Morta a Milano Carla Fracci, Étoile alla Scala e punto di riferimento per la cultura italiana
Scomparsa nella sua casa di Milano a 84 anni, la “prima ballerina assoluta” secondo il New York Times lascia un vuoto incolmabile nel mondo dello spettacolo e della cultura che la ricorda con affetto
È un giorno triste per il mondo dello spettacolo e della cultura: è morta oggi, a 84 anni, Carla Fracci, nella sua Milano. Malata da tempo per un tumore, le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate fino al tragico epilogo. La camera ardente sarà domani nel foyer del Teatro Alla Scala di Milano, dove era prima ballerina dal 1958.
CHI ERA CARLA FRACCI
Étoile, insegnante e coreografa, “prima ballerina assoluta” secondo il New York Times, Carla Fracci è stata una figura di riferimento non solo per la danza, ma per tutta la cultura italiana, ispirando generazioni di giovani, non solo nel mondo del balletto. ”La più grande. Divina ed eterna. Piena d’amore per la danza, di nuovi progetti, di idee per tutta la vita, con l’entusiasmo di una ventenne. L’Italia della cultura ti sarà sempre grata, immensa”. Così il ministro della Cultura Dario Franceschini su twitter commentando la morte di Carla Fracci che aveva sdoganato l’arte del balletto, liberandola dalla sua aura elitaria, portandola in televisione: nel 1982, è protagonista della fiction, diretta da Renato Castellani, Verdi, dove interpreta il ruolo di Giuseppina Strepponi, seconda moglie del maestro, mentre nel 1981 partecipa al film del compianto regista pistoiese Mauro Bolognini, La storia vera della signora delle camelie, accanto a interpreti di grande spessore come Isabelle Huppert, Bruno Ganz e Gianmaria Volontè, vincendo il Nastro d’Argento come migliore attrice esordiente. Carla Fracci, all’anagrafe Carolina Fracci, nasce a Milano il 20 agosto 1936, entra nel 1946 alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, dove si diploma nel 1954 e nel marzo 1955 partecipa al Passo d’addio delle allieve licenziande della Scuola di ballo al termine di una rappresentazione de La sonnambula diretta da Leonard Bernstein con la regia di Visconti e Maria Callas protagonista. Nello stesso anno si rivela al pubblico sostituendo Violette Verdy nella Cenerentola di Prokof’ev e inizia un’ascesa che dal 1958 la vede prima ballerina Alla Scala, fino a toccare i maggiori palcoscenici e le più importanti compagnie del mondo. Partner fondamentale rimane Rudolf Nureyev con cui forma sul palco una coppia leggendaria, mentre nella vita (e anche nell’arte) fa coppia con il regista Beppe Menegatti, suo marito dal 1964, dal quale ha un figlio, Francesco.
IL CORDOGLIO DEL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO
“Con Maria Taglioni, Carla Fracci è stata la personalità più importante della storia della danza alla Scala” ha dichiarato il Sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, Dominique Meyer. “Cresciuta all’Accademia, ha legato intimamente il suo nome alla storia di questo Teatro. Nei mesi scorsi ho avuto il piacere di accoglierla diverse volte alla Scala dove veniva spesso e a gennaio siamo stati felicissimi di riaverla a trasmettere la sua esperienza alle giovani interpreti dell’ultima Giselle, che è stata per tutti un momento indimenticabile. La penseremo sempre con affetto e gratitudine, ricordando il sorriso degli ultimi giorni passati insieme, in cui si sentiva tornata a casa”. Il Direttore del Corpo di Ballo Manuel Legris ha dichiarato: “Ci lascia stupiti, in punta di piedi come Giselle, spirito che resta con noi, riempie le sale ballo, il palcoscenico e i nostri cuori, come la sua energia mai sopita, che ci ha catturato e affascinato quando è tornata a riabbracciare il Teatro e i suoi artisti. Un grande vuoto che, allo stesso tempo, ci fa sentire ricolmi e ricchi di tutta la sua storia, che è la storia del balletto, privilegiati per aver condiviso la sua arte che è vita, leggendario modello e fonte di ispirazione di tutte le generazioni di ballerine”.
