Danzare sul Grande Cretto di Burri a Gibellina. Il racconto in un video di teatro-danza
In attesa del futuro restauro, la danza di un gruppo di performer ricoperti di argilla crettata documentata da un video fa rivivere questa immensa opera di land art realizzata da Alberto Burri oltre 30 anni fa.
Nell’agosto del 2016 il Grande Cretto di Alberto Burri a Gibellina, da emblema di una grande tragedia (l’opera sorge, infatti, sui ruderi del paese distrutto dal terremoto del Belice nel 1968), si è trasformato in un luogo di rinascita. Lì, tra quelle fessure cementificate dall’artista umbro a ricordare la violenza devastatrice del sisma in Sicilia, i ballerini del corso di Teatro-Danza della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano hanno danzato sulle musiche del gruppo siciliano di indie-rock Mashrooms col corpo ricoperto di argilla crettata, come a inscenare un rito catartico: da quella performance è nato il video The Dance of the Living Stones dello storico dell’arte Angelo De Grande. Ora le centinaia di foto scattate durante i giorni delle riprese, che mostrano tutti i protagonisti immersi negli spazi di questa immensa opera di land art – dai ballerini al duo Moss che ha concepito la coreografia – si potranno ammirare in anteprima a Milano dal 15 al 25 maggio, presso i locali della Mediateca Santa Teresa, nell’ambito del MilanoPhotofestival per poi essere riproposte a Ragusa, presso la galleria Sudestasi Contemporanea, in luglio.
COME NASCE IL PROGETTO
MASHROOMS BABOSA or The Dance of the Living Stones (official clip)! from THE DANCE OF THE LIVING STONES on Vimeo.
The Dance of the Living Stones è un progetto nato sulla scia delle celebrazioni del centenario della nascita di Burri (1915-2015), con l’intento di documentare l’opera di cristallizzazione dello spazio iniziata più di trent’anni fa, sempre in attesa di un restauro che tarda ad arrivare, come ci spiega De Grande: “il restauro del cretto era previsto per fine luglio 2016 e la fondazione Burri Palazzo Albizzini a Città di Castello mi aveva sconsigliato di girare in quel periodo. Ma ho deciso di rischiare e ho portato 25 persone a Gibellina la prima settimana d’agosto”. Il risultato lo si può vedere nel video che documenta la performance di questi corpi danzanti sullo sfondo del Grande Cretto, in un dialogo tra il nuovo (la parte dell’opera più recente, ancora bianca, “fresca”) e il vecchio (la parte più antica, grigia e ormai ricoperta di vegetazione), in un turbinìo di movimenti spezzati e contrastanti che giungono infine all’armonia. “Sono contento di aver avuto il tempo e la possibilità di documentare questa fase di passaggio del Grande Cretto“, conclude De Grande. “Dopo il ‘restauro’ l’opera sarà come nuova e non si apprezzeranno più gli effetti del tempo sulla materia se non aspettando altri 30 anni”.
-Claudia Giraud
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