Il teatro di Ligia Lewis a Milano per una notte. In una chiesa diventata studio d’architettura
Cosa c’entrano una chiesa sconsacrata, un noto studio d'architettura e una coreografa di fama internazionale? Lo spiega Ligia Lewis. Ma accade tutto in un’unica notte, tra performance e architettura. Ecco tutte le immagini.
“Voglio rovesciarti ed entrare nella tua pelle”. Così, nella chiesa sconsacrata di San Paolo Converso, ora sede dello studio CLS Architetti, Ligia Lewis ha aperto la sua ultima performance Minor Matter. A prevalere, nei corpi e nella scenografia ridotta ai minimi termini nonostante l’opulenza barocca di altare ed affreschi, è il nero, motivo formale e semantico. La danza, sgrammaticata e bestiale, è infatti un inno scomposto alla negritudine come condizione esistenziale. Un gioco di aggregazione e disgregazione, dove l’armonia lascia il posto alla fatica, la leggerezza al “peso” della carne, quanto mai inopportuna in una chiesa che, al buio e in silenzio, rivendica i suoi antichi fasti. Lo sfondo sonoro è protagonista: dal barocco all’industrial all’elettronica berlinese, segue e rimarca il passaggio dall’ambiente all’uomo, dall’età dell’oro a quella del ferro. “Black Black!”, urla la Lewis in chiusura. Si spengono i riflettori.
– Marta Milasi
www.converso.online
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