IL CORDOGLIO DELL’ARENA DI VERONA
“Oggi è un giorno triste, perdiamo una Divina, una vera artista, una stella come poche nella nostra Storia”, dichiara il Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona, Cecilia Gasdia. “Vogliamo omaggiare Carla Fracci ricordando una delle più fedeli e belle collaborazioni con questo grande Teatro, sempre all’insegna della perfezione. Con tutti i lavoratori dell’Arena di Verona voglio esprimere la nostra vicinanza al marito Beppe Menegatti e al figlio Francesco”. Carla Fracci ha intessuto con l’Arena di Verona un rapporto costante e privilegiato lungo cinquant’anni. Protagonista di ben trentatré produzioni diverse nei luoghi della musica della città scaligera: oltre al millenario Anfiteatro, il Teatro romano e il Teatro Filarmonico, in una carriera d’eccellenza in spettacoli memorabili, condividendo il palcoscenico con artisti di massimo livello quali Luciana Novaro, Mario Pistoni, Micha van Hoecke, James Urbain, Rudolf Nureyev, Oriella Dorella, Ekaterina Maksimova, Lawrence Rhodes, Vladimir Vassiliev, Luciana Savignano, Gheorghe Iancu, Giuseppe Picone, Roberto Bolle. Dal 1954 al 2002 ha portato, spesso per la prima volta in assoluto, tutti i più grandi titoli della danza classica nel grande anfiteatro veronese, con le compagnie di balletto più importanti al mondo, e quindi con il Corpo di Ballo areniano, di cui è stata Direttrice dal 1996 al 1997. Spesso diretta da Beppe Menegatti, regista e compagno di vita, si è esibita sulle coreografie di Béjart, Fokine, Ivanov, Balanchine, Massine, MacMillan, Cranko, Martinez, Gai, Dell’Ara, Bouy, e molti altri. Con i complessi artistici areniani ha interpretato diverse prime assolute di nuove creazioni contemporanee; nel 1990 ha reso omaggio alla nascita dell’Opera nelle sale dove nacque Orfeo, nella memorabile trasferta al Palazzo Ducale di Mantova. Nel 2002, per il suo spettacolo inaugurale, Franco Zeffirelli creò appositamente per lei il personaggio di Akmen, narratrice silenziosa ed elegante delle vicende di Aida.
IL CORDOGLIO DEL TEATRO MASSIMO DI PALERMO
“La sua scomparsa è un grande dolore”, dichiara il sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo di Palermo, Francesco Giambrone, “sono tantissimi i ricordi meravigliosi legati alla sua presenza in questo teatro a cui era particolarmente legata. Abbiamo un grande debito di riconoscenza nei suoi confronti. Ma credo che tutto il mondo della danza lo abbia: una donna e una professionista che ha speso tutta la sua vita in difesa della danza che ha avuto in lei una protagonista di battaglie importanti in difesa dei Corpi di ballo dei Teatri”. Amatissima dal pubblico palermitano, Carla Fracci è stata, infatti, una presenza fissa nei cartelloni del Massimo nell’arco di più di trentacinque anni, interpretando da protagonista i più importanti balletti, da Coppelia a Romeo e Giulietta, da Giselle a Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, e tantissimi altri. Le sue ultime apparizioni risalgono al 2007, nei panni di Franca Florio per Franca Florio, regina di Palermo, e nel 2008 con I have a dream, uno spettacolo ideato e diretto da Beppe Menegatti sui percorsi spirituali di uomini e donne del nostro tempo.
IL CORDOGLIO DEL TEATRO COMUNALE DI FERRARA
“Ho avuto la grande fortuna di conoscere Carla Fracci e di averla vista ballare sul palcoscenico della Scala”, ricorda Moni Ovadia, direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. “Era non solo una ballerina mitica, per le sue capacità coreutiche, ma anche per la sua inarrivabile espressività. Di Carla Fracci ho conosciuto anche un altro aspetto: la sua semplicità e la sua profondità umana. Era una persona che oltre all’arte coltivava una forte passione civile”. Carla Fracci si era esibita al Teatro Comunale in due occasioni: nella stagione di balletto 1982-83, il 23 gennaio 1983 con Mirandolina, balletto in tre atti di Beppe Menegatti tratto dalla commedia La locandiera di Carlo Goldoni, con musiche di Baldassarre Galuppi, coreografia di Alfred Rodrigues, regia Beppe Menegatti e bozzetti e figurini di Anna Anni. Carla Fracci interpretava la locandiera Mirandolina, protagonista della commedia, con lei sul palco dell’Abbado i primi ballerini Gheorghe Iancu, Ludwig Durst, Tiziano Mietto, e poi Bruno Vescovo, Jacqueline De Min e Aurora Benelli. “Carla Fracci”, aggiunge Marcello Corvino, direttore artistico dell’Abbado di Ferrara, “ha avuto il merito di essere riuscita a portare la danza nelle case degli italiani e di aver reso popolarissimo un genere piuttosto sofisticato, che certamente ha bisogno dei nostri meravigliosi teatri per essere rappresentato, ma che lei ha reso fruibile ad un pubblico ampio e popolare, senza svilirne mai il contenuto. Ha raggiunto gli italiani con la bellezza, la maestria, l’eleganza e la tecnica che metteva in tutto quello che faceva. Sarà sempre un’icona, e la sua serietà e la passione saranno punti di riferimento, un esempio per tutti quelli che intraprendono un percorso professionale nel mondo della danza e dello spettacolo”.
-Claudia Giraud
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