HOTEL PRO FORMA
HOTEL PRO FORMA Laughter in the Dark 28 – 29 Novembre Teatro Vascello, Roma Il fascino di un romanzo scabroso e sensuale di Vladimir Nabokov, Laughter in the Dark (Risata al buio), raggiunge le scene grazie al collettivo danese Hotel Pro Forma, in un allestimento tra teatro, installazione, arti visive e coreografia presentato a Romaeuropa […]
HOTEL PRO FORMA
Laughter in the Dark
28 – 29 Novembre
Teatro Vascello, Roma
Il fascino di un romanzo scabroso e sensuale di Vladimir Nabokov, Laughter in the Dark (Risata al buio), raggiunge le scene grazie al collettivo danese Hotel Pro Forma, in un allestimento tra teatro, installazione, arti visive e coreografia presentato a Romaeuropa in prima italiana.
Nel suo sesto romanzo, per la prima volta Nabokov affronta l’argomento che lo renderà celeberrimo con Lolita: Laughter in the Dark narra del critico d’arte Albinus che si innamora di Margot, una giovane attrice, e lascia moglie e figlia per andare a vivere con lei, che ricambia le sue attenzioni solo per convenienza. Su questa base, lo scrittore russo articola una spirale di sensualità e intrighi che terminano tragicamente: Albinus perde la vista in un incidente d’auto e diventerà vittima anche di tradimento e menzogna, fino a quando in scena non si sentirà un fatale colpo d’arma da fuoco.
Una trama che
a Hotel Pro Forma serve da rampa di lancio per sviluppare un lavoro di gruppo, affidando la riduzione teatrale a Mogens Rukov, scrittore tra i fondatori del manifesto Dogma e sceneggiatore
di film come Festen di Thomas Vinterberg e Idioti di Lars von Trier. La regista Kirsten Dehlholm crea assieme ad Adalsteinn Stefansson anche una scenografia-installazione in movimento e dal carattere straniante, funzionale ad articolare in tre atti la vicenda, narrandola da diversi punti di vista e mettendola in scena anche con tecniche cinematografiche e coreografiche, curate da Mette Ingvartsen.
Nel teatro disciplinare di Hotel Pro Forma un ruolo portante lo svolge la musica eseguita dal vivo e composta per lo spettacolo dall’acclamato sperimentatore Nils Frahm. Pianoforte e organo, strumenti proposti in cuffia al pubblico nella prima parte dello spettacolo, suggeriscono atmosfere gotiche, nuovi spazi sensoriali da percorrere; nuovi racconti.
La scelta di un romanzo semplice, ben scritto e dalla trama classica, ha permesso infatti di sviluppare gli elementi audio-visivi fino a farli diventare personaggi aggiunti della storia. In questo modo, lo spettacolo si divide in tre atti:
1. BUIO
Tutto ha inizio “in medias res”. Albinus è diventato cieco. Voci e suoni si muovono in tutte le direzioni, attraverso il corpo del pubblico, tramite microfoni e cuffie binaurali. Fino allo spazio interiore più profondo.
2. LUCE E OMBRA
La scenografia è vissuta come un’inevitabile macchina in continuo movimento. Spinge i personaggi in direzioni in cui scompaiono e da cui possono riapparire, trovandosi in nuove situazioni. La storia è raccontata, in questo atto, dall’inizio alla fine. La coreografia fa utilizzo dello spazio, bilanciando i movimenti della macchina con la personalità dei personaggi e la sequenza d’eventi prevista dalla narrazione. I costumi e le calzature sono allo stesso tempo riconoscibili e necessariamente alienanti. I personaggi stessi diventano parte della scenografia.
3. MUSICA
Il racconto è finito, ma la musica continua. Si scrolla di dosso la storia e ci trasporta in una martellante e ritmica stanza fatta di toni, colpi di martello, volumi, corde e melodica bellezza. La musica rompe con un racconto condannato, per aprirsi a nuovi spazi.
E tutto parla alla mente e ai sensi.
http://romaeuropa.net/festival-2015/laughter-in-the-dark/
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