Genova dà nuova vita al Premio dedicato a Niccolò Paganini. Il presidente racconta le novità
Genova, capitale della musica anche grazie ad un premio nel nome di uno dei suoi cittadini più illustri. Storia e nuovo corso della manifestazione che porta il nome di Paganini con all’orizzonte progetti, iniziative e una mostra museale affidata a Sylvain Bellenger
In una Genova recentemente assurta alle cronache per le vicende legate alla Regione Liguria e all’ex presidente Giovanni Toti, si continua a fare anche molta cultura. Ad esempio, attraverso il Premio dedicato alla musica, nel nome del mitologico compositore Niccolò Paganini (Genova, 1782 – Nizza, 1840) che, nemo propheta in patria, con la città ligure ebbe un rapporto conflittuale. L’iniziativa è stata oggetto di un ambizioso progetto di rinnovamento e rilancio con la nomina a Presidente, avvenuta nel 2022, di Giovanni Panebianco, Consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri e già Segretario Generale del Ministero della Cultura. Sotto la sua presidenza, la recente nomina di Nicola Bruzzo, violinista di grande esperienza internazionale quale direttore artistico, e del celeberrimo Uto Ughi, succeduto a Salvatore Accardo, quale presidente di giuria dell’edizione 2025. Panebianco, in questa intervista, ci racconta in nuovo corso del Premio.
L’intervista a Giovanni Panebianco
Genova ha “un nuovo” Premio Paganini, ma la sua storia è di antica data
Il Concorso fu fondato nel 1954, con lo scopo di realizzare una competizione violinistica a livello internazionale che desse prestigio a Genova e permettesse di scoprire nuovi talenti. L’idea di dedicare un concorso a Paganini risale però al 1940, quando Genova si apprestava a celebrarne il primo centenario della morte. Con la guerra alle porte, l’intuizione di Carlo Marcello Reitman non fu realizzata. Tredici anni dopo, grazie a Vittorio Pertuso e Lazzaro Maria De Bernardis, il Premio venne finalmente istituito, con Luigi Cortese alla direzione artistica. Dalla sua fondazione il Concorso ha laureato artisti importanti, tra i quali, Gyorgy Pauk, Gérard Poulet, Salvatore Accardo, Gidon Kremer, Ilya Grubert e, in tempi più recenti, Massimo Quarta, Giovanni Angeleri, Leonidas Kavakos, Ilya Gringolts e Sayaka Shoji.
Storicamente, tra Genova e Paganini il rapporto non fu facile
È vero e non è un caso se le sue spoglie riposano a Parma. Com’è vero che i resti della casa natale, in passo Gattamora, furono abbattuti nel 1972. Paganini, nel puro spirito genovese, amava viaggiare e lasciò presto la città, trascorrendo lontano gran parte della vita, prima in Italia, poi in Europa, durante la lunga tournée dal 1828 al 1834, morendo a Nizza nel 1840. Spesso sono proprio i grandi spiriti, i visionari, gli innovatori ad essere incompresi, invidiati, ostacolati. È poi solo l’inesorabile trascorrere del tempo, grande scultore, a fare giustizia.
Come, sotto la tua Presidenza, si vuole omaggiare la figura di Paganini?
“Rinnovare, conservando” è il principio-guida del nuovo corso del Premio che il Sindaco di Genova Marco Bucci ha voluto affidarmi nel febbraio 2022. Custodire e rafforzare il livello di eccellenza artistica tipica del Concorso, innovando gli strumenti e i linguaggi comunicativi. L’obiettivo è di rilanciarlo ai massimi livelli, favorire letture oltre gli stereotipi, promuovere l’immagine di Genova all’estero. Per questo, la competizione è tornata ad essere biennale; tra un’edizione e l’altra, importanti iniziative, non solo nei teatri, ma anche in prestigiosi luoghi della cultura, soprattutto all’estero. La spinta all’internazionalizzazione è per noi fondamentale.
Nella fattispecie?
Lo scorso 23 gennaio, il vincitore della 57esima edizione, Simon Zhu, si è esibito al Louvre di Parigi, insieme alla pianista Gile Bae; il 23 settembre sarà al Prado di Madrid; il 15 ottobre alla Guildhall di Londra, con la London Symphony Orchestra diretta da Antonio Pappano, in un concerto che si annuncia memorabile per il previsto utilizzo del “Cannone”, il violino appartenuto a Paganini e da questi lasciato in eredità a Genova. Sempre ad ottobre porteremo Giuseppe Gibboni, vincitore nel 2021, a New York nell’ambito di un evento organizzato dal Teatro Carlo Felice. A seguire, il Premio farà tappa a Muscat, con un concerto presso la Royal Opera House.
Come funziona il Premio Paganini
A chi si rivolge il Premio e come funziona?
