Biennale Teatro e Biennale Danza a Venezia: svelati i programmi dell’edizione 2021

È previsto dal 2 all’11 luglio il 49. Festival Internazionale del Teatro, mentre dal 23 luglio al 1 agosto sarà il turno del 15. Festival Internazionale di Danza Contemporanea. Ecco tutte le novità e gli ospiti attesi nelle kermesse.

È un energico appello rivolto ai governanti quello di Gianni Forte, direttore con Stefano Ricci del settore Teatro, alla fine della sua presentazione del programma: “Basta, non ne possiamo più. Per favore fateci ritornare a casa, nei nostri teatri, nei nostri spazi di cultura, per una crescita personale ma soprattutto per la crescita di uno Stato che vuole essere adulto e responsabile”. Entrambi i neo direttori artistici hanno scelto per il 49. Festival Internazionale del Teatro (dal 2 all’11 luglio 2021) il titolo Blue, motivandolo con un aforisma di dello scrittore americano Jack Kerouac: “Il cielo è blu perché tu vuoi sapere perché il cielo è blu”. “Kerouac intendeva suggerire”, spiega Ricci, “che un puzzle è un problema o un enigma che sfida l’intraprendenza. Eccoci qui, oggi, a sfidare il rebus, a ricostruire, ad alzare tutti insieme lo sguardo verso un’identica volta celeste e a porci, finalmente, domande necessarie ad ognuno. Non siamo soli. Ripartiamo da questo. Riprendiamo dalle origini, dai Maestri, dal Blue, per stabilire una cordata verso l’alba che ci sta chiamando. Perché già in tale ascolto collettivo, in tale rispetto dell’altro, c’è, in nuce, l’essenza di una nuova dignità espressiva che spazza via l’afasia solipsistica contrassegnante la nostra era prepandemica. Non siamo soli. Dobbiamo farcela”.

Roberto Latini; foto dello spettacolo In Exitu  ©Angelo Maggio

Roberto Latini; foto dello spettacolo In Exitu ©Angelo Maggio

LA BIENNALE TEATRO

Il progetto per l’edizione 2021/2024 di Biennale Teatro pensato dalla coppia artistica sarà centrato sull’esplorazione dell’uomo oggi e delle sue molteplici complesse sfaccettature. “Il timbro della nostra poetica”, continua ancora Ricci, “si delineerà e prenderà forma di una tetralogia, composta da quattro parti con una matrice tematica differente per ciascun anno, legata ad uno specifico colore che agirà da principio attivo che ci ‘contagerà’ emotivamente. Pensiamo a colori e vedremo il mondo in modo diverso”. Sarà il Leone d’oro alla carriera Krzysztof Warlikowski, polacco, figura emblematica del teatro postcomunista, con all’attivo una sessantina di opere teatrali e liriche, ad inaugurare il Festival con una novità per l’Italia: We are Leaving, adattamento di Suitcase Packers dell’israeliano Hanoch Levin. Uno spettacolo all’insegna della coralità, intinto di umorismo nero che vira in tragedia. In scena una piccola comunità con le sue storie quotidiane fatte di risentimenti e tensioni pronte a esplodere, un mosaico di personaggi che Warlikowski blocca in una coreografia di gesti, tic, posture.

Kornel Mundruczo  Proton Theatre foto dello spettacolo Hard to be a God  ©Proton Theatre, Márton ÁGH

Kornel Mundruczo Proton Theatre foto dello spettacolo Hard to be a God ©Proton Theatre, Márton ÁGH

IL CARTELLONE DELLA BIENNALE TEATRO

Con Hardto be a God Kornél Mundruczó, con la compagnia indipendente Proton Theatre, porta in scena un mondo di brutalità e prevaricazione che apre sugli abissi dell’uomo per interrogarsi su libertà e destino, bene e male. Il Leone d’argento Kae Tempest, classe 1985, poeta, che scrive anche drammaturgie e testi narrativi, rapper e performer di affollatissimi reading, sarà a Venezia nell’esibizione live di The Book of Traps & Lssons in prima per l’Italia. Gli altri artisti presenti nel programma sono: Thomas Ostermeier e Edouard Louis, Roberto Latini, Danio Manfredini, Francesco Pititto e Maria Federica Maestri di Lenz Fondazione, Agrupación Señor Serrano, Filippo Andreatta e il suo Office for Human Theatre, Adrienn Hód, Paolo Costantini. “Ciascuno di questi spettacoli”, ha sottolineato Gianni Forte, “grazie a una personale e poetica visione e lettura del mondo e dei suoi misteri, contribuirà a prenderci per mano e farci attraversare questa selva oscura di dantesca memoria e avere così una sorta di interpretazione di quello che è l’oggi, di quello che è il presente. Ciascun spettacolo avrà il suo sguardo che permetterà di impressionare, come una lastra fotografica, il tempo che stiamo vivendo e, perché no, magari profeticamente di quello che verrà, e tutti insieme attraverseremo questo periodo buio”. Accanto ad alcuni dei registi invitati, altri artisti e specialisti saranno maestri per il programma di masterclass di Biennale College: Martin Crimp, Chiara Guidi e Galatea Ranzi, Leo Muscato con Nicole Kehrberger e il maestro Riccardo Frizza, Monica Capuani, Andrea Porcheddu, Davide Carnevali.

