Tutto il meglio e il peggio della musica di TOdays Festival 2024 a Torino 

Con la partecipazione di circa 24mila persone, e con l’esibizione dei Massive Attack, si conclude la nuova edizione del festival torinese svoltosi a Parco della Confluenza. Ma nonostante l'affluenza, gli artisti e le performance com’è andata realmente la kermesse?


Nonostante le critiche e le giuste perplessità, dopo che lo scorso inverno il Comune di Torino ha bandito un concorso per cambiare le sorti del TOdays Festival, la manifestazione musicale è riuscita comunque a svolgersi nel capoluogo piemontese presentando i grandi nomi del panorama musicale internazionale. La qualità dei live in programma non è stata però sufficiente, e la kermesse culturale è volta al termine con diverse incoerenze e una debole risposta da parte del pubblico.

Le criticità del TOdays Festival 2024

Le problematiche che hanno segnato questa edizione del TOdays Festival non sono state poche, ma forse la più evidente riguarda l’identità stessa del festival. Seppure il nome sia rimasto inspiegabilmente identico, dell’intuizione originale di Gianluca Gozzi non è rimasto granché, anzi, praticamente nulla.
Volendo spezzare una lancia a favore della Fondazione Reverse (vincitrice del concorso), c’è da dire che i tempi molto stretti per la messa in piedi di una macchina simile non hanno aiutato. 
Dalla comunicazione al mood che si è respirato durante gli eventi, ciò che si è percepito è stata l’assenza di un’identità forte in grado di giustificare determinate scelte: una su tutte la line-up che, a differenza degli anni precedenti, non ha virato né verso sonorità indieggianti né verso la sperimentazione contemporanea, favorendo invece artisti decisamente più mainstream. 

Considerando infatti che il bando è stato chiuso lo scorso 18 marzo, bisogna comunque ammettere una certa bravura nel saper restituire, in quattro e quattr’otto, delle proposte validissime come quelle da cartellone. Oltre a questo, rimangono comunque un po’ di dubbi sulle motivazioni effettive che hanno spinto a non cambiare nome lasciando la sensazione che ci sia stata la volontà di fare delle cose completamente diverse sfruttando di fatto una formula già consolidata da tempo.
Anche l’identità visiva scelta per rappresentare il festival ha favorito in qualche modo lo sviluppo della sua crisi identitaria restituendo un concept grafico che cambiava a seconda del suo supporto: se si confronta la grafica 3D del sito con quella scarna delle affissioni e con il teaser video si fa infatti fatica a trovare un solo elemento che possa tenerli tutti uniti. 

Todays Festival. The Jesus and Mary Chain, foto Matteo Bosonetto
Todays Festival. Fast Animals and Slow Kids, foto Matteo Bosonetto

I punti di forza del TOdays Festival di Torino 

Nella lista delle bad vibes bisogna inserire anche l’esigua presenza del pubblico in diverse occasioni (frutto anche quello di una comunicazione confusionaria?), l’offerta food & drink, i cui prezzi confermano quella tendenza condivisa e ingiustificata che sta portando i festival musicali ad assomigliare sempre più a dei piccoli villaggi turistici dove fondamentalmente si acquista un pacchetto di esperienze che prevede poche scelte e a prezzi decisamente non popolari.    

Criticità a parte, il festival ha brillato in particolar modo su due fronti: la scelta della location e il lavoro dei tecnici del suono. Sia la presenza della Basilica di Superga stagliata sullo sfondo del Parco della Confluenza sia la potenza del soundwall che ha caratterizzato alcuni concerti in particolare, hanno infatti contribuito a rendere piacevole la permanenza al TOdays.

Gli ospiti e i concerti del TOdays Festival 2024

Grazie ai numerosi eventi collaterali dislocati in tutta la città dal 23 agosto al 2 settembre, il TOdays di quest’anno ha registrato una partecipazione complessiva di 24mila presenze anche se in più occasioni il Parco della Confluenza è parso praticamente vuoto. In particolar modo ci si riferisce alle serate del 27 e del 29 agosto, i cui headliner sono stati rispettivamente i Tangerine Dream (che hanno messo in scena un vero e proprio viaggio psichedelico) e gli Overmono. Fortunatamente vi sono stati anche momenti andati decisamente meglio: è questo il caso delle esibizioni degli LCD Soundsystem, dei sempre meritevoli Jesus & Mary Chain (che non hanno mancato di suonare gran parte del loro disco capolavoro, Psychocandy), della sorprendente Arlo Parks, di Mahmood e, ovviamente, dei Massive Attack

