Tutti i protagonisti del festival Torinodanza
È un dialogo fra linguaggi e discipline diversi quello proposto dal festival Torinodanza, che dà spazio ai protagonisti delle arti performative provenienti da tutto il mondo
Il 9 settembre a inaugurare l’edizione 2022 del festival internazionale Torinodanza sarà Vessel, prima tappa di una trilogia realizzata dal coreografo e danzatore Damien Jalet insieme all’artista visivo giapponese Kohei Nawa e incentrata sull’immaginifica esplorazione dei cicli della Natura. Le altre due parti sono Planet (wanderer) e il film Mist, realizzato con la compagnia Nederlands Dance Theater e che verrà proiettato nell’ambito delle iniziative “extra” della rassegna, diretta da Anna Cremonini e organizzata da Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.
Jalet, noto anche per le sue collaborazioni con Madonna e con registi quale Luca Guadagnini, crea in Vessel una coreografia plastica e perturbante, tramutando i propri sette danzatori in sculture mobili acefale – le figure prescritte prevedono che i volti siano sempre celati – e dunque inafferrabilmente ambigue. Uno spettacolo, costruito sulle musiche originali di Marihiko Hara, che mescola concreto e astratto, anatomia e mitologia, carne e pensiero, sintetizzando anche intenzioni e motivi alla base del cartellone della rassegna torinese, disegnato dalla direttrice artistica, Anna Cremonini, a partire dalla necessità “di riflettere sulla funzione dei festival e sul ruolo che queste iniziative interpretano nelle società contemporanee, ricercando le pulsioni che hanno fondato e continuamente rinnovato l’etica e l’estetica dello spettacolo dal vivo”. Su queste fondamenta sono stati tracciati “percorsi intrecciati che hanno come denominatore comune l’attenzione a forme, temi, ricerca, affinché il festival mantenga la complessità di pensiero che contribuisce a elevare lo spirito e formare le coscienze”.
I PROTAGONISTI DEL FESTIVAL TORINODANZA
Un’evidente volontà di riplasmare la consueta geografia della danza contemporanea è testimoniata dal focus riservato dal festival all’Africa: tre i coreografi invitati, provenienti da Burkina Faso, Salia Sanou; Senegal, Amala Dianor; e Sudafrica, Gregory Maqoma.
Il primo, con D’un rêve (13-14 settembre), traduce in forma di musical l’epos del corpo nero, dalla schiavitù al riscatto; mentre Dianor porta in scena tre creazioni – Siguifin, Man Rec e Wo-Man/Point Zéro ‒ frutto del talento della nuova generazione di artisti dell’Africa Occidentale (13-15 ottobre); e, infine, il coreografo e danzatore sudafricano ingaggia in Broken Chord (27-28 settembre) un vero e proprio duello musicale per dissotterrare memorie neglette del proprio Paese. Due danzatori e coreografi senegalesi, Brigel Gjoka e Rauf “RubberLegz” Yasit, sono, poi, i protagonisti di Neighbours (16-17 settembre), spettacolo creato con la collaborazione di William Forsythe e accompagnato dal musicista turco Ruşan Filiztek.
Dall’Africa il cartellone di Torinodanza invita a volare fino a raggiungere la Corea per familiarizzare con il lavoro della coreografa Eun-Me Ahn che, in Dragons (7-8 ottobre), indaga le molteplici forme e valenze del mito del drago.
Da Israele, invece, provengono due coreografi divenuti acclamate star della danza contemporanea europea: Emanuel Gat, residente in Francia, è autore di LoveTrain2020 (23-24 settembre), musical che traspone nel nuovo millennio le atmosfere Anni Ottanta delle hit dei Tears for Fears; mentre l’inglese d’adozione Hofesh Schechter cercherà di scuotere Torino con l’energia dei suoi giovani danzatori impegnati in Contemporary Dance 2.0 (21-22 ottobre).
Dalla “vecchia” Europa provengono ancora due artisti ospiti per la prima volta a Torinodanza: dalla Francia, Christian Rizzo forgia per il danzatore breakdancer Nicolas Fayol l’assolo En son lieu (5-6 ottobre); mentre dalla Norvegia arriverà Story, Story, Die (25-26 ottobre), affascinante fusione di danza e teatro immaginata da Alan Lucien Øyen.
I TALENTI DALL’ITALIA
Non mancano ovviamente i coreografi italiani, benché sovente in collaborazione con realtà e artisti internazionali: è il caso di Ambra Senatore, direttrice del Centre Choréographique di Nantes e ideatrice di Fuori campo, una “passeggiata” coreografica negli spazi “dietro le quinte delle Fonderie Limone” (9-10 settembre). Cristina Kristal Rizzo, invece, propone in prima nazionale Momentum (1° ottobre), frutto della cooperazione con la danzatrice giapponese Megumi Eda; mentre si ispira a Pessoa il giovanissimo artista campano Adriano Bolognino che, nel suo Rua da saudade (20 settembre), elabora una personalissima declinazione del concetto di “saudade”.
‒ Laura Bevione
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