Il Teatro dell’Opera di Roma porta Arvo Pärt e Robert Wilson alla Nuvola di Fuksas

Arvo Pärt e Robert Wilson colorano di blu la stagione del Teatro dell’Opera di Roma. Musica e spettacolo eludono i confini ordinari per raggiungere la frequentatissima Nuvola di Fuksas. Il programma proseguirà con il “Trittico ricomposto” che renderà omaggio alla modernità di Puccini

Il Teatro dell’Opera di Roma porta fuori dai suoi confini ordinari musica e spettacolo spostandosi per due sere consecutive all’Auditorium della Nuvola, il Centro Congressi dell’EUR progettato da Massimiliano Fuksas. Un palcoscenico ideale per accogliere due giganti della musica e della scena: il compositore estone Arvo Pärt (Paide, Estonia, 1935) e il regista e drammaturgo statunitense Robert Wilson (Waco, Texas, 1941). Incontratisi per la prima volta nel novembre del 2009 durante un evento ufficiale voluto dal papa Benedetto XVI – che aveva riunito alla Cappella Sistina duecentosessanta artisti da tutto il mondo – i due maestri decisero di collaborare per portare sul palcoscenico lo spettacolo teatrale Adam’s Passion, ideato da Wilson e andato in scena per la prima volta a Tallinn nel 2015.

ARVO PÄRT E LA SUA “RICERCA DELLA LUCE”

Adam’s Passion mette in scena la passione di Adamo, considerato come il nostro progenitore, colui che visse in prima persona la tragedia che ha colpito l’umanità.  Ci sono molti paesi al mondo, e tutti i diversi tra loro. Più il tempo passa, più le differenze aumentano. Non in senso positivo, ma negativo. È per questo che ho voluto riflettere sul momento in cui le cose hanno iniziato a peggiorare“, dichiara Arvo Pärt nel suo testo di presentazione e invita i paesi del mondo a riconsiderare la loro strategia comunicativa, sia sul piano politico che economico e culturale, di modo che tutti possano sentirsi appartenenti ad un unico organismo: “Le radici comuni vanno cercate lontano, in profondità. E una volta trovate, ci renderemo conto che siamo tutti legati“, continua. Un pensiero che proviene certamente dai suoi studi teologici sul cristianesimo ortodosso, che dal 1972 colorano le sue partiture di un nuovo minimalismo sacro definito “tintinnabuli”.
La caduta nel peccato e la perdita dell’Eden sono tradotti da Pärt in quattro composizioni musicali che presentano il fondamento della sua ricerca spirituale: Sequentia (2014), Adam’s Lament (2010), Tabula rasa (1977), Miserere (1989/92). Secondo l’artista, le sue composizioni viaggiano in un’apparente immobilità che contiene i colori di un prisma, inscindibili se non dall’anima di chi la ascolta. Musica come luce e come verità che si esprime fuori dal tempo.

Adam’s Passion. Ph Kristian Kruuser & Kaupo Kikkas

Adam’s Passion. Ph Kristian Kruuser & Kaupo Kikkas

ROBERT WILSON E LO SPAZIO “APERTO”

La strategia di Robert Wilson è quella di allestire uno spazio evocativo aperto in modo da stimolare l’esperienza soggettiva personale. Musica e scenografia si sostengono a vicenda in un equilibrio che potenzia l’ascolto ed esorta alla riflessione. Pochi elementi costituiscono la scena che risulta essenziale e silenziosa. Il tempo dilatato delle azioni compiute dagli attori contribuisce a creare un effetto straniante che, unendosi alla dimensione meditativa e rituale della musica di Pärt, proietta lo spettatore in un’atmosfera sospesa. Elementi in bilico sulla testa dell’uomo e del bambino suggeriscono la precarietà della condizione dell’umanità e delle sue conoscenze. Altri oggetti sospesi in aria o presenti sulla scena – come la scala, una casa, un albero capovolto – suggeriscono una storia senza mai narrarla. Uno stile registico non convenzionale che integra danza, movimento, luci, scultura, musica e testo e che fa tornare alla mente Wagner e la sua idea di “opera d’arte totale”.

Donatella Giordano

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Donatella Giordano

Donatella Giordano

Nata in Sicilia, vive a Roma dal 2001. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove nel 2006 ha conseguito il diploma di laurea con una tesi che approfondiva la nascita dei primi happening e delle azioni performative…

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