Se lo Schiaccianoci perde una I
Lo “Schiaccianoci” rivisitato in chiave futurista, un esperimento di teatro per ragazzi intelligente e riuscito. L’associazione bolzanina di teatro e danza Bricabrac, guidata da Giuliana Lanzavecchia, dimostra come si possa parlare ai più piccoli senza banalizzare. Sarà l’ultima fatica del gruppo di teatro-danza bolzanino?
Lo spettacolo è davvero di un livello altissimo, sia da un punto di vista pedagogico, che creativo e artistico, nonché teatrale, soprattutto se consideriamo anche la difficoltà dei testi scelti, guidati dalle liriche del futurista italiano Sergio Tofano. La storia, infatti, è quella nota di Schiaccianoci e il re dei topi di C. T. Hoffmann, da cui il musicista russo Pyot Ilyic Ciajkovskij, nel 1891, ha tratto ispirazione per la realizzazione del suo famosissimo balletto Lo Schiaccianoci.
Lanzavecchia, insieme ai suoi piccoli attori, ha rivisitato il testo originale trasformandolo in un complesso canovaccio futurista, dove la perdita di una “I”, diviene pretesto per convertire la storia in un’avventurosa, rocambolesca, divertente e metaforica ricerca alfabetica, un viaggio nel mondo delle “parolibere”. Fuori campo i testi originali di Filippo Tommaso Marinetti, in scena la coreografia ammiccante allo stile del Bauhaus e di Oskar Schlemmer, le musiche utilizzate sono state scritte e composte per l’infanzia da Satie, Poulenc e Casella. Anche i costumi risultano, attraverso abili giochi di luci e ombre di scena, davvero sorprendenti in quanto a colori, materiali, fattura e raffinatezza, inseriti sempre, per tutto lo spettacolo, in scenografie tratte dagli schizzi di Depero, ideati all’epoca per Le Chant du Rossignol.
Questo Schiaccianoci è brillantemente orchestrato, ha un testo forte, una regia sorprendente, una coreografia studiata nei minimi dettagli. Ed è apprezzabile soprattutto se rapportato alle altre proposte che il mercato offre oggi, pensate per accattivare gli occhi, le menti e i gusti dei più piccoli. Qui non si trova nulla di commerciale, di zuccheroso o di facile consumo, ma, piuttosto, come la stessa Lanzavecchia ricorda, una “palestra delle idee”, una “ginnastica della mente”, che viene sollecitata e messa in scena in modo coraggioso. Certo, questo tipo di esperienza veramente “estetica”, proprio perché complessa e autenticamente educativa, richiede del tempo per essere compresa, fruita, apprezzata; tempi e spazi mentali che la società contemporanea, disabituata a soffermarsi, appare non più disposta a concedersi.
Nella serietà, nella cura e nella fedeltà ai linguaggi delle arti messa in scena a Bolzano, si può cogliere il rispetto che Bricabrac, associazione di teatro e danza di Bolzano, ha da sempre per i bambini grandi e piccoli, una considerazione pedagogica che si coglie nel tentativo di non instupidire i testi, di non rendere mai lo spettacolo eccessivamente divulgativo e “facile”. A tal proposito, torna alla mente una dichiarazione scritta nel 1937 da Tofano stesso, relativa al “teatro per ragazzi”, un’affermazione che sembra incarnare lo spirito di Bricabrac: “Per carità, niente quadretto familiare, niente oleografie patetico-sentimentali; non gesti edificanti di scolaretti probi né nobili azioni di balilla eroici. Facciamoli ridere, vivaddio, a teatro, risvegliando in essi il senso della bontà; più benefica quindi dei predicozzi, dei pistolotti e, soprattutto, della retorica”.
Ci auguriamo che questa associazione possa continuare a lavorare, trovando anche in Italia una nuova sensibilità e una maggiore visibilità istituzionale che, dopo più di dieci anni di lavoro di qualità, meriterebbe.
Gisella Vismara
Associazione BRICABRAC di Giuliana Lanzavecchia
Via E. Lienz 3 – 39100 Bolzano
tel. 0471 270062 – [email protected]
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati