Nel più famoso labirinto italiano si è tenuto un festival di musica elettronica
La terza edizione del boutique festival di arte e musica elettronica nel più grande labirinto vegetale al mondo, si è conclusa con un sold out a 2500 persone. Ne abbiamo parlato col suo direttore artistico Luca Giudici
Nel panorama italiano, per la sua naturale conformazione geografica, i boutique festival rappresentano la risposta più innovativa e orientata alla ricerca, che un Paese dalle dimensioni così ridotte, ma variegato culturalmente e paesaggisticamente, può offrire. Questa considerazione è molto vera in campo musicale, dove al di fuori delle città principali – Milano, Roma e Torino – è tutto un fiorire di piccole manifestazioni con forti legami territoriali, con l’obiettivo di introdurre nuove esperienze in contesti dal forte carattere simbolico. Tra queste, merita una menzione speciale il LOST Music Festival, che si tiene da tre edizioni al Labirinto della Masone a Fontanellato, vicino a Parma.
LOST Music Festival: un evento immersivo
Un evento immersivo interamente promosso dalla Fondazione Franco Maria Ricci, con la direzione artistica di Luca Giudici, all’interno di uno spazio (il labirinto vegetale più grande del mondo) che esiste grazie a uno dei personaggi più visionari dell’editoria d’arte e del design grafico italiani, nonché raffinato collezionista, il compianto Franco Maria Ricci, scomparso quattro anni fa.
LOST Music Festival tra live e dj set. Intervista al direttore Luca Giudici
LOST, acronimo di Labyrinth Original Soundtrack, è un festival dove la sperimentazione sonora si divide tra live e dj set, tenendo conto non solo della componente ambientale, ma anche della temporalità della giornata. Come afferma il suo direttore artistico Luca Giudici, “si parte alla mattina con set più morbidi e dilatati, adatti al risveglio per chi ha campeggiato, per procedere verso il pomeriggio, dove i suoni si fanno più nervosi nei palchi in mezzo al labirinto di bambù, arrivando alla sera dove si verifica un vero e proprio rilascio di energia. La piramide diventa il luogo dove si tengono su un palco più tradizionale i live più performativi e spettacolari, fino alla cavalcata finale che quest’anno è coincisa col dj set di tre ore di Gabber Eleganza nel Gate Stage. Anche se ogni anno cerco di cambiare un po’ format. Infatti l’anno scorso avevamo chiuso con l’ambient alle sei del mattino”.
Lost Music Festival: un sold out l’edizione 2024
L’edizione del 2024, tenutasi dal 5 al 7 luglio, si è conclusa con un sold out a 2500 persone, con un pubblico internazionale in crescita del 30% e una prevalenza dell’audience femminile o nonbinary. Un risultato importante e ricercato, per continuare a mantenere le distanze dalle grandi manifestazioni. “In uno spazio del genere”, riprende Giudici, “gli artisti si sentono liberi di esprimersi, perché è un contesto molto diverso rispetto alla tendenza dei festival estivi, con grandi palchi e folle”.
LOST Music Festival: la prima residenza d’artista
Una direzione perseguita anche con la scelta della prima residenza d’artista, che ha coinvolto il percussionista e sound artist di Modena Riccardo La Foresta, che nello spazio del Museo (vera e propria wunderkammer per gli appassionati di arti e graphic design) si è esibito con due performance. Una insieme a James Ginzburg e l’altra in onore del sessantesimo anniversario della messa in commercio del sintetizzatore Moog. Resa possibile grazie alla vincita di un bando da parte del Labirinto (nella persona dell’event manager Mattia Amarù, Fondatore e Project Manager presso LOST Music Festival) con cui è stata realizzata un’installazione sonora, con uno dei più vecchi sintetizzatori Moog, proposta per la prima volta dal vivo nell’esibizione che si è tenuta il 7 luglio.
Lost Music Festival 2024. L’identità esoterica del Labirinto della Masone
Che cosa distingue però il Lost Music Festival da tutte le altre rassegne? “Senza dubbio la narrazione che stiamo creando”, sottolinea Giudici. Non è fondamentale per noi che tutte le persone che si avventurano nel dedalo conoscano gli artisti in line-up. Ci interessa che si spingano fuori dai principali centri urbani per seguire un racconto, fortemente legato al luogo, al carattere mistico e un po’ esoterico della sua architettura, che li porti a scoprire artisti e situazioni che non conoscono”. Una posizione condivisibile, soprattutto alla luce della performance più emozionante e inaspettata del Festival, quella di Funeral Folk.
Lost Music Festival 2024. Elettronica di ricerca vs elettronica mainstream
L’acclamato progetto di Maria W. Horn & Sara Parkman, tra folklore scandinavo e drone metal, grazie a una presenza scenica e canora devastanti, ha rubato la scena anche all’originalità del live di Ziúr, fortemente centrato sulla voce, e all’attesissimo ritorno di Varg2TM col progetto Nordic Flora Series*. Su cui si esprime Giudici rispetto allo ‘snobismo’ di alcuni circuiti dell’elettronica: “Varg è uno dei nomi per cui sono più contento, perché oggi viene associato un po’ al mainstream. Nel mondo dell’elettronica c’è questa scissione, per cui quando scavalchi una certa soglia e vieni definito mainstream, da alcune situazioni vieni messo da parte. Per me è stata una sfida dimostrare che questa dicotomia non conta, tanto quanto riportarlo alla sua dimensione originaria, consentendogli di fare un live che aveva fatto l’ultima volta quattordici anni prima, con uno storico discografico ora molto più ampio”.
Carlotta Petracci
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