A Torino inaugura il nuovo studio d’artista di Davide Dileo, ovvero Boosta dei Subsonica
Il compositore e co-fondatore della famosa band elettronica apre il nuovo spazio Sonogramma in un ex laboratorio di ceramica nel quadrilatero romano: è dedicato alla fusione tra arte e suono. L’intervista
Prosegue il percorso sinestetico di Davide Dileo, meglio noto come Boosta (Torino, 1974) nella ricerca di fondere la musica con l’arte in una forma visibile. Dopo l’esperienza della galleria-atelier nel quartiere San Salvario di Torino, il tastierista, compositore e co-fondatore dei Subsonica apre ora un nuovo spazio, questa volta nel quadrilatero romano, con vista sul Santuario della Consolata.
Sonogramma: il nuovo studio d’artista di Davide Dileo a Torino
Si tratta di uno studio d’artista in un ex laboratorio di ceramica, dal nome Sonogramma, dedicato all’esplorazione del suono come mezzo di sperimentazione artistica: la mostra inaugurale, Act I. Octaves, prevista per il 12 ottobre, segna il primo capitolo di questo progetto.
Sonogramma a Torino: le mostre curate dalla galleria Weber & Weber e da Studio Expanded
Sonogramma presenterà una serie di mostre in collaborazione con la galleria torinese Weber & Weber e la londinese Studio Expanded, nuova agenzia artistica dell’ex direttrice della Fondazione Nicoletta Fiorucci, la curatrice, produttrice e stratega culturale italiana Valeria Facchin Szabò: ne ha curato gli spazi e segue la carriera dell’artista, come il suo tour musicale Gallerie Sonore nelle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. Per capire come è nato lo spazio e cosa si vedrà nella mostra inaugurale, abbiamo intervistato Davide Dileo.
Intervista a Davide Dileo
Come nasce lo spazio?
L’idea dello spazio è l’esigenza di avere un’esposizione intima del lavoro, in contemporanea con l’urgenza del racconto. Trasformare il lavoro in esposizione significa anche fotografarlo, renderlo oggettivo e, nel momento in cui è esposto e ha finito la sua funzione per l’artista, ti permette di procedere nel viaggio, alla tappa successiva. Essendo nato con questo presupposto, è una pancia vuota che fotografa, deve fotografare, il nutrimento del presente. “Intimo” significa strettamente connesso al tuo bisogno.
In cosa consiste la mostra inaugurale?
All’interno di queste quattro mura c’è il suono. Due opere, analogiche, che pervadono l’ambiente e provocano una sensazione di distacco dal rumore, dai rumori, della città e del pensiero quotidiano e permettono all’occhio di dedicarsi alle fotografie. Tools è una serie di ritratti ai miei strumenti musicali in cui la forma del dettaglio si liquefà e trasforma la fotografia in una tavola di Rorschach in cui lo spettatore vede quello che ha bisogno di vedere. Poi c’è uno scrigno, un vecchio schedario Olivetti, che contiene in ogni cassetto una partitura scritta che è una suggestione di tratti e immagini. Consentendo all’esecutore un’interpretazione ogni volta diversa.
Sarà aperto alla produzione di altri artisti o musicisti?
Lo studio d’artista è uno spazio che deve vivere come specchio. Se nell’umanità dello scambio tra artisti c’è una comunione, allora succede qualcosa; e, se succede qualcosa, allora si condivide.
Che cosa c’era prima?
Era un laboratorio di ceramica. Tra le polveri di argilla e l’idea primigenia della creazione e della manipolazione, possiamo dire che non ha cambiato la sua “destinazione d’uso”.
Claudia Giraud
Libri consigliati:
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati