La Compagnia Finzi Pasca sul palcoscenico di Roma
Poesia, recitazione e danza acrobatica sono alcuni degli ingredienti dello spettacolo “Nuda”, tratto dal romanzo di Daniele Finzi Pasca e andato in scena al Teatro Ambra Jovinelli di Roma
Il Teatro Ambra Jovinelli, negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale, rappresentò uno dei più importanti teatri di varietà, l’unico teatro romano costruito in stile Liberty, con un corpo centrale a due piani e un frontone a linee arcuate. Il programma degli spettacoli comprendeva, in genere, numeri di canzonettiste e duettisti, attori comici e macchiettisti, danzatrici, acrobati e trasformisti. La Compagnia Finzi Pasca ha riportato in scena uno spettacolo assolutamente in linea con la poetica del teatro. Un capolavoro di poesia, recitazione e danza acrobatica. In un mondo leggero e luminoso di piani sovrapposti, ci si muove agevolmente tra i linguaggi del teatro, della danza, dell’acrobazia, del circo e dell’opera.
NUDA, IL ROMANZO DI DANIELE FINZI PASCA
Nuda è ispirata all’omonimo romanzo di Daniele Finzi Pasca e contempla la partecipazione di cinque straordinari interpreti. La narrazione onirica è affidata alla voce delle due protagoniste: “Sono la prima di due gemelle. Mia sorella nacque vestita, uscì dalla pancia di mia mamma con una tunichetta immacolata. Io sono nata nuda, sporca, con gli occhi appiccicati. Mi tenevano nelle braccia quando apparve mia sorella, che arrivò al mondo facendo tanta sorpresa, e mi lasciarono cadere sul pavimento. Forse è per questa ragione che appena ho potuto coprirmi mi sono appiccicata addosso tutta un’armatura, e nuda a me nessuno mi ha più vista”. Uno spettacolo intenso che accarezza l’anima per poi concludersi in un abbraccio pieno di gioia e libertà ritrovate.
LO SPETTACOLO AL TEATRO AMBRA JOVINELLI
La messa in scena è completamente basata su un gioco acrobatico e teatrale che viene reso possibile da un sistema di volo innovativo, farcito a sua volta da un movimento di luci interattivo che conferisce alla narrazione una musicalità magica e surreale. Il controllo del corpo, sia degli attori che degli acrobati, è raffinato, empatico e leggero, alternando sapientemente attimi di pura giocosità ad altri di assoluta ingenuità. “Mi sono tolta le scarpe e, sotto i temporali, ho corso a piedi nudi e ho tenuto i capelli sciolti sulle spalle, così che il vento li rendesse ancora più neri. Ho anche gridato mille volte che ero libera e che non avevo paura di niente. Così, facendo impazzire cuori, ho fatto impazzire il mio. Mia sorella aveva le visioni. Il suo Cavallo Bianco era di quelli addomesticati e lei lo cavalcava con un orgoglio contenuto. Il mio non mi dava pace. Il mio mi trascinava in una folle corsa senza tregua, senza una direzione precisa, in perenne fuga. Non sono mai riuscita a domarlo” (dal romanzo Nuda di Daniele Finzi Pasca).
Michele Luca Nero
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati