Come onde del mare. Virgilio Sieni a Firenze
Al festival “La democrazia del corpo” a Firenze, nella sede di Cango, l’ultima creazione del coreografo fiorentino è una composizione in due parti. Con due comunità femminili che reagiscono alla musica di Claude Debussy.
Un flusso di gesti, di articolazioni lente e veloci delle braccia e delle mani, di movimenti fluidi, liquidi, molecolari, che si stratificano in forme e dettagli subito dissolti. Se eseguiti da un sestetto di donne anziane essi acquistano la concretezza del vissuto, la consapevolezza del gesto in sé, della sua fragilità, della sua incrinatura. Ma anche della sua forza, della memoria del corpo che muove quella ripetizione gestuale. Ad avviare il movimento dei loro arti, a dirigerne le direzioni nello spazio, l’incedere dei passi, l’espandersi e il rinchiudersi nel gruppo, è lo stesso Virgilio Sieni che si fa burattinaio amorevole con le sue creature, silenzioso e invisibile manovratore che fa riemergere da quei corpi recondite reminiscenze.
ONDE MARINE
L’immaginario che si viene a comporre in questo ipnotico fluire e defluire è quello di onde marine, visione ancora più manifesta nei corpi delle sei giovani danzatrici che subentrano dopo lo svanire del primo gruppo. La mer, l’ultima creazione del coreografo fiorentino è una composizione in due parti, due comunità femminili che esplorano la diversa natura della vita immerse nel suono liquido della musica di Claude Debussy.
UN CORPO UNICO
Sulle note della sinfonia del mare del compositore francese le giovani interpreti, in body color carne e tre di loro a seno nudo, assumono dapprima posture a terra come sirene acquatiche; poi, nel piegarsi fluttuante in verticale, nel sincopato oscillare di braccia protese e di gambe allungate, nell’attraversamento vacillante dello spazio, nel disperdersi e ricomporsi come risacca sulla riva, ora distese e striscianti, ora inerti, ora impetuose, evocano, ma senza descrivere, quell’ondeggiare del mare, quieto o tempestoso nella sua ammaliante evanescenza. Nel magma di dinamiche disarticolate e compatte, le vibranti danzatrici sono un corpo unico, guizzanti di energia trattenuta o esplosa nel dare vita a un pensiero coreografico che fluisce meraviglioso nei loro corpi, come se fossero i loro tessuti muscolari, le posture e le pieghe della loro continua mutazione a generare la musica di Debussy.
Giuseppe Distefano
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