DNA Europe. Focus sulla nuova danza internazionale
DNA Europe. Focus sulla nuova danza internazionale 3-7 Novembre Teatro India, Roma Al via il 3 novembre e fino al 7, al Teatro India, il nuovo appuntamento con DNA, il focus – curato da Anna Lea Antolini – che Romaeuropa Festival dedica alla nuova danza internazionale. La sigla, che dal 2011 ha indicato l’attenzione […]
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DNA Europe. Focus sulla nuova danza internazionale
3-7 Novembre
Teatro India, Roma
Al via il 3 novembre e fino al 7, al Teatro India, il nuovo appuntamento con DNA, il focus – curato da Anna Lea Antolini – che Romaeuropa Festival dedica alla nuova danza internazionale.
La sigla, che dal 2011 ha indicato l’attenzione alla giovane Danza del Romaeuropa Festival – con uno sguardo particolare alla capacità di scrittura coreografica dei nuovi autori – si trasforma quest’anno in DNA Europe a indicare non solo un consolidato ampliamento del campo di indagine, ma anche una fitta rete di collaborazioni con alcuni dei più importanti organismi europei, impegnati nella promozione e nella produzione dei nuovi talenti della danza.
Apre il focus, il 3 novembre, Softer Swells della giovane irlandese Aoife Mcatamney, danzatrice dalla forte personalità che ha lavorato con William Forsythe, Wayne McGregor, Angelin Preljocaj – per citare alcuni nomi – e che presenta una coraggiosa ricerca sul rapporto tra maschile e femminile a partire dalla sublimazione aerea di una voce delicata e femminea e l’abbassamento di un movimento maschile, atletico e contorto.
È un viaggio in un’interiorità femminile, quello proposto da Annamaria Ajmone, vincitrice della scorsa edizione del premio Appunti Coreografici (creato e sostenuto dalla Fondazione Romaeuropa insieme a una rete di partner nazionali) che con Tiny ci conduce in un universo fatto di fantasie, echi, memorie personali e culturali, ponendo costantemente in relazione interiorità ed esteriorità, spazi interni al corpo e spazi esterni.
West End è il titolo del nuovo lavoro di Chiara Frigo, già in scena nelle passate edizioni di DNA e ora alle prese con la tenace relazione che l’Occidente instaura con la decadenza. Una performance ritmata, interamente costruita sulla pratica del tip-tap e interpretata dalla danzatrice Amy Bell, a cui è affidato il compito d’incarnare una doppia chiave di lettura: West End come luogo d’intrattenimento, ma anche come ultima stazione della cultura Occidentale.
Ai giovani e promettenti coreografi britannici Igor and Moreno – il primo di origine spagnola, il secondo italiana– il compito di aprire, il 4 Novembre, la giornata dedicata all’incontro tra DNA e Aerowaves, network europeo dedicato alla danza di ricerca in cui il duo figura tra le compagnie principali per il 2015 e di cui la Fondazione Romaeuropa è partner da quest’anno.
Con Idiot-Syncrasy i due danzatori descrivono gli odierni tempi di crisi tra desideri e frustrazione.
Dinamica, fresca e leggermente assurda la ricerca coreografica dell’olandese – di origine israeliana – Liat Waysbort, che con il solo Please me Please danzato da Ivan Ugrin affronta il tema della trasformazione del corpo e delle diverse reazioni che questa provoca negli spettatori.
La compagnia Hodworks con Conditions of Being a Mortal. Movement I. Movement III. presenta una divertente e irriverente narrazione dell’intimità dei danzatori della compagnia tra paradiso e terra, scarpe da punta e piedi nudi, in un trionfo sulla banale realtà urbana.
Se il 5 novembre lo spagnolo Albert Quesada, che ha condotto la sua ricerca sotto l’ala di Anne Teresa De Keersmaeker, con il suo Wagner & Ligeti riflette sulle strutture musicali e sul rapporto tra suono e movimento, il 6 novembre Ionannis Mandafounis ed Elena Giannotti con ApersonA costruiscono una piecè sviluppata come un tableau mouvant: un duetto o un’opera buffa il cui libretto si costruisce attraverso l’organicità di suoni, gesti e spazi.
A chiudere DNA Europe il 7 Novembre è Jan Martens, coreografo belga/olandese, in scena con un solo creato per sé stesso ODE TO THE ATTEMPT: una sorta di autoritratto-collage della vita privata e lavorativa dello stesso coreografo, che diventa sulla scena ritratto di una generazione che fa di smartphone e computer dei veri e proprio prolungamenti del proprio corpo e del proprio modo di comunicare.
http://romaeuropa.net/festival-2015/dna-europe-la-nuova-generazione-della-danza/
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