Fabbrica Europa. Musica e danza in scena a Firenze
Piattaforma di linguaggi innovativi, Fabbrica Europa trasforma ogni anno la Stazione Leopolda di Firenze in un luogo della contemporaneità espressiva: una stazione di transito creativo in cui, pezzo dopo pezzo, viene costruito un immaginario fertile e attuale, attraverso panorami di persone e artisti dalle identità non lineari.
CORPO E COREOGRAFIA
Luogo di creatività interdisciplinare, Fabbrica Europa ha aperto con proposte innovative, tra cui il progetto Gamelan, appositamente creato per la XXIII edizione del festival fiorentino e concepito da un team di tre coreografi: Michele Di Stefano, Fabrizio Favale e Cristina Rizzo. Sulla scia della Piattaforma Balinese, iniziata a Santarcangelo nel 2014, gli autori hanno sviluppato ulteriormente l’idea di un progetto temporaneo dedicato alle pratiche corporee e basato sul principio di scambio di materiale coreografico tra gli artisti. Venti interpreti – tra cui gli stessi Rizzo e Favale –, tra artisti presenti nel festival (Irene Russolillo, Francesca Foscarini, Sol Picò, Biagio Caravano, Martyn Garside, una formidabile Minako Seki) e altri scelti dal panorama internazionale. A turno entrano nel vasto spazio vuoto del palcoscenico, ciascuno esibendosi nella propria performance in un tempo molto breve, e, sfumando l’uscita, lasciano il posto al successivo danzatore. A tratti, rapidi interventi musicali e il suono di un campanello che detta il tempo. Solo in alcuni momenti entrano tutti in scena, in ordine sparso, posizionandosi con il proprio movimento sempre diverso, mentre in altri formano dei duetti. Alla severità di alcuni fanno da contrappunto interventi ironici e stravaganti di altri: chi con una vistosa parrucca bianca, chi con un mazzo di fiori in testa, chi con due bombolette spray spruzzate per creare l’atmosfera, chi con un palloncino nero fatto scoppiare, chi con pose scimmiesche improvvisate.
DALLA SOLITUDINE ALLA CONDIVISIONE
Tutta questa staffetta di entrate, uscite, e ritorni, della durata di novanta minuti, aperta a infinite possibilità, si svolge nella più assoluta libertà, pur nella griglia di una struttura stabilita. Questa successione condivisa di corpi richiede un ascolto reciproco. Ed è ciò che si viene a creare. Se Gamelan (orchestra di origine indonesiana, i cui strumenti musicali sono costruiti e intonati per suonare insieme) inizialmente poteva dare l’idea di una monotona performance, pian piano l’accumulo coreografico di materia danzata, con quei gesti “primitivi”, rapidi, circolari, crea una rete umana di gesti e sequenze quotidiane sempre più coinvolgenti che, dall’idea di solitudine si trasforma in una sorta di condivisione della condizione umana. Con leggerezza.
ANDROGINO SHAKESPEARE
Decisamente narrativo, pur nella sua grammatica a tratti astratta, è 4 steps 4 angel, coreografia altamente poetica di Charlotte Zerbey per un trio al femminile. Il lavoro dà corpo al tema del “genere”, ispirato all’epoca elisabettiana, quando giovani attori interpretavano personaggi femminili. Qui è viceversa. Lo spettacolo è costruito sul dialogo tra il poeta William Shakespeare e il suo amore, in versi, a un Fair Youth, il “bel giovane” a cui sono dedicati la maggior parte dei 154 sonetti del Bardo. La coreografia è un poetico, misterioso dialogo in danza che rimanda all’archetipo dell’androgino. Tre donne in pose e in abiti maschili che si scambieranno e presto abbandoneranno per ritrovarsi in slip e t-shirt, poi in un body color carne vagamente settecentesco. Una mutazione scandita dalle musiche, dalle canzoni e dalle sonorità che toccano differenti scansioni ritmico-vocali: dalla Beat alle melodie pop, al rap. Un soundscape che svela e muta l’azione caricandola di mistero. Con un cambio d’atmosfera il trio trascolorerà dai piccoli gesti delle mani e delle braccia in movimenti netti e forsennati al ritmo di una musica ossessiva. Su una lama di luce a terra due protagoniste del trio si specchiano l’una nell’altra ripetendo gli stessi gesti, mentre la terza le osserva con gli abiti ammucchiati a terra che butterà in aria sconvolgendo i rapporti. Quindi tutte e tre (le intense Elisa Capecchi, Olimpia Fortuni, Isabella Giustina) ingaggeranno un corpo a corpo sensuale, urtandosi, toccandosi, intrecciandosi, giocando, per unirsi, infine, come un corpo unico che freme, abbracciandosi.
Giuseppe Distefano
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