Quando papi e cardinali rivoluzionavano il teatro in musica
Sembra che soltanto due gruppi di giovani, il collettivo di teatro sperimentale Anagoor e l’ensemble di musica barocca Sezione Aurea, sappiano riscoprire – in questi mesi in cui i grandi teatri in musica boccheggiano – opere all’epoca considerate rivoluzionarie, adattarle alle esigenze del pubblico di oggi, contenere i costi al minimo e fare spettacoli da poter essere agevolmente trasportati da città a città in differenti spazi scenici.
La riproposizione de Il Palazzo di Atlante di Giulio Rospigliosi (successivamente diventato Papa Clemente IX), su musica di Luigi Rossi, ha debuttato nel 1642 a Palazzo Barberini a Roma (dove si spera di rivederlo e di riascoltarlo tra qualche mese) con scene dipinte di Andrea Sacchi e macchine teatrali di Gian Lorenzo Bernini. Il Palazzo di Atlante, nell’adattamento del gruppo Anagoor e dell’ensemble Sezione Aurea, ha inaugurato il 13 agosto la Sagra Malatestiana a Rimini, utilizzando, per il prologo, il salone di ingresso del Teatro Galli (una struttura d’impianto neoclassico del 1857, bombardata durante la Seconda guerra mondiale e solo ora in restauro) e per l’azione teatrale il foyer del terzo ordine dei palchi, un’elegante sala per un centinaio di spettatori (oltre agli artisti).
Naturalmente Anagoor e Sezione Aurea non hanno riproposto il grandioso allestimento – dicono le cronache – del 1642 per uno spettacolo che allora durava oltre sei ore. Hanno scompattato e ricompattato il tutto in un lavoro di circa un’ora e mezza, tale però da mantenere il significato di testo e musica. La drammaturgia fa rivivere una sequenza di scene tratte dall’opera, utilizzando tecnologia e tradizione. I nove attori recitano, senza proferire parola. La parte musicale, in perfetta sintonia con l’azione scenica, è affidata all’ensemble Sezione Aurea con due soprani, un mezzosoprano, un tenore (in vari ruoli) e otto solisti (con strumenti il più vicino possibili a quelli del Seicento). Tutti bravissimi: attori, cantanti, strumentisti.
Ma cosa è Il Palazzo di Atlante? L’opera è tratta da uno degli episodi più celebri dell’Orlando Furioso. Orlando, alla ricerca di Angelica, viene trascinato in un palazzo incantato dove i cavalieri possono quasi toccar con mano quello che è per loro il desiderio più grande, senza mai poterlo soddisfare. A quest’allegoria del destino umano in cui si ci affatica inutilmente dietro a passioni, il libretto del futuro Papa e la musica dolente di Rossi aggiungono il tema della contemplazione della morte: l’arrivo di Astolfo, il suono del cui corno rompe l’incantesimo, porta molti giovani a perire in guerra. Un barocco, quindi, meno floreale, e meno concepito per l’improvvisazione del singolo artista, di quanto si è usi. La linea strumentale e vocale è severa e l’azione diretta alla meditazione.
Per molti si tratta una riscoperta sia di Luigi Rossi sia di Giulio Rospigliosi, noto come politico astuto e abile più che come prolifico autore di libretti (non solo sacri ma anche tragici e pure comici e fautore di innovazione drammaturgica e musicale). Venne denominato “il grande conciliatore”: nella veste di Nunzio Apostolico in Spagna riuscì a facilitare la soluzione di delicati problemi di successione alla Corte di Madrid, diventato Segretario di Stato iniziò una riforma profonda dell’amministrazione, una volta diventato Papa orchestrò la difesa dell’isola di Creta, ultimo baluardo veneziano nel Mediterraneo, e soprattutto ricompose i giansenisti con la Chiesa francese (un evento noto come Pax Clementina). Rospigliosi ha, però, lasciato un segno importante nella storia del teatro in musica per la trentennale attività nei saloni di Palazzo Barberini (ancora non esistevano teatri aperti al pubblico) che fu dominata dalla sua forte personalità come autore di testi sacri e profani e scelta dei compositori a cui affidarli. In particolare, dalla Nunziatura in Spagna apportò una svolta radicale alla librettistica e introdusse, nel teatro musicale italiano, innovazioni apportate nel siglo de oro dall’altro versante dei Pirenei.
Il Palazzo di Atlante ha molti aspetti in comune con La vida es sueño di Calderon de la Barca e con L’Illusion comique di Corneille, che solo pochi anni prima avevano debuttato a Madrid e Parigi e di cui Rospigliosi, poliglotta, conosceva certamente il testo a stampa. Testo e musica erano rivoluzionari per l’epoca: si usciva da una fittizia Arcadia per entrare in mondo dolente (con musica dolente) denso di interrogativi sulla vita e sulla morte. Erano i primi cenni, nel 1642, di modernizzazione.
Giuseppe Pennisi
http://www.sagramusicalemalatestiana.it/
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