Bereishit Dance Company; foto dello spettacolo Judo ©Robert Torres

Bereishit Dance Company; foto dello spettacolo Judo ©Robert Torres

LA BIENNALE DANZA

Dopo un anno di pandemia, distanziamento sociale e restrizioni fisiche forzate, riprendiamo prepotentemente coscienza della centralità del tatto nella nostra vita”. Con queste parole Wayne McGregor, al suo esordio come direttore del Settore Danza della Biennale di Venezia, ha introdotto il programma del 15. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, in programma dal 23 luglio al 1 agosto 2021. Prima di lui il presidente della Biennale Roberto Cicutto ha evidenziato che, “nonostante le arti dal vivo dovranno sottostare anche quest’anno alle regole dell’anti Covid con tutti i protocolli necessari, quelli che gli spettatori vedranno in scena non sono oggetti ma corpi. Corpi da proteggere: quelli sul palcoscenico e quelli del pubblico”. A essere in evidenza è il concetto di collettività. “Abbiamo percepito acutamente il vuoto profondo provocato nel nostro benessere fisico, mentale ed emotivo dalla privazione del tatto”, ha proseguito McGregor durante la conferenza stampa. “In compenso abbiamo scoperto il tocco della tecnologia: interazioni da remoto, comunicazioni tramite computer, esercizi su zoom, riunioni digitali. I nostri corpi sono in un certo senso sospesi nell’etere. Oggi desideriamo disperatamente riconnetterci con il mondo attraverso il corpo e siamo impazienti di fare ritorno alla nostra piena esistenza in carne e ossa. La danza, la principale forma d’arte di ‘first touch’, è pronta ad accompagnare questa spettacolare ripresa, e il programma della Biennale Danza 2021 vuole celebrare la diversità e il dinamismo di tanti artisti straordinari che esprimono le loro verità attraverso il meraviglioso strumento della forma umana”.

Random InternationalWayne McGregor; foto della performance Future Self  © Ravi Deepres

Random InternationalWayne McGregor; foto della performance Future Self © Ravi Deepres

IL PROGRAMMA DELLA BIENNALE DANZA

Nei dieci giorni di attività con oltre 100 artisti, con spettacoli al debutto in Italia, due prime mondiali e tre europee, la mappa si articolerà in sette tempi: gli spettacoli dal vivo con coreografi e compagnie da tutto il mondo, le installazioni all’insegna del multilinguismo, le nuove energie di Biennale College, la ricca produzione di opere filmate sulla e con la danza, le collaborazioni fra discipline in seno alla stessa Biennale, le conversazioni con gli artisti e le commissioni di nuova danza. Molti i nomi internazionali per una scena Radicals, secondo McGregor, espressione di una danza dal segno incisivo che, attraversata dalle urgenze del mondo, parla al nostro tempo: Xie Xin e Yin Fang dalla Cina con loXiexin Dance TheatreHervé Koubi, coreografo franco-algerino con la sua compagnia multietnica e la vocalist ebreo-egiziana Natacha AtlasSoon-ho Park e la Bereishit Dance Company dalla Corea del Sud; Marco D’Agostin dall’Italia; le statunitensi Pam Tanowitz – danzatrice e coreografa – e Simone Dinnerstein, pianista, accompagnate dalla Pam TanowitzDanceOlivier de Sagazan, artista francese di Brazaville; Iratxe Ansa e Igor Bacovich, lei basca, lui italiano, della compagnia Metamorphosis di stanza a Madrid; il collettivo artistico (La)Hordecon Marine Brutti, Jonathan Debrouwer e Arthur Harel da un anno alla testa del Ballet National de Marseille, a Venezia insieme a Rone, campione della scena elettronica francese; il Leone d’argento Oona Doherty dall’Irlanda del Nord, e il Leone d’oro Germaine Acogny dal Senegal.

Oona Doherty; foto dello spettacolo Hard to be soft. A Belfast Prayer ©Luca Truffarelli

Oona Doherty; foto dello spettacolo Hard to be soft. A Belfast Prayer ©Luca Truffarelli

LE INSTALLAZIONI ALLA BIENNALE

Tre le opere installative sperimentali che saranno visibili lungo tutto l’arco del Festival, firmate da Mikhail Baryshnikov e Jan Fabre, Wilkie Branson, Random International e lo stesso Wayne McGregor, “artisti che lavorano nelle intersezioni tra corpo, tecnologia, cinema, realtà virtuale e/o aumentata, intelligenza artificiale, scienza”. 489 sono state le adesioni da tutti i continenti che hanno risposto al bando della sezione College, “flusso sanguigno e cuore della Biennale” secondo McGregor. Venti danzatrici e danzatori (metà italiani e metà internazionali) e 5 coreografi/danzatori (internazionali) si daranno appuntamento da maggio a luglio, per esercitarsi, lavorare, esplorare, inventare e creare insieme. Impegnati in due percorsi tecnici, creativi e performativi, in larga parte condivisi, che si concluderanno con la presentazione sul palcoscenico, si addentreranno nel processo creativo e nella pratica della coreografa Crystal Pite e di McGregor.

-Giuseppe Distefano

www.labiennale.org

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Giuseppe Distefano

Giuseppe Distefano

Critico di teatro e di danza, fotogiornalista e photoeditor, fotografo di scena, ad ogni spettacolo coltiva la necessità di raccontare ciò a cui assiste, narrare ciò che accade in scena cercando di fornire il più possibile gli elementi per coinvolgere…

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