Il Concorso si rivolge ai violinisti di tutto il mondo tra i 15 e i 30 anni, chiamati ad eseguire un programma musicale articolato, pensato per evidenziare la personalità artistica e l’esperienza professionale di ogni singolo partecipante, nel rispetto della originale cifra stilistica tipica di Paganini. Nel 2023 abbiamo registrato il record degli iscritti, ben 117, da circa 30 Paesi. Oltre che a Genova, abbiamo svolto le preselezioni a New York, Guangzhou, Praga e Tokyo. Quelle della primavera prossima avranno luogo a Genova, New York e Guangzhou, con le novità di Berlino e Seoul. Abbiamo già rinnovato le intese con il MAECI e continueremo a collaborare con gli Istituti Italiani di Cultura all’estero.
Quali novità sensibili hai apportato al progetto?
Il progetto è caratterizzato da forte istituzionalismo, nuova governance e moderne strategie di comunicazione. La scorsa edizione, che ha inaugurato il nuovo corso, è stata presentata sotto l’altro patronato del Presidente della Repubblica e le iniziative 2022 si sono svolte sotto l’egida del 240° anniversario della nascita di Paganini, riconosciuto di interesse nazionale dalla Presidenza del Consiglio.
Spiegaci meglio…
Nel nuovo Regolamento, abbiamo aperto il Comitato ai privati, accogliendo personalità come Francesco Micheli, Carlo Clavarino, Martine Orsini ed Enrico De Barbieri, e istituito i “Paganini Ambassador” tra i quali ho coinvolto nomi noti e autorità, come Gianni Letta, Renzo Piano, Amyn Aga Khan, Alberto di Monaco, Daniela Memmo, Anthony Pappano, Robert Allegrini, Giovanni Malagò. Ho ritenuto che il Premio dovesse avere propri spazi e grazie al Sindaco Bucci abbiamo una sede autonoma che ospita l’archivio del Concorso e una mostra fotografica che ne racconta la storia. Abbiamo infine rinnovato sito e logo del Premio e attivato i social, per coinvolgere meglio i giovani: in un anno, le interazioni sui nostri canali sono state più di un milione e la nostra comunità di followers cresce progressivamente.
Il Premio Paganini a Genova
Come viene finanziato il premio? Chi lo supporta?
Il Premio è da sempre organizzato con le risorse umane, tecniche e finanziarie messe a disposizione dal Comune di Genova. Il Sindaco Bucci ha molto creduto nel Premio, non solo quale “Concorso”, ma come vero e proprio motore culturale. Va detto che di recente le sponsorizzazioni private sono aumentate, quadruplicandosi rispetto al passato. Oltre al MAECI, abbiamo poi concluso accordi importanti, tra cui quelli con RAI Cultura e la NIAF di Washington.
A fronte di tutto questo, non sono tuttavia mancate alcune polemiche
Il nuovo corso ha avuto a Genova un’accoglienza calorosa, ma, come prevedibile, non sono mancati attacchi da parte di detrattori, puntualmente smentiti. Penso, in particolare, alle critiche rivolte al Sovrintendente del Teatro Carlo Felice, Claudio Orazi, a proposito delle modalità di ingaggio di tre validi esperti, Marco Sanzari, Manuela Svampa e Matteo Ventricelli, grazie ai quali è stato possibile raggiungere, in un breve lasso di tempo, risultati straordinari. L’operato di Orazi è stato trasparente, lungimirante e corretto, come è stato poi debitamente accertato. Spero che livori e critiche strumentali siano ormai alle spalle e che si possa lavorare tutti nella stessa direzione. C’è tanto da fare per la musica e con la musica; quello della cultura è un campo nel quale campanilismi o ragionamenti da “club” producono danni gravi e, nel breve-medio periodo, irreversibili.
Come sarà l’edizione 2025?
Ancor più ricca di quella 2023. Si svolgerà a Genova dal 14 al 26 ottobre 2025, con una Giuria straordinaria che renderemo nota nel prossimo ottobre, quando pubblicheremo il bando di Concorso sul sito del Premio. Abbiamo in programma una mostra museale dedicata a Paganini, su cui sta riflettendo Sylvain Bellenger, e iniziative editoriali sul “Cannone”, recentemente sottoposto ad un sofisticato esame diagnostico presso l’European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble che ha rassicurato circa il suo stato di conservazione. Per questo, stiamo progettando una giornata internazionali di studi con l’Istituto Internazionale di Restauro, ma anche la pubblicazione integrale del “libro-mastro” di Paganini, custodito presso il Conservatorio di Genova, nel quale il violinista annotò entrate e uscite della sua lunga tournée europea. Una grande 58^ edizione, dunque, ed un programma culturale collaterale che spero contribuirà a richiamare a Genova il più ampio pubblico dall’Italia e dall’estero.
Santa Nastro
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