Un festival di musica classica e da camera nelle dimore storiche d’Italia
Musica Con Vista, ovvero un festival di musica da camera diffuso in tutta Italia che si sviluppa lungo l'estate per far scoprire il patrimonio storico-artistico. Ecco la storia del suo fortunato format e il report di uno dei suoi tanti concerti: quello a Villa Panza a Varese
Siamo abituati a pensare al festival musicale come a qualcosa che ha una durata limitata, di solito di qualche giorno, e che si tiene in un solo luogo, o al massimo in diversi spazi di una stessa città. Il festival Musica Con Vista scardina questa nostra convinzione: la kermesse si dispiega per un periodo piuttosto ampio (di circa quattro mesi: è iniziato a giugno e si terrà fino al 21 settembre 2024) e ha luogo in diverse città e località sparpagliate sull’intero territorio italiano, da Trento e Trieste alla Sicilia.
Festival Musica Con Vista: concerti nelle dimore storiche italiane
A conferire unitarietà a un panorama tanto variegato contribuiscono, da un lato, l’altissimo livello della proposta musicale e il fatto, dall’altro, che i concerti si svolgono sempre in luoghi meravigliosi, di alto valore storico, artistico e paesaggistico, quali ville, palazzi, musei. Le arti del suono si sposano con quelle visive e con l’architettura: i visitatori godono di ottime esecuzioni di musica da camera “con la vista” di ambienti e luoghi di straordinario fascino, e nel contempo, attirati dall’evento musicale, hanno l’opportunità di scoprire gemme non tra le più note del nostro caleidoscopico patrimonio culturale.
Festival Musica Con Vista: i promotori
Non a caso la rassegna è svolta in collaborazione con enti e associazioni che ricoprono un ruolo di primo piano nella gestione e nella valorizzazione dei nostri beni storico-artistici, come l’Associazione Dimore Storiche Italiane, il Fondo per l’Ambiente Italiano, Civita, il Touring Club Italiano. Alle origini e al cuore dell’iniziativa troviamo invece la sinergia tra due realtà di punta nel campo della promozione della musica classica, in particolare da camera, nel nostro Paese: il Comitato AMUR, che riunisce le 14 principali realtà concertistiche italiane, e Le Dimore Del Quartetto, impresa creativa che ha come prima attività quella di mettere in contatto musicisti (quartetti e trii) e dimore (storiche).
Festival Musica Con Vista: come funziona il format
La formazione cameristica si rivolge all’impresa quando deve suonare in un luogo (in Italia o all’estero) diverso da quello in cui fa base normalmente, e Le Dimore Del Quartetto trova la dimora più vicina che possa ospitare per qualche giorno (al massimo una settimana) i musicisti. Questi ultimi, in cambio, si producono in un concerto per i loro ospiti, che può essere (gratuitamente) aperto al pubblico o riservato a una più ristretta platea di invitati. Si capisce dunque come un aspetto fondamentale che caratterizza le singole realtà coinvolte nell’organizzazione di Musica Con Vista, così come il festival stesso, sia quello del ‘fare rete’: unire le forze e mettere in collegamento entità afferenti ad ambiti diversi, al fine di sostenere chi fa musica, proporre occasioni musicali di qualità e diffondere la conoscenza del patrimonio storico-artistico.
Festival Musica Con Vista 2024: il live a Villa Panza a Varese
Abbiamo avuto l’opportunità di assistere, lo scorso 6 luglio, al concerto del Quartetto Werther in un luogo mitico per tutti coloro che amano l’arte contemporanea: Villa Panza a Varese. La villa settecentesca – di proprietà, dal 1996, del FAI – accoglie la collezione d’arte radunata nella seconda metà del Novecento da Giuseppe Panza di Biumo, con lavori di artisti europei e soprattutto americani, tra i quali spiccano le sale ripensate da Robert Irwin e James Turrell all’insegna della compenetrazione tra interno ed esterno, e gli ambienti occupati dalle installazioni con neon colorati di Dan Flavin.
Festival Musica Con Vista 2024: il report del concerto a Villa Panza a Varese
Nel neoclassico Salone delle Feste della villa i componenti del Quartetto Werther (Misia Jannoni Sebastianini al violino, Martina Santarone alla viola, Vladimir Bogdanovic al violoncello e Antonino Fiumara al pianoforte) hanno incantato l’attento pubblico con due pietre miliari della letteratura per archi e pianoforte, il quartetto n. 2 in mi bemolle maggiore K493 di Mozart e il quartetto n. 3 in do minore op. 60 di Brahms. La giovane, ma già eccellente, formazione si è mostrata perfettamente a proprio agio sia con il classicismo mozartiano che con il tardoromanticismo di Brahms, riservando una particolare cura all’espressività del suono e alla sottolineatura delle dinamiche. Ne è risultata un’esecuzione appassionata e di grande efficacia comunicativa, di notevole impatto soprattutto nella resa del drammatico quartetto brahmsiano.
Fabrizio Federici
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