“A noi gli occhi, please”: i lavoratori dello spettacolo occupano il Globe Theatre di Roma
Il teatro dentro Villa Borghese è diventato il luogo di un confronto collettivo dei manifestanti, che chiedono “una riforma strutturale del settore” contro la precarietà che affligge questo settore. “Dobbiamo rimettere al centro la nostra sicurezza, fisica e contrattuale”.
La mattina del 14 aprile, un gruppo di lavoratori dello spettacolo ha occupato il Silvano Toti Globe Theatre dentro Villa Borghese a Roma, dando il via a una giornata di assemblee e confronto collettivo, per mettere al centro del dibattito le problematiche di un’intera categoria di professionisti travolta dalla crisi del Covid-19 e dimenticata dalle istituzioni. È un gesto forte scaturito da una situazione di immobilità del settore dello spettacolo che si protrae da ormai sei mesi, sceso in fondo alla lista delle priorità nell’agenda politica. Gli occupanti hanno poi appeso sopra il palco del Globe Theatre uno striscione con scritto A noi gli occhi, please, parafrasando il titolo del celebre spettacolo del compianto Gigi Proietti, che ha voluto e diretto questo teatro a lungo.
LA PROTESTA DEI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO AL GLOBE THEATRE
“Non siamo qui per chiedere la riapertura dei teatri: troppi spazi piccoli e medi non riuscirebbero a riaprire in queste condizioni, troppi lavoratori continuerebbero a rimanere a casa senza reddito”, hanno dichiarato i manifestanti. “La falsa ripartenza della scorsa estate ce lo ha dimostrato. Crediamo sia arrivato il momento però che uno di questi grandi teatri ri-accolga la collettività che anima e sostiene l’enorme ecosistema dei luoghi della cultura. Adesso, mentre si discute di piani di ripresa e di Recovery Fund, è il momento giusto per strutturare una continuità di reddito e un’equa redistribuzione delle risorse. Abbiamo bisogno di una riforma strutturale del settore che parta dalle necessità dei lavoratori: dobbiamo rimettere al centro la nostra sicurezza, fisica e contrattuale“. Quello creato dai manifestanti che hanno occupato il teatro capitolino è un appello che va ben al di là della semplice richiesta di riapertura. La questione centrale, infatti, è stata spostata sulle condizioni lavorative di un’ampia categoria di professionisti in balìa di contratti precari e assenza di tutele. Una situazione già diffusa in epoca pre Covid che la pandemia – con i problemi legati anche ai ristori – ha contribuito a portare a galla.
L’ARRIVO DI FRANCESCHINI AL GLOBE THEATRE
Nel pomeriggio si è recato al teatro anche il ministro della Cultura Dario Franceschini per incontrare gli occupanti: “Abbiamo cercato di intervenire con degli strumenti di urgenza, per la prima volta sono arrivati degli ammortizzatori sociali. Questo lavoro si può migliorare e continuerò ad insistere affinché ci sia un prolungamento di questi interventi”, ha spiegato il ministro che nella stessa giornata è intervenuto sul tema rispondendo a un’interrogazione parlamentare presentata da Italia Viva. “Ci tenevo a venire qui. Ho apprezzato il vostro tono costruttivo e propositivo. Io non sono la controparte, ma ho il dovere di essere il vostro rappresentante nelle istituzioni ed è quello che ho cercato di fare dall’inizio della pandemia, di questa bufera che ha travolto tante categorie e in modo particolare il mondo della cultura e dello spettacolo”. E ha aggiunto, “nel corso di questo lavoro abbiamo avuto la possibilità di censire un mondo di cui non si conoscevano i numeri. Si parlava da tempo dell’esigenza di regolarizzare i lavoratori del settore, di farli uscire da un rapporto con poche protezioni sociali e questo ha consentito, così, di avere una mappa precisa dei lavoratori intermittenti. C’è una legge delega che consente di andare con uno strumento legislativo accelerato ad approvare una norma che renda permanente alcune protezioni che abbiamo introdotto nella fase di emergenza. Stiamo anche affrontando, in queste ore, il problema di coloro che hanno avuto i contributi dell’emergenza ma non hanno potuto versare la quota relativa a coprire il proprio percorso pensionistico per il 2020/2021 e stiamo cercando di capire come evitare che ci siano dei ‘vuoti previdenziali’ per quest’ultimi. È una grande operazione che stiamo facendo con il ministero del Lavoro e lo vogliamo fare ascoltando le associazioni di categoria e tutte quelle che se ne stanno occupando e che sono sorte in questo anno e mezzo di emergenza in modo spontaneo e molto vivace. La Commissione parlamentare ha finito un’indagine conoscitiva e la renderà nota la prossima settimana e darà un quadro più chiaro in cui poter intervenire per dare non solo una garanzia dell’uscita dall’emergenza ma anche nuove prospettive per i lavoratori del settore che per troppi decenni non le hanno avute”, ha concluso il Ministro, che ha confermato l’incontro previsto con i rappresentanti di categoria per il prossimo 22 aprile insieme al Ministro del Lavoro Andrea Orlando.
LA SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO
Alla conferenza stampa nel teatro è intervenuta anche l’assessora alla Cultura di Roma Capitale, Lorenza Fruci, esprimendo solidarietà e chiedendo un’occupazione “costruttiva e pacifica”. Ha espresso la sua solidarietà anche il polo dei teatri civici della Capitale, scrivendo in una nota che “auspica che l’iniziativa possa ottenere nei prossimi giorni risoluzioni concrete e diventare una chiave di volta per una riforma strutturale dello spettacolo dal vivo e della cultura, un settore complesso e stratificato che la pandemia ha reso ancora più fragile”.
-Giulia Ronchi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati