Il ritorno di Kevin Spacey in pubblico a Roma con reading di poesie a sorpresa a Palazzo Massimo
L’attore statunitense, da tempo assente sulle scene, ha interpretato i componimenti dello scrittore Gabriele Tinti, ispirati alla statua greca “Pugilatore a riposo” conservata a Palazzo Massimo. Qui il filmato
Lo scorso 2 agosto, presso la sede di Palazzo Massimo (giusto di fronte alla Stazione Termini) del Museo Nazionale Romano, al cospetto di un piccolo gruppo di fortunati ascoltatori, si è svolto un reading a sorpresa inscenato dal famosissimo attore Kevin Spacey. Spacey, due volte Premio Oscar, interprete di film come American Beauty, House of Cards e Seven, ha letto alcuni componimenti poetici tradotti in inglese dello scrittore Gabriele Tinti, ispirati alla statua bronzea Pugilatore a riposo. Con questa uscita, Spacey fa la sua riapparizione in pubblico dopo almeno due anni di assenza sulle scene internazionali. L’attore era letteralmente sparito a causa dei diversi scandali di molestie in cui era stato coinvolto (le cui accuse sono state poi ritirate). Nel video, la sua lettura accanto alla statua greca.
KEVIN SPACEY A ROMA
La collaborazione parte mesi prima, con Tinti che si mette sulle tracce dell’attore statunitense per fargli avere i suoi scritti. Ci riesce e trova riscontro nella “sua sensibilità e profonda passione per l’arte”, riferisce lo scrittore. Un’adesione al progetto che si realizza, infine, nel reading di Palazzo Massimo, custode di un’importante collezione di arte antica, numismatica e oreficeria, distribuita sui quattro piani dell’edificio. Ma cosa racconta Il Pugile di Gabriele Tinti? “Di fronte al Pugile non ho potuto far altro che cantare tutta la fragilità, la solitudine, il peso d’una vita drammatica”, spiega l’autore, “rappresentato dall’artista nell’atto di volgere il capo nel mentre qualcosa di speciale sta accadendo (Kairós), il pugile è seduto, fortemente segnato da ferite profonde e da un copioso sanguinamento su tutto il lato destro del corpo. Non sappiamo con certezza che cosa significhi quel volgersi del capo: è forse l’ascolto del verdetto del giudice? O una nuova chiamata al combattimento? È uno sguardo alla folla incitante? O forse una muta interrogazione a Zeus alla ricerca di una qualche risposta? Le numerose controversie scaturite nel tentativo di spiegare quel gesto che ha fondato tutto il mistero e la poesia, tutta la seduzione, dell’opera”.
“ROVINE”, IL PROGETTO DI GABRIELE TINTI
La collaborazione con Kevin Spacey è un tassello del più ampio progetto Rovine che Gabriele Tinti porta avanti da anni e in cui immagina, attraverso una narrazione poetica, la vita che gli uomini raffigurati dalle statue antiche ebbero e i pensieri che attraversarono le loro menti. Di fronte all’indeterminatezza che spesso circonda le attribuzioni delle opere, il carattere talvolta ipotetico degli studi, l’autore individua una disperata lotta per la preservazione della storia contro l’erosione del tempo, inesorabile, e dà voce a queste figure giunte fino a noi. Tra i soggetti dei suoi componimenti ci sono Il pugile a riposo, Il Galata suicida, il Giovane vittorioso (Atleta di Fano), il Fauno Barberini, Il Discobolo, I marmi del Partenone, l’Ercole Farnese, con letture interpretate da Joe Mantegna, Robert Davi, Burt Young, Franco Nero e Marton Csokas. Ma in esame c’è stata anche la pittura, come i quadri di Giorgio de Chirico interpretati da Alessandro Haber al Museo del Novecento di Milano (qui il video).
-Giulia Ronchi
http://www.gabrieletinti.com/
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