Today Festival. Massive Attack, foto Matteo Bosonetto
Today Festival. Massive Attack, foto Matteo Bosonetto

I Massive Attack al TOdays Festival 2024


Più che un concerto, il live dei Massive Attack si è da subito presentato come un’esperienza altra, un qualcosa di sacro e solenne come possono esserlo ad esempio una cerimonia religiosa o una mostra d’arte. Avvolti dall’ombra e da un grosso ledwall alle loro spalle, la band di Bristol (capitanata da Robert Del Naja e Grant Marshall, in arte Daddy G) ha messo in scena un’opera audiovisiva coerente dall’inizio fino alla fine. A dare il via a questo viaggio di circa due ore è stata la proiezione del video tristemente noto degli esperimenti di Neuralink ed Elon Musk ai danni di un macaco di nove anni (battezzato Pager). Accompagnato da una serie di riflessioni sui concetti di identità, evoluzione e realtà – nonché da una inaspettata reinterpretazione del classico di Gigi D’Agostino, In my mind – il filmato ha spianato la strada a numerosi altri contributi video che, associati a pezzi ormai classici quali Risingson, Karmacoma ed Angel hanno suscitato emozioni in grado di spiazzare senza dare fastidio. Alle sequenze oniriche di film dedicati all’attraversamento di dimensioni ultraterrene (quali ad esempio Orfeo, di Jean Cocteau, e Onibaba, di Kaneto Shindō), si sono alternate tanto lampeggianti domande esistenzialiste quanto dati statici sui finanziamenti degli Stati Uniti ad Israele, e immagini della guerra in Ucraina. Una sorta di Blob alla Ghezzi dove il filo conduttore di tutto si è fatto strada tra i meandri della follia e della presunzione del genere umano.
Ospiti d’eccezione dello show, lo straordinario Horace Andy, Deborah Miller, la band Young Fathers (che insieme agli stessi Massive Attack e ai Fontaines D.C. avevano partecipato alla realizzazione di un EP a sostegno delle operazioni di Medici Senza Frontiere a Gaza) e la sublime Elisabeth Fraser che ha incantato il pubblico con le esecuzioni delle emblematiche Teardrop e Black Milk.
Si è trattato di un viaggio inquietante ma stupefacente, quello condotto dai Massive Attack, la dichiarazione della consapevolezza del valore politico insito in ogni cosa e disciplina.
E così, nuovamente sulle note di Gigi Dag, la performance ha chiuso il suo cerchio e, di riflesso, anche questa nuova avventura del TOdays Festival.

Parola agli assessori Domenico Carretta e Rosanna Purchia

“Il bilancio del nuovo Todays Festival è positivo e siamo soddisfatti della buona riuscita degli eventi”, così si esprimono gli assessori ai Grandi eventi e alla Cultura Domenico Carretta e Rosanna Purchia, facendo sottintendere anche una certa delusione di fondo. “Abbiamo deciso di osare, affidando l’organizzazione del festival tramite un bando pubblico ed estendendo la programmazione su più giorni rispetto agli scorsi anni. È stata una scommessa e una corsa contro il tempo per promuovere e far conoscere gli eventi e ringraziamo la Fondazione Reverse per l’impegno investito nell’organizzazione. Questa nuova edizione rappresenta un banco di prova importante, che ci permetterà di migliorare ulteriormente la formula per i prossimi anni, ma la partecipazione di tanti appassionati, giovani e famiglie ci dimostra che la scelta di sperimentare è stata vincente. Da domani, il nostro impegno sarà rivolto a garantire che il Todays Festival continui a crescere, affermandosi sempre più come un punto di riferimento musicale e culturale per Torino e non solo”.

Valerio Veneruso

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Valerio Veneruso

Valerio Veneruso

Esploratore visivo nato a Napoli nel 1984. Si occupa, sia come artista che come curatore indipendente, dell’impatto delle immagini nella società contemporanea e di tutto ciò che è legato alla sperimentazione audiovideo. Tra le mostre recenti: la personale RUBEDODOOM –…

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