A Cremona ci sono le Olimpiadi dei violini (ma quest’anno nessuna medaglia d’oro)
Ecco tutti i premiati del XVII Concorso Triennale Internazionale degli Strumenti ad Arco Antonio Stradivari di Cremona: nessun violino vincitore e il peso sempre maggiore degli artigiani cinesi
L’Olimpiade della liuteria non ha trovato un violino degno della medaglia d’oro. E questo ha fatto discutere il mondo della liuteria riunito a Cremona, città di Stradivari, per il XVII Concorso Triennale Internazionale degli Strumenti ad Arco Antonio Stradivari. L’unica categoria che si è guadagnata la medaglia d’oro è stata quella dei violoncelli. A salire il gradino più alto del podio è stato Alessandro Peiretti, liutaio e violoncellista.
Il Concorso Triennale di Strumenti ad Arco
Hanno partecipato al Concorso Triennale 315 maestri, provenienti da 37 Paesi per un totale di 401 gli strumenti in gara, divisi nelle categorie violino, viola, violoncello e contrabbasso. Tutti gli strumenti sono esposti presso il Museo del Violino nelle sale Amati per poter permettere ai liutai di analizzarli, scrutarli e vedere quello che un occhio umano non riesce a vedere: piccole imprecisioni, spessori insoliti, tonalità di vernice da analizzare e considerare. Di fronte a un violino o a una viola i maestri liutai si soffermano, sbuffano o si stupiscono. Ed è uno spettacolo vederli discutere sulla fattezza del riccio o sull’armonia delle effe come se parlassero di una questione di vita e di morte. L’esposizione dei 401 strumenti provenienti da ogni angolo del globo permette, agli occhi esperti dei maestri liutai, di verificare come la tradizione, con i suoi modelli affermati, e il normale percorso evolutivo si armonizzino nella costruzione secondo disciplinari di alto artigianato. Se è facile individuare il ruolo che la liuteria cremonese ha assunto nei secoli e ancora oggi ha rispetto alle manifestazioni estetiche, allo stesso tempo gli strumenti contemporanei trovano, in occasioni come il Concorso Triennale quella attribuzione di ruolo che devono finalmente assumere anche fuori dal circuito dei musicisti.
Alla ricerca dell’erede di Stradivari
Tutto questo e di più è il Concorso Triennale di Strumenti ad Arco che per la diciassettesima edizione ha cercato di coniugare estetica e acustica, bellezza e funzionalità degli strumenti ad arco, nel segno dell’eccellenza della tradizione artistico-artigianale della grande liuteria cremonese. Con questa prospettiva ha lavorato la Giuria d’eccezione, coordinata da Paolo Bodini, presidente e ideatore del network friends of Stradivari, e composta dai musicisti Fabrizio von Arx, Daniel Rubenstein, Alberto Salomon, Dan Sloutskovski e Mirella Vedeva Ruaux e dai liutai Ulrich Hinsberger, Massimo Negroni, Benjamin Ruth, Elisa Scrollavezza e Gao Tong Tong. Liutai e musicisti sono stati chiamati ad analizzare ogni singolo strumento nella sua composizione, ma anche nella sua resa acustica nelle prove al buio, presso l’auditorium Arvedi del Museo del Violino, l’ultimo passaggio per approdare nell’Olimpo della liuteria.
Ma sull’Olimpo sale un solo violoncello
L’aver saputo coniugare l’alta qualità artistica e l’eccellenza acustica hanno fatto guadagnare al violoncello di Alessandro Peiretti non solo la medaglia d’oro, ma la possibilità di entrare nella collezione permanente del Museo del Violino, ovvero di far parte di quel tesoro inestimabile di strumenti che comprende alcuni dei capolavori assoluti di Amati, Stradivari e Guarneri del Gesù cui si affiancano i massimi esponenti della liuteria contemporanea. Ed è questo l’Olimpo per un liutaio, poter vedere esposto il proprio strumento negli stessi spazi in cui fanno bella mostra Stradivari, Amati, modelli irraggiungibili, da secoli l’esempio massimo del saper fare liutaio cremonese, riconosciuto dall’UNESCO come bene immateriale dell’umanità. Il vincitore della categoria dei violoncelli ha preceduto di una manciata di voti il cremonese d’adozione Michele Dobner e il francese, nato in Italia, Francesco Coquoz, anch’egli violoncellista.
Gli altri premi del Concorso Triennale di Strumenti ad Arco
Nessuna medaglia d’oro nella categoria violino, ma il cinese Liu Zhaojun ottiene il punteggio migliore e la medaglia d’argento. Doppio bronzo per il brianzolo Renzo Mandelli e l’argentino, ora fiorentino, Milos Seyda, anch’egli violoncellista. È invece cremonese la miglior viola, opera di Borja Bernabeu: nato a Madrid, si diploma al Technical College del Minnesota e alla Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona, dove apre la propria bottega. Terzo posto per il polacco Piotr Pielaszek. Solo due terzi posti ex aequo nella sezione contrabbasso: Cipriani Cesare Chereches e Tetsu Suzuki, una laurea in filosofia alla Nihon University e la vita pendolare tra le botteghe all’ombra del Torrazzo e a Tokyo. Al termine della serata di gala delle premiazioni al Teatro Ponchielli, una festa della liuteria mondiale, resta inespressa la riflessione sull’argento al liutaio cinese Liu Zhaojun che racconta di un saper fare cinese che si conferma sulla scena internazionale come una realtà in forte crescita non solo quantitativa, ma anche dal punto di vista qualitativa. E tutto ciò spaventa la piccola comunità degli eredi occidentali del grande Antonio Stradivari.
Nicola Arrigoni
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