Carlo Buccirosso e la battaglia a favore dei “tartassati”. Al Teatro Rendano di Cosenza
Parla di Equitalia, di crisi e di quel senso di perenne oppressione che caratterizza il presente la pièce teatrale di Carlo Buccirosso, andata in scena al Teatro Alfonso Rendano di Cosenza.
C’è tanto di Eduardo e della tradizione teatrale partenopea nella messinscena de La rottamazione di un italiano perbene, versione rivista e aggiornata de Il miracolo di Don Ciccillo, entrambi scritti, diretti e interpretati da Carlo Buccirosso.
Noto soprattutto per i ruoli di napoletano medio-borghese nelle commedie di Carlo Vanzina e Vincenzo Salemme, Buccirosso è apprezzato portavoce di quella scuola napoletana che coniuga l’intrattenimento con la satira sociale, la comicità con la denuncia, offrendo allo spettatore spaccati di vita nei quali le miserie umane sono spunto di riflessione e divertimento. È il caso de La rottamazione di un italiano perbene, spettacolo inserito nella stagione 2019/2020 del teatro comunale “Alfonso Rendano” di Cosenza e rappresentato sabato 29 febbraio e domenica 1° marzo nell’ambito della rassegna L’Altro Teatro, proposta dall’ente omonimo.
LA TRAMA
La crisi economica, tema portante già nella prima stesura del 2010, prende forza e intensità nel nuovo adattamento, segno che la recessione in atto è tutt’altro che risolta. La pièce racconta infatti la sfortunata vicenda di Alberto Pisapia (interpretato da Buccirosso), ristoratore di professione sull’orlo del fallimento la cui disastrata situazione finanziaria è fonte di incubi e disagio fisico e mentale, condizione che mette a dura prova la famiglia composta dalla moglie Valeria (Donatella De Felice) e dai figli Anna (Elvira Zangone) e Matteo (Giordano Bassetti), incapaci di arginare gli assalti insensati verso il principale nemico, Equitalia, incarnata dal più surreale dei funzionari addetti alla riscossione, la suocera Clementina (Tilde De Spirito), e dall’altrettanto caratterizzato e un po’ malevolo portalettere (Davide Marotta), conduttore di cartelle esattoriali a più non posso. Alberto combatte una personale e disperata battaglia contro gli attacchi spietati dell’Agenzia delle Entrate che si traduce in un paradossale dubbio amletico: rottamare o non rottamare (se stesso)?
Nella già tratteggiata situazione tragicomica s’inseriscono i personaggi della cognata un po’ svampita (Fiorella Zullo), del di lei ambiguo marito (Peppe Miale), dell’incapace domestico filippino (Matteo Tugnoli) e del parroco mediatore (Gino Monteleone). Un cast affiatato e capace nel quale l’ironia amara di Buccirosso è portatrice del messaggio di affanno assurdo e inutile nel quale siamo costretti a vivere quotidianamente, figli di una società complicata che penalizza l’intraprendenza e mortifica l’onestà.
Realistiche e curate le scenografie di Gilda Cerullo e Renato Lori, che fanno il paio con i costumi di Zaira de Vincentiis; efficaci il disegno luci di Francesco Adinolfi e le musiche di Paolo Petrella.
LO SPETTACOLO
Prodotta da Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, impresa teatrale nata dalla fusione di due storiche strutture napoletane ‒ Ente Teatro Cronaca, fondata nel 1959, e Vesuvioteatro, attiva nel teatro d’innovazione e nell’organizzazione di eventi culturali ‒, la pièce ha debuttato il 20 novembre scorso a Sant’Arpino (Ce) e sarà in tournée a ritmo quasi giornaliero in tutta Italia.
Quello di Cosenza è stato il nono appuntamento di un cartellone di prosa e musica che privilegia le maestranze italiane e l’intrattenimento di qualità, messo in essere dagli operatori culturali Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano e finanziato dalla Regione Calabria come evento storicizzato – sull’avviso pubblico per la selezione e il finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali, la qualificazione e il rafforzamento dei beni culturali – con il supporto dell’amministrazione comunale.
Le incertezze dovute alla diffusione del Coronavirus non hanno scoraggiato il pubblico cosentino che ha come sempre affollato la platea e i palchi del teatro di tradizione cittadino, dimostrando di apprezzare la comicità e il mestiere della compagnia partenopea.
Buccirosso, attore versatile, regista e commediografo, vincitore di numerosi premi fra cui spicca il David di Donatello nel 2015 come attore non protagonista per il film Noi e la Giulia, non ha mancato a fine spettacolo di esternare il proprio disappunto per la dipendenza da smartphone che ormai caratterizza il pubblico di giovani e meno giovani, portato a chattare anche durante la rappresentazione o a scattare fotografie con il flash creando disturbo agli attori in scena.
COSENZA, IL TEATRO, LA CULTURA
Il “Rendano” continua a essere per i cosentini il teatro più importante ed elegante dell’area urbana, anche se al momento la città soffre per un’offerta culturale meno vivace del solito. Attualmente l’Acquario, da quarant’anni teatro di sperimentazione, non ha una propria programmazione all’infuori della rassegna per l’infanzia che si tiene al teatro Morelli, mentre la stagione del teatro Auditorium dell’Università della Calabria, promotore di un cartellone innovativo nei linguaggi e nelle proposte, si è fermata ai primi di dicembre, forse a causa di avvicendamenti ai vertici. L’alternativa è quindi costituita dalle iniziative delle diverse associazioni culturali e delle compagnie teatrali locali, che garantiscono comunque un buon livello artistico; non poco in tempi di crisi perenne e in una regione dove davvero “con la cultura non si mangia”.
‒ Franca Ferrami
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