In Veneto il festival dedicato alla danza contemporanea
Il Teatro Comunale di Vicenza e la Fondazione Teatro Civico di Schio fanno squadra per la nuova edizione del festival Danza in Rete, che, a partire dal 25 febbraio, punta i riflettori sui nuovi linguaggi coreografici nazionali e internazionali
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“Creare nuovi stimoli, motivazioni, impulsi per accompagnare la crescita della comunità, aprendo nuove visioni sulla sperimentazione di codici artistici e coreografici”: questa la missione esplicitata dalla direzione artistica ‒ Pier Giacomo Cirella in collaborazione con Loredana Bernardi e Alessandro Bevilacqua – di Danza in Rete, rassegna giunta alla sua sesta edizione. Sotto il cappello Moving Souls, il cartellone 2023 del Festival – inserito nella programmazione del Teatro Comunale di Vicenza – riunisce ben cinquantasette appuntamenti, fra spettacoli, masterclass e laboratori, questi ultimi destinati anche alla cittadinanza.
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Ousmane Sy, Queen Blood
IL PROGRAMMA DI DANZA IN RETE
Il festival si snoda dal 25 febbraio all’8 maggio, articolandosi in due percorsi distinti ma paralleli. Accanto a quella ufficiale, infatti, vi è una ricca sezione “Off” che ospita le nuove leve della danza, nazionale e internazionale: Collettivo Jennifer Rosa, Sofia Nappi, Francesca Foscarini, Vittoria Caneva, Adriano Bolognino, Roberto Tedesco, Emanuele Rosa e Maria Focaraccio, Sofia Galvan/Stefania Menestrina, Collettivo Elevator Bunker, Marco Pergallini e Maria Stella Pitarresi, Elisabetta e Gennaro Lauro; ma anche i libanesi Bassam Abou Diab/Andrea Fahed, il britannico Thomas Noone e il tunisino Hamdi Dridi. Altri giovani artisti ‒ Antonio Taurino e Marco di Nardo con Juan Tirado – sono poi i protagonisti del Progetto Supporter, che prevede brevissime esibizioni prima degli spettacoli della sezione ufficiale. Quest’ultima, punteggiata da alcune importanti prime nazionali ‒ come Queen Blood, lavoro oramai leggendario del coreografo francese di origini maliane Ousmane Sy, pioniere dell’hip hop e purtroppo prematuramente scomparso –, è arricchita dai nomi di artisti e compagnie quali Abbondanza/Bertoni, Le Supplici/Fabrizio Favale, Camilla Monga, Annamaria Ajmone, COB-Compagnia Opus Ballet, Collectif Fair-e, Peeping Tom, Balletto dell’Opera Nazionale di Bucarest, Anželika Cholina Dance Theatre, Chicos Mambo.
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L’arte della Fuga, photo Andrea Caramelli
LO SPETTACOLO D’APERTURA DI DANZA IN RETE
Una prima nazionale segna anche l’esordio della rassegna: L’arte della Fuga, nuova produzione dell’italiano Spellbound Contemporary Ballet, firmata dal coreografo Mauro Astolfi, che rivela le motivazioni alla base del lavoro, dichiaratamente ispirato all’omonima composizione di Bach: “Relazionarsi con i grandi compositori della storia non è qualcosa che ha a che fare con il passato ma, al contrario, significa confrontarsi con autori eternamente contemporanei. Le opere classiche, quindi, costituiscono una risorsa inesauribile, in grado di raccontare ed esaltare qualsiasi creazione”. Architettando la propria creazione a partire dall’interpretazione de L’arte della Fuga di Bach quale “opera pitagorica” sviluppata dal violoncellista, matematico e classicista Hans-Eberhard Dentler, il coreografo elabora una propria originale lettura: “Una fuga è ‘fatta ad arte’ se nessuno se ne accorge. Se, anziché scappare da qualcosa o qualcuno, mi confondo con gli altri, mi vesto come loro, uso le loro parole. La mia fuga in realtà è un’antifuga, è piuttosto una prospettiva. È il mio bisogno di guardare la vita con altri occhi. È importante scappare ogni tanto, mi aiuta ad accendere la luce su qualche ‘zona buia’, ma non serve per rimuovere o dimenticare: la consapevolezza di quello che sono, infatti, rimarrà all’interno della mia mente per sempre, anche quando la fuga sarà finita”.
Laura Bevione
https://www.tcvi.it/it/festival-danza-in-rete/il-festival/
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