Ellen Southern, la cantante inglese trasforma le melodie medievali in musica dark

Con la sua band Dead Space Chamber Music, Ellen Southern gira le chiese di Bristol reinterpretando brani medievali e rinascimentali in chiave dark e avanguardistica. L’abbiamo intervistata

Ellen Southern è una cantante e artista visiva inglese che utilizza voce, suono e ambienti storici. Con influenze musicali variegate – dal jazz oscuro di Lynch/Badalamenti, alla musica medievale/rinascimentale, la classica di Ligeti, il doom metal e ancora la sperimentale/industrial e il goth/sinth – Southern ha una lunga esperienza in cori di musica sacra e profana di diverse epoche. Oltre al suo progetto solista Site Singing, dove mischia registrazioni vocali e creazioni artistiche in luoghi antichi, ha fondato con il compagno e chitarrista Tom Bush la band dark-neoclassica Dead Space Chamber Music, dove è cantante e suona diversi strumenti antichi, accanto alla violoncellista Liz Muir e alla batterista Katie Murt. Con base a Bristol, i DSCM combinano improvvisazione e materiale storico, soprattutto del periodo medievale e rinascimentale, che viene reinterpretato, trasformando forme e melodie vecchie di centinaia di anni in nuove opere di avanguardia contemporanea, incorporando elementi di dark wave, dark ambient, post-industrial, canto sacro, neo-folk, avanguardia e doom. Non ricreazioni storiche fedeli, ma reinterpretazioni che utilizzano testi antichi, capaci di sprigionare una forte energia esoterica

Ellen Southern. Courtesy of the artist
Ellen Southern. Courtesy of the artist

La musica dei DSCM e Ellen Southern

Sebbene si tratti di un progetto piuttosto unico nel genere, si può accostare a realtà come Dead Can Dance, Anna Von Hausswolff, Darkher e Current 93. I DSCM hanno all’attivo diverse pubblicazioni, sono stati in tour in Regno Unito con hackedepicciotto (il duo formato da Alexander Hacke degli Einstürzende Neubauten e Danielle de Picciotto dei Crime and the City Solution) e con la violoncellista Jo Quail. Nel 2024 hanno partecipato al Ritual Union Festival di Bristol. Ellen Southern e Tom Bush, insieme al musicista di synth modulare Tommy Creep, curano inoltre la serie di eventi Dark Alchemy che hanno luogo in chiese e cripte in collaborazione con il Churches Conservation Trust di Bristol. La loro programmazione ha ospitato molti artisti della scena musicale sperimentale internazionale, tra gli altri The Dance Society, Nero Kane, Maud the Moth, Kariti, e alcuni membri di Godspeed You! Black Emperor.

Intervista a Ellen Southern

La tua definizione di arte.
Per me l’arte e la musica sono al servizio di ciò che ci ha creato e sono la sua celebrazione. È così che si cresce e si condivide la gratitudine per il fatto di esistere. È possibile unire le persone in modo potente attraverso esperienze umane fondamentali in comune, che parlano al di là del tempo e del luogo.

La tua definizione di musica. 
Indipendentemente dal genere, sento che è qualcosa che le macchine non possono sostituire e, come artisti, è più sensato riflettere su questo aspetto. Quindi non è proiezione dell’idea che si ha di se stessi – è liberatorio rinunciarvi. Le persone desiderano l’autenticità, per gli artisti si tratta di rischiare di fare quel passo in più per raggiungerla.

Ti definisci una “artista”? 
È un termine abusato, ma sì, l’ho sempre pensato. Mi è stato fatto notare dagli altri, più che averlo deciso io a priori.

L’opera di arte visiva che più ami. 
Mi ispiro all’arte medievale, sacra e profana. È una narrazione viscerale e soprannaturale, che presenta la vita e la morte, il tempo e il luogo, in un modo onirico che sembra esperienziale e vividamente reale. Pale d’altare, dipinti, intagli, reliquiari, ricami, doccioni, mi piace vedere queste cose dal vivo e anche nei libri. Adoro anche i manoscritti medievali – fatti a mano e unici – uno di questi è stato l’ispirazione per il mio lavoro artistico (disegni e collage) per il nostro attuale album The Black Hours.

La canzone che più ami.  
Recentemente sono stata colpita da Now the Green Blade Riseth, un inno che non ascoltavo da anni: ha un effetto ipnotico. Gli inni, sia in inglese che in gallese, sono come vecchi amici che continuano a mostrarsi in modi nuovi. Come genere è generalmente trascurato. Gli inni e le canzoni popolari, a cui sono così strettamente legati, sono doni culturali preziosi da ereditare e il Regno Unito ha una forte storia di trasmissione e mantenimento della musica: dovremmo coltivarla.

I tuoi recenti progetti.
Con Dead Space Chamber Music stiamo lavorando a un nuovo entusiasmante album, ci vorrà ancora qualche mese. Espandendo la nostra serie di eventi Dark Alchemy – musica dal vivo e online in chiese e cripte storiche – ci proponiamo di incrementare concerti, collaborazioni e registrazioni. Speriamo in un tour nel Regno Unito e in Europa nel 2025.

Un ricordo della tua vita.
I miei ricordi più importanti sono quelli in cui la vita normale si ferma e si è completamente impegnati con la musica e l’arte. Suonare dal vivo è un’esperienza senza tempo in cui mi sento connessa a molte cose e lontano dal rumore e dal disordine. Sono con le persone che ho perso, le sento e ricevo la loro benedizione. In quei momenti rinforzo e ricreo la mia vita e ne esco cambiata. La vita terrena può sembrare piuttosto stridente al confronto.

Samantha Stella

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Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

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