Condivisione e vicinanza al festival performativo Ipercorpo di Forlì
Tra la danza ipnotica di Cristina Kristal Rizzo e il “clubbing a cielo aperto” di Salvo Lombardo, è trascorso il “Secondo tempo reale” di Ipercorpo, il festival internazionale delle arti dal vivo che da diciassette anni contamina la città di Forlì con i nuovi linguaggi dell’arte performativa.
Fa sempre un certo effetto vedere l’arte trasfigurare la percezione di spazi urbani a lungo inutilizzati come l’edificio di architettura industriale EXATR di Forlì – ex deposito delle corriere riqualificato a centro culturale –, trasformandoli in luoghi in cui la comunità può ritrovarsi, tra una tigella e un bicchiere di vino, a prendersi un Tempo Reale per godere di un momento di magica convivenza tra appuntamenti di arte contemporanea, ascolti sonori e performance dal vivo. Dal 15 al 19 settembre, è trascorsa così l’ultima edizione del Festival Ipercorpo.
TEATRO-DANZA A IPERCORPO
Ci aveva avvertito il direttore artistico Claudio Angelini che la sezione teatro-danza del festival, curata insieme a Mara Serina, era stata pensata come una “una grande festa”. E in effetti non è stato facile rimanere seduti, durante la serata di venerdì 17 settembre, davanti al Bolero Effect di Cristina Kristal Rizzo – in scena con Annamaria Ajmone ‒, contagiati dal dj set della dj brasiliana Amazon Prim. Nella performance, riallestita per l’occasione, la coreografa ha costruito una danza sincronica ipnotica, che non tradisce l’ossessione ripetitiva tipica del Bolero di Ravel, e restituisce in questo interessante duo femminile la coesistenza armonica di due differenti presenze sceniche e personalità coreografiche: l’espressività più raccolta e ascetica della Rizzo, accanto a quella più ammiccante e in cerca di una relazione con lo spettatore di Ajmone.
Sulla stessa linea, ma dalla poetica più dichiarata, sta l’ultimo lavoro di Salvo Lombardo, Outdoor Dance Floor, presentato sabato 18 settembre nella piazza dell’EXATR. Anche qui una parte dello spazio scenico è stata dedicata al dj setting di Bunny Dakota e al vj setting di Daniele Spanò. A differenza di Bolero Effect, nel lavoro del coreografo la sincronicità dei movimenti trova una diretta interazione tra i due danzatori, Salvo Lombardo e Daria Greco, per esplodere in un finale che invita gli spettatori a invadere la scena aprendo un grande spazio collettivo di dancefloor. È l’esplicito invito dei curatori del festival a mescolarsi e godere della vicinanza dei corpi a lungo negata, facendo esperienza di un vero e proprio “clubbing a cielo aperto”. Entrambi gli appuntamenti di teatro-danza hanno posto al centro una materia popolare nella quale il pubblico poteva riconoscersi e, soprattutto, interrogarsi sulla propria posizione di spettatori.
L’ARTE COME OCCASIONE D’INCONTRO CON L’ALTRO
La scultura e l’incontro tra corpo dell’opera e corpo dello spettatore ha accumunato le esperienze artistiche della sezione arte contemporanea curata da Davide Ferri nell’ambito di Verso Sera, andate in scena all’imbrunire nello spazio dell’Arenaforlivese. A esplorare l’interiorità del corpo umano, in un autentico manifesto emotivo, è stata l’artista Sissi attraverso una lezione di venti minuti in cui ha illustrato delle tavole raffiguranti l’anatomia interiore del corpo con un linguaggio funambolico che non ha rinunciato al gergo specialistico della medicina. All’inizio di ogni appuntamento il curatore ha incontrato gli ospiti davanti al pubblico, nella convinzione, come dichiarato durante la conferenza stampa del festival, che l’arte debba essere “un momento di ascolto, discussione e un’occasione per la scoperta dell’alterità”.
Cercando la connessione sul terreno di un luogo condiviso, l’Arena forlivese ha ospitato anche il programma di musica studiato da Davide Ferri ed Elisa Gandini dal titolo Gazing a music, collegato direttamente alle tematiche della sezione Arte. Accanto al tradizionale concerto, la rassegna ha dato spazio a una forma di sviluppo musicale inedito affermatosi con il periodo di lockdown: l’ascolto sonoro, tra suoni campionati per la strada e montaggi audio imprevedibili.
‒ Valentina Cirilli
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