Biennale Teatro di Venezia. Christiane Jatahy è Leone d’Oro alla Carriera
L’autrice e regista brasiliana, la cui ricerca verte sul rapporto tra teatro e cinema, è stata insignita del Leone d’Oro alla Carriera su proposta dei Direttori del settore Teatro alla Biennale di Venezia Stefano Ricci e Gianni Forte. Leone d’Argento a Samira Elagoz, filmmaker e performer di origini egiziane e finlandesi
Christiane Jatahy è il Leone d’Oro alla Carriera per il Teatro alla Biennale di Venezia. La regista e autrice brasiliana, che dal 2003 dedica il suo lavoro all’esplorazione delle zone di confine tra le discipline artistiche e al rapporto tra teatro e cinema, attore e personaggio, realtà e finzione, è stata proposta come vincitrice del Premio dai Direttori del settore Teatro Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte) e approvati dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia. Il Leone d’Argento va invece a Samira Elagoz, filmmaker e performer di origini egiziane e finlandesi il cui lavoro approfondisce tematiche inerenti al genere e alla violenza sessuale. La cerimonia di premiazione si terrà nel corso del 50. Festival Internazionale del Teatro, in programma dal 24 giugno al 3 luglio 2022.
BIENNALE TEATRO. CHRISTIANE JATAHY LEONE D’ORO ALLA CARRIERA
“Impietosa e acuta osservatrice della violenta crudeltà del nostro mondo, l’autrice e regista brasiliana Christiane Jatahy potenzia un linguaggio originale interstiziale che unisce la forza radicale della sua dimensione poetica con il contrappunto di un mordace pensiero politico, sempre attraversato da un intrepido spirito di ricerca tra presente e passato”, motivano così Stefano Ricci e Gianni Forte il Leone d’Oro alla Carriera a Christiane Jatahy. “Abrogando le regole dogmatiche della rappresentazione e mettendone in scacco i teoremi agonizzanti, Christiane Jatahy fonde i lidi del cinema e del teatro, attraverso un personale attrito di stampo brechtiano-wagneriano, per esplorare quei territori più ostici in cui si rivela maggiormente l’instabilità di una realtà fittizia incarnata dai suoi Personaggi/Persone, orchestrando così una vorticosa danza tentacolare con la presenza carnale dei loro corpi in movimento urlanti verità a ogni singolo spettatore”. Nata a Rio de Janeiro nel 1968, Christiane Jatahy è autrice, regista teatrale e filmmaker. Tra i suoi primi lavori sono Conjugado, Corte Seco, A Falta que nos move ou Todas as histórias são ficção, che diventerà il suo primo lungometraggio (2010). Il primo successo internazionale arriva con Julia, da La signorina Giulia di Strindberg, Shell Award 2012 per la migliore regia teatrale in Brasile, con oltre 300 rappresentazioni in tutto il mondo e tuttora in tournée, e portata alla Biennale di Venezia nel 2015.
BIENNALE TEATRO. SAMIRA ELAGOZ LEONE D’ARGENTO
“Mettendo in scena il corpo e sezionandolo visualmente con i suoi paradossi e le sue multiformi sfaccettature alla maniera di Nan Goldin, focalizzandosi con sguardo implacabile sulla solitudine, sulla relazione umana tra sessi nell’era digitale e in una società che sfugge alle regolarizzazioni e controlli, esplorando i confini porosi tra reale e virtuale, indagando sugli effetti dell’amore, del gender, della femminilità, del desiderio, del suo conseguente annichilimento e dei sotterranei brutali giochi di potere, Samira Elagoz percorre un viaggio intimo e poetico, ma al tempo stesso ironico e perturbante, intorno ai clichés e alle questioni riguardanti non solo l’auto-rappresentazione nei media, i comportamenti del maschio nei suoi tentativi di seduzione in un rapporto di dominio e/o di sottomissione, ma anche dello strumento-corpo come campo di un’imprescindibile e necessaria sperimentazione artistica”, è la motivazione di Stefano Ricci e Gianni Forte al Leone d’Argento a Samira Elagoz. Nato a Helsinki nel 1989, Elagoz è filmmaker e performer residente tra Amsterdam e Berlino. Dal 2013 al 2019, mentre è ancora un’artista donna, si dedica alla ricerca e alla ripresa filmica di uomini cisgender, costruendo un’ampia raccolta dei suoi primi incontri con sconosciuti organizzati attraverso varie piattaforme online. Per 5 anni gira il mondo, pre e post #metoo, con la performance Cock, Cock, Who’s There? che tematizza la violenza sessuale. A questa tournée segue poi un periodo di intimità, in cui si rende conto di come lo spettacolo, iniziato come un inno all’essere donna, si era poi rivelato un addio ad esserlo. Oggi Elagoz si identifica in una mascolinità transgender con un passato femminile. L’artista arriva per la prima volta alla Biennale Teatro con Seek Bromance, nata dall’ibernazione forzata al tempo del Covid: è “la storia della forte relazione fra persone transgender ambientata alla fine del mondo, quasi una saga lunga quattro ore a cui ha collaborato Cade Moga”, spiega Elagoz.
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