Arte e musica. Intervista alla violoncellista Laura Bisceglia

Un ritratto della violoncellista italiana Laura Bisceglia, collaboratrice da anni di Teho Teardo e Blixa Bargeld (Einstürzende Neubauten) e nuovamente in tour con loro

Laura Bisceglia (Sacile, Pordenone), è una musicista diplomata al conservatorio in canto lirico e laureata in violoncello. Tra infanzia e adolescenza approfondisce lo studio del pianoforte e del canto corale: va in tour in Italia e all’estero cantando in un coro. Negli anni del conservatorio affianca la rigidità e la forte disciplina degli studi accademici alla sperimentazione del violoncello, in band di vari generi musicali, e all’ascolto di musica elettronica, darkwave e industrial. La passione iniziata a diciannove anni per il canto lirico e l’opera – nel 2006 debutta come soprano per un Marajà in Pakistan – viene avvertita come troppo artificiosa e lascia spazio alla libera improvvisazione di voce e violoncello. Negli anni si è esibita in numerosi festival, teatri e contesti culturali. 

Chi è Laura Bisceglia

Ha interpretato Liù/Turandot nella Turandot Lunaire di Tosolini al Piccolo Festival del Friuli-Venezia Giulia ed è stata violoncellista ed attrice in Salome Renaissance al Teatro Ristori di Cividale per Mittelfest 2013. Ha collaborato con il Circo BrocanteHuma Show Entertainment, la compagnia di danza Korarte di Belluno e il Teatro del Lemming di Rovigo. Dal 2016 collabora attivamente con il musicista e compositore Teho Teardo, suonando dal vivo negli spettacoli Viaggio al termine della notte e ParadisoXXXIII, entrambi con l’attore Elio Germano. E ancora Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro con l’attore Michele Riondino e Crisotemi con Isabella Ragonese

I progetti di Laura Bisceglia

Parallelamente ai live, ha preso parte alle registrazioni negli album di Teardo Grief Is The Thing With Feathers (2019) e Ellipses dans l’Harmonie (2020), e in quelli a firma Teho Teardo e Blixa Bargeld – il cantante della storica formazione sperimentale tedesca Einstürzende Neubauten – Fall (2017), Live in Berlin (2023) e Christian & Mauro, in imminente uscita. Attualmente è in tour con Teardo e Bargeld con cui ha suonato molto soprattutto all’estero. Accanto all’attività concertistica ama l’insegnamento del violoncello e negli ultimi anni ha approfondito il dhrupad, il genere più antico di musica classica dell’India settentrionale.

Laura Bisceglia con scultura di Patrizia Polese. Photo Paolo da Busco
Laura Bisceglia con scultura di Patrizia Polese. Photo Paolo da Busco

Intervista a Laura Bisceglia

La tua definizione di arte.
Quello che mi sento di dire è che per me e per i miei cari è stata ed è una fondamentale via per esorcizzare il dolore fisico ed emotivo, un modo per ingannare la mente ed anche per ritrovare chi siamo.

La tua definizione di musica. 
Non molto tempo fa durante una lezione di canto dhrupad, il genere più antico della musica colta dell’India del nord, una mia insegnante ha detto: “la mia devozione è il Suono”.
Per me è esattamente questo. 

Ti definisci una “artista”? 
Non voglio definirmi, ma quando mi chiedono di farlo rispondo che sono un’insegnante. Oltre all’attività concertistica da quasi vent’anni, dedico le mie energie a questo mestiere spesso non considerato. Per me, invece, è una dimensione fondamentale in cui sento di poter essere davvero d’aiuto in modo diretto.
Mi fa sorridere che i miei allievi, invece, mi definiscano un’artista. 

L’opera di arte visiva che più ami. 
Gli Abakans, le imponenti sculture in fibre intrecciate dell’artista polacca Magdalena Abakanowicz.
Studio tessitura da qualche anno e le sue opere mi hanno profondamente colpita, quando le guardo sento come se “parlassero” anche per me, solo che lo fanno con trame, orditi, nodi, colori e materiali particolari, adoro per esempio l’uso delle fibre naturali. 

La canzone che più ami.         
Pasayadan di Jnanadev.
Un antico canto di benedizione in lingua marathi, parlata principalmente nello stato del Maharashtra e lo canto accompagnandomi con il tampura, strumento indiano a corde. Si tramanda che sia di buon auspicio sia per chi lo canta che per chi lo ascolta. 

I tuoi recenti progetti.
Suoni e fili. Ho da poco eseguito dal vivo per la prima volta un nuovo progetto che ho scritto per violoncello, voce, effetti, loop e tampura.
Si chiama Yarn Exorcism e l’ho eseguito nelle valli del Natisone, ad Altana in una piccola casa di montagna con Kala Teatro, compagnia di teatro che condivide con me la passione e la connessione che esiste tra l’antica arte tessile e l’arte del suono. Scrivo suoni traendo ispirazione dal mondo tessile e, viceversa, il mondo sonoro stimola il modo in cui tesso.
Prossimamente pubblicherò queste musiche, ed il progetto fotografico Healing Textilescon foto che esplorano i fili che ho incontrato negli ultimi anni. Ho sempre visualizzato i suoni come fili.
Musica e tessitura hanno molte cose in comune…ritmi, sezioni, melodie, stacchi, nodi, grovigli… mi interessa cosa muove i fili, cosa provo quando produco un determinato suono e quando occupo il suo spazio.
Se potessimo toccare questi suoni come sarebbe la loro superficie?
Rotonda, ruvida, spigolosa…che tinte sono state scelte, che materiali, che tensioni, qual è il loro percorso e che cosa trasformano. 

Un ricordo della tua vita.
I miei primi concerti in cameretta da bambina, mentre mamma mi asciugava i cappelli io cantavo in loop il ritornello di Le mille bolle blu

Samantha Stella

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Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

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