Tipografia Sonora: la band marchigiana che unisce musica elettronica e l’arte di Mario Giacomelli
A cento anni dalla sua nascita, Giacomelli continua ancora oggi a essere una grande fonte d’ispirazione non solo per gli artisti visivi. Lo dimostra il disco di debutto del trio marchigiano che nasce dalla volontà di sonorizzare le fotografie del maestro conterraneo
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Maestro iconico capace di trasmutare l’immagine in poesia, Mario Giacomelli (Senigallia, 1925 – 2000) ha lasciato una traccia indelebile nella storia della fotografia del Novecento captando con i propri obbiettivi quel senso di sospensione magica che permea la realtà.
I cento anni della nascita di Mario Giacomelli
A cento anni dalla sua nascita, Giacomelli continua ancora oggi a essere una grande fonte d’ispirazione non solo per gli artisti visivi. A dimostrare questa tesi è un affascinante progetto musicale proveniente proprio dalla terra d’origine dell’importante autore: le Marche. Frutto dell’incontro delle sensibilità dei musicisti Michele Duscio (elettronica), Francesco Savoretti (percussioni) e Leonardo Francesconi (pianoforte), Tipografia Sonora nasce proprio con l’intento di dare voce agli emblematici scatti paesaggistici di Mario Giacomelli; una scelta dettata non solo dalla volontà di omaggiare il fotografo nostrano, ma da interpretare anche come celebrazione sottintesa della bellezza del territorio marchigiano.

Tipografia Marchigiana: punto di contatto fra la band e l’artista
Indissolubile punto di contatto fra la band e l’artista è per l’appunto lo stesso luogo di appartenenza, un elemento facilmente rintracciabile già nel nome dell’ensemble. Legame diretto con la vita di Giacomelli è, infatti, il ricordo dell’infanzia di uno dei componenti, Duscio: quello delle giornate trascorse nella bottega del nonno calzolaio – a Senigallia –, a pochi metri dalla celebre Tipografia Marchigiana che Giacomelli fondò nel 1951. Le connessioni però non finiscono qui, a tenere veramente unite tutte e quattro le personalità coinvolte è la sperimentazione: un elemento che, attraverso discipline e metodologie differenti, è in grado comunque di restituire a pieno le suggestioni di questo particolarissimo contesto.

Il disco di Tipografia Sonora dedicato a Mario Giacomelli
Tutti i sapori, e i saperi, dell’esperienza di Tipografia Sonora confluiscono adesso nella loro omonima opera prima. Pubblicato su vinile lo scorso 24 gennaio dall’etichetta milanese 51beats Label, l’album si compone di nove tracce che definiscono un viaggio ideale fra distese sconfinate che riaffiorano pian piano dal suono di synth, percussioni e pianoforte. Così come avviene per la luce nei lavori di Giacomelli, anche dai brani del disco prendono vita soggetti e sfumature pregne di una certa dilatazione spaziotemporale. Caratterizzate da un sound a cavallo tra jazz e ambient, che strizza tanto l’occhio ad autori quali Lambert e Jaga Jazzist quanto Plaid e Brian Eno, le tracce si susseguono in maniera autonoma e stratificata. Partendo da sequenze elettroniche random, viene strutturata, così, la base cangiante necessaria per l’improvvisazione e lo sviluppo dei pezzi stessi. Fra i più evocativi, menzioniamo Testa tra le nuvole, Ombre e clangori, Interiorità e Spazio, tempo, luce (queste ultime due contraddistinte da alcune registrazioni della voce di Giacomelli).
Il commento di Tipografia Sonora
A proposito di questa prima fatica discografica, il trio si esprime così: “Questo disco è un omaggio al fotografo e artista Mario Giacomellied è un tentativo di tradurre in musica la sua poetica fotografica. Attraverso una stratificazione compositiva e la contrapposizione tra strumenti acustici ed elettronici abbiamo cercato di riproporre quei contrasti decisi, quelle doppie esposizioni e sovrapposizioni tipiche di alcune sue immagini, sentendoci molto vicini anche al suo forte legame con il territorio, spesso soggetto della sua arte e delle sue visioni”.
Valerio Veneruso
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