Il nuovo museo digitale della musica indipendente italiana: come essere in un videogame
Afterhours, Cristina Donà, Bluvertigo. Sono tanti i musicisti che hanno calcato il palco del MEI - Meeting delle Etichette Indipendenti dalla nascita nel 1995 a oggi. Ora un museo virtuale ne ripercorre la storia trentennale
La musica indipendente italiana ha ora il suo museo digitale in ottica gamification: non esiste a livello fisico, ma è interamente fruibile da casa dal proprio cellulare e dal computer o dal proprio VR, quindi realtà virtuale. Obiettivo? Scoprire e interagire, come all’interno di un videogioco, con la storia del MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti, manifestazione musicale che da 30 anni raduna le principali produzioni discografiche indipendenti ed emergenti italiane a Faenza, in modo innovativo e immersivo.
Museo Digitale Della Musica Indipendente Italiana: come nasce l’idea
“L’idea prende spunto dall’attualità: il rischio che si perda la memoria di un racconto importante, quello delle realtà musicali indipendenti italiane che da oltre 30 anni lavorano incessantemente alla scoperta di nuovo sound, nuovi testi e nuovi artisti che rinnovano il mercato musicale”, spiegano ad Artribune i promotori del progetto gestito dall’associazione di discografici AudioCoop, presieduto da Giordano Sangiorgi, ideatore e organizzatore del MEI. “In un’epoca di frammentata digitalizzazione e parcellizzata informazione e di uno schiacciamento dell’informazione mainstream sul resto, è facile ci si dimentichi di questo ricco movimento composto nel tempo da migliaia di operatori, etichette discografiche, artisti e di tanti protagonisti di tutta la filiera, ricordando solo coloro -e sono comunque tanti- che dall’underground sono arrivati al successo”.
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Museo Digitale Della Musica Indipendente Italiana: la struttura
Afterhours, Cristina Donà, Bluvertigo. Sono tanti i musicisti che hanno calcato il palco del MEI dalla nascita nel 1995, quando organizzava a Faenza concerti di rock band emergenti, a oggi che è diventata la principale struttura di supporto alla scena musicale indipendente italiana. E il museo, concepito come un ambiente virtuale 3D, vuole documentare tutto questo. Prendendo ispirazione dalla suggestiva Piazza del Popolo di Faenza, cuore storico del MEI, la struttura digitale è suddivisa in stanze tematiche che custodiscono manifesti, videoclip, copertine e materiali storici di artisti e band che hanno segnato il panorama musicale indipendente dal 1995 al 2024. Per esplorarlo, basta andare su Spatial.io, la piattaforma collaborativa per la realtà estesa (XR) che offre alcuni vantaggi come la collaborazione remota in tempo reale; un’interfaccia intuitiva e facile da usare; visualizzazioni immersive in realtà estesa. Inoltre, è possibile consultare la collezione NFT delle opere esposte, suddivise per anno, tipologia e artisti, su OpenSea.
Museo Digitale Della Musica Indipendente Italiana: il futuro
Il Museo Digitale della Musica Indipendente si trova anche all’interno del sito del Meeting delle Etichette Indipendenti che ha appena rinnovato la sua grafica, in vista dei festeggiamenti del trentennale previsti per il primo week end di ottobre 2025, dando sempre più spazio alle piccole realtà musicali. “L’obiettivo di sviluppo”, concludono i promotori, “è di diventare nel tempo il contenitore di tutte queste ricche realtà che sono state capaci di raccontare pionieristicamente i nuovi tempi musicali. E lo hanno fatto anticipando mode, suoni, generi, stili e mantenendo il paese dal punto di vista musicale ad un alto tasso di proposta musicale di qualità: hanno contribuito in maniera significativa alla biodiversità e pluralità della proposta musicale, senza appiattirla su un unico genere commerciale”.
Claudia Giraud
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