Alla Cina piace l’opera. E salva teatri in ambasce
Ancora una volta è la Cina a tendere la mano ai teatri italiani. Ne avevamo parlato l’11 gennaio scorso, commentando la tournée in Italia de “Il Trovatore” della China National Opera e ricordando come nel 2011 Cina (e Giappone) aiutarono il Festival Puccini finito in bolletta per una svista burocratica. Ora è la volta del Bellini di Catania a essere salvato…
La Cina è appena andata in supporto del Teatro Massimo Bellini di Catania, uno dei più belli e con la migliore acustica del nostro Paese. Sempre in bilico tra programmazione tradizionale e innovativa, travagliato da serie difficoltà finanziarie, dopo aver presentato le “prime” in tempi moderni di opere ingiustamente coperte dall’oblio, ha varato una vera e propria campagna di Cina allo scopo di sopravvivere. A fine 2012, infatti, ci sono stati improvvisi e drastici tagli del contributo regionale, che hanno costretto il commissario responsabile del teatro a disdire tutti i contratti a termine e a tentare di mettere in atto una stagione di pochissimi titoli (quattro spettacoli di opere e due balletti) e qualche concerto.
Con i suoi 1.200 posti, il Bellini è ancora oggi – nonostante lavori di restauro non sempre perfetti – il teatro lirico con la migliore acustica in Italia e forse in Europa. A tal punto che, per anni, è stato la sala di registrazione favorita di Dame Joan Sutherland e di suo marito, il direttore d’orchestra Richard Bonynge. L’architetto, Carlo Sada, completato il Bellini nel 1890, ha utilizzato tecniche analoghe per il più vasto Colón di Buenos Aires.
Nei mesi scorsi è stato concluso un accordo di cooperazione tra il Bellini e l’Oriental Art Center di Shanghai, una delle più importanti istituzioni teatrali in Cina. Il maestro Xu Zhong, nella sua doppia veste di direttore artistico del Bellini e di presidente del comitato artistico dell’ente teatrale cinese, è stato in gran misura l’architetto dell’accordo.“Siamo fieri di avere l’opportunità di portare la nostra specificità su un palcoscenico così autorevole”, ha detto il commissario Enzo Zappulla, “e di confrontarla con la tradizione di un popolo dalla cultura millenaria”. L’Oriental Art Center dispone di tre sale, di cui una da 3.600 posti, e nei suoi sette anni di vita ha messo in scena oltre 3mila eventi.
La prima tournée del Bellini a Shanghai si è svolta dal 13 al 20 maggio con due appuntamenti per i quali già da tempo i biglietti erano tutti esauriti: sabato 17 maggio il Galà Concerto nell’immenso Shanghai Chenshan Botanical Garden, un enorme parco pubblico, e all’Oriental Art Center il dittico Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, che hanno chiuso la 31esima edizione dello Shanghai Spring International Music Festival. L’entusiasmo con cui i 2mila spettatori della Shanghai Culture Square, spettacolare e modernissima sala teatrale nel quartiere francese della metropoli, hanno accolto e poi salutato il dittico ha lasciato stupiti gli stessi artisti siciliani.
Consensi convinti e grandi applausi per i cast delle due opere: Dimitra Theodossiou, anzitutto, Santuzza in Cavalleria rusticana; Sabina Beani (Lola), Richard Wolfgang Bauer (Turiddu), Francesca Aparo (Mamma Lucia), Paolo La Delfa (Alfio). Come pure per Daniela Schillaci (Nedda in Pagliacci), Richard Wolfgang Bauer (Canio), Kamie Hayato (Tonio), Roberto Iuliano (Beppe), Salvo Todaro (Silvio). Molto apprezzato l’impianto scenico di Salvatore Tropea, le luci di Salvatore Da Campo, i costumi di Alberto Spiazzi e la regia tradizionale e di grande effetto di Luca Verdone. Tanti applausi anche per il coro diretto da Gaetano Costa.
All’orizzonte un accordo organico che contribuirebbe a “salvare il Bellini” imponendolo, anche grazie alla cooperazione con la Cina, all’attenzione delle autorità regionali e nazionali in Italia.
Giuseppe Pennisi
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