artista”?  
Mi ci è voluto molto tempo per considerarmi un’artista o per sentirmi degna di essere chiamata tale. Ma dal momento che il mio lavoro a tempo pieno consiste nel creare e nell’esibirmi, credo di poter dire con orgoglio di essere un’artista. È strano, ma da quando l’ho accettato o ho iniziato a identificarmi come artista, ho avuto molta più libertà di creare.  

L’opera di arte visiva che più ami.  
Sono una grande fan di Francis Bacon, ma fino a poco tempo fa non avevo mai visto uno dei suoi dipinti dal vivo. Si è trattato di un’opera minore, uno dei suoi Tre studi per un autoritratto, ma mi ha lasciato a bocca aperta. Si possono guardare i quadri nei libri quanto si vuole, ma vedere quelle pennellate dal vivo è un’altra cosa. È così delicato, così preciso. I colori sono incredibilmente belli. Il modo in cui raffigura la deformazione con la massima fragilità è davvero straordinario. Non vedo l’ora di vedere alcuni dei suoi lavori più grandi. 

La canzone che più ami.  
Quando mi sento sopraffatta, metto su Music for Acoustic Instruments and Feedback di Vanessa Amara. Mi tranquillizza immediatamente. Non mi dispiacerebbe se il brano Piano & Accordion, Pt. 1 fosse ripetuto all’infinito nella mia testa. Penso che vivrei la vita con molta più calma. 

I tuoi recenti progetti. 
Attualmente sto lavorando alla colonna sonora di un cortometraggio. È molto emozionante e divertente. Sono una specie di cinefila e creare una colonna sonora è stato uno dei miei sogni per molto tempo. Ma ne sono anche spaventata, perché è la prima volta che creo musica completamente da sola. 

Un ricordo della tua vita. 
Ricordo vividamente una volta in cui ho tirato frecce dalle dita dei piedi mentre mi rifugiavo in un pollaio. Forse è stato un sogno, ma il ricordo è ancora molto vivo.  

Samantha Stella 

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Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

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