La promessa del balletto Jacopo Tissi torna al Teatro alla Scala di Milano
Abbandonato il prestigioso Bolshoi dopo lo scoppio della guerra, ha ritrovato una casa nel teatro dove si è formato. E ora ha un grande ruolo nello Schiaccianoci di Nureyev
C’è un volto noto nella produzione del Teatro alla Scala di Milano dello Schiaccianoci, uno dei più noti per chi si intente di balletto e crede nei giovani talenti. È Jacopo Tissi (Landriano, 1995), promessa italiana della danza che proprio questa “casa” aveva lasciato per andare al prestigiosissimo teatro Bolshoi di Mosca, diventando il primo italiano a raggiungere il livello di étoile nel tempio della danza. Poi è arrivata la guerra, e, poco dopo, la decisione di abbandonare la capitale russa e tornare in Europa e, come un figliol prodigo, a Milano.
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JACOPO TISSI RITORNA ALLA SCALA DI MILANO
Il ventisettenne Tissi, originario di un paesino del pavese, si era formato proprio alla Scuola di Ballo dell’Accademia della Scala, per poi specializzarsi al Balletto di Vienna e ritornare infine a Milano. Infine, quella che pensava essere l’ultima tappa, il Bolshoi, dove in poco tempo ha raggiunto il più alto livello professionale possibile nel campo della danza. A poche settimane dello scoppio della guerra, in mezzo a una crescente tensione tra Russia e Italia allo schierarsi di quest’ultima a fianco dell’Ucraina, Tissi ha lasciato Mosca e il Bolshoi – allontanandosi dalle figure di riferimento del maestro Alexander Vetrov e il direttore del corpo di ballo Makhar Vaziev – per ritornare in patria a marzo. La Scala l’ha riaccolto a braccia aperte con un contratto da “artista ospite”, assegnandolo prima alla Giselle e poi, a fianco di Martina Arduino, al ruolo di Drosselmeyer/Principe nello Schiaccianoci (anche se solo per lo spettacolo di fine anno e quelli del 4 e 7 gennaio 2023). Questo speciale balletto, dopo anni di assenza dal Teatro alla Scala, torna fino all’11 gennaio nella versione di Rudolf Nureyev (Irkutsk, 1938 – Parigi, 1993), che con Tissi condivide il destino di fuga dalla Russia: una prova che per molti sarebbe difficile, con una partitura coreografica fitta di passi e incredibilmente geometrica, ma che per il ballerino si è dimostrata la conferma di una grande sensibilità e di un indubbio talento.
Giulia Giaume
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