Lecite Visioni. Il festival dedicato al teatro LGBTQIA+ a Milano
Far acquisire consapevolezza sulle tematiche LGBTQIA+ e su diritti spesso negati è uno degli obiettivi del festival milanese diretto da Michele Di Giacomo. Ci siamo fatti raccontare i dettagli
Fino al 7 maggio 2023, riflettori puntati su Lecite Visioni Festival, la rassegna milanese che quest’anno si arricchisce di inedite sfumature. Nata come rassegna annuale prodotta dal Teatro Filodrammatici, grazie alla nuova direzione artistica la manifestazione aggiunge al calendario di spettacoli anche presentazioni di libri, workshop, dibattiti e un aperitivo serale aperto al pubblico. Insomma, un caleidoscopio di esperienze per raccontare storie di vita, momenti e battaglie LGBTQIA+, descrivendo al meglio la ricchezza del dibattito creativo attorno alle tematiche della comunità.
A parlare di Lecite Visioni è il suo nuovo direttore artistico, Michele Di Giacomo, attore, regista e fondatore della compagnia teatrale Alchemico Tre.
INTERVISTA A MICHELE DI GIACOMO
Chi è Michele Di Giacomo e come è approdato alla direzione artistica del Lecite Visioni Festival?
Mi sono diplomato come attore alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, sono poi diventato regista e ho fondato la mia compagnia. Vivo il teatro nei suoi molteplici aspetti: stando sia sul palcoscenico e performando, sia dietro le quinte in qualità di regista che gestisce la relazione tra spettatori e pubblico. Non ultimo sono un direttore artistico. Questo incarico è nato grazie al FU ME Festival, una rassegna multidisciplinare che si svolge a Cesena con il sostegno della Regione Emilia Romagna e del Comune. FU ME è per me una sorta di laboratorio sperimentale in cui si cerca di portare il teatro in una terra di provincia, di connettere la drammaturgia contemporanea al territorio. La mia esperienza teatrale, così composita, mi ha quindi permesso di arrivare alla direzione artistica del Lecite Visioni Festival.
Che cosa significa per te?
È un traguardo davvero importante: sono diventato, a tutti gli effetti, un operatore culturale in una città come Milano, in cui vivo da quando avevo 19 anni e a cui sento di appartenere. Una metropoli propulsiva, che “esplode” di eventi artistico-culturali. Sicuramente però il mio sguardo rimane quello di un artista. Cerco, infatti, di concepire il festival come un racconto.
Come ti sei avvicinato alla tematica LGBTQIA+? Quanto è importante parlarne e quali difficoltà si incontrano nel farlo?
Credo che il teatro sia soprattutto uno strumento sociale: noi, in quanto artisti, abbiamo l’obbligo di raccontare la società odierna. Personalmente non ho una predisposizione per il teatro di puro intrattenimento. In qualsiasi spettacolo, in cui lavoro o che produco, è fondamentale far acquisire nuove consapevolezze allo spettatore. Il discorso sui diritti LGBTQIA+ è per me importante al di là della mia storia biografica. Milano è senza dubbio una città in cui vi è una maggiore libertà espressiva nell’affrontare determinate tematiche rispetto ad altre zone geografiche. Quando mi è stato proposto di assumere la direzione artistica del Lecite Visioni Festival sono stato molto contento. Innanzitutto, perché mi sono reso conto che attorno alle tematiche LGBTQIA+ si devono ancora scardinare alcuni stereotipi in ambito artistico.
Ovvero?
Ad esempio, gli argomenti e i temi che le nuove generazioni stanno portando avanti sono diversi rispetto a quelli di chi li ha preceduti. Oggigiorno si parla di identità, di transizione, di genitorialità, di famiglia. Dunque, anche nell’ambito dei diritti, le materie reputate come urgenti si stanno evolvendo: avere un festival che racconta chi sposa queste istanze e bisogni, sempre in evoluzione, è un’enorme responsabilità, ma anche un dovere. Oltretutto, quando si parla di diritti, è sottile la soglia che può portare una giusta ragione a essere esclusa e delle persone a essere discriminate. Ne abbiamo degli esempi anche in Europa: pensiamo all’Ungheria, all’Ucraina, alla Russia. Spostandoci oltreoceano, invece, possiamo osservare come, ciclicamente, negli Stati Uniti compaiano emendamenti che limitano le forme espressive dei drag show. L’attenzione deve essere sempre alta in questo ambito, perché i diritti di un individuo sono i diritti di tutti: difendere un singolo equivale a preservare l’intera umanità.
LA DECIMA EDIZIONE DI LECITE VISIONI FESTIVA
LIFE, STILL è il tema scelto per il 2023, insieme a un’immagine coordinata creata dall’artista spagnolo El Dibujo: qual è il suo significato?
Innanzitutto attribuire un tema specifico al festival, che funga da fil rouge per tutta la sua programmazione, è già di per sé una novità: in passato Lecite Visioni si configurava come una rassegna. Abbiamo quindi deciso che la decima edizione diventasse un evento partecipato e multidisciplinare: danza, performance, laboratori, presentazioni di libri, aperitivi. Il titolo LIFE, STILL (“Vita, Ancora”) parte dal concetto di esistenza. Tutto il programma ci fa attraversare esperienze di vita vissuta o meno: racconti biografici e avvenimenti. È infatti importante partire dalle storie delle persone per creare quell’empatia che solo il teatro riesce a stabilire. Inoltre, il vissuto può diventare uno strumento fondamentale per leggere il presente, per capire e attraversare il futuro. Per il festival, abbiamo agito similmente alla memoria: abbiamo reso nostra la storia di qualcun altro, l’abbiamo calata nel presente e la utilizziamo per plasmare il futuro. Da qui nasce anche la scelta dell’immagine coordinata: LIFE, STILL richiama, già di per sé, l’ambito visivo, giocando sul concetto di “still life”, natura morta. Noi lo abbiamo ribaltato: il nostro deve essere un festival di “nature vive”.
L’immagine coordinata del giovane artista spagnolo El Dibujo rappresenta un uomo di spalle che guarda verso il futuro: sulla sua schiena si intravede un fiore a simboleggiare come le esperienze passate possano accompagnare il nostro cammino.
Quindi un programma multidisciplinare e dedicato soprattutto agli spettacoli in prosa: a cosa si deve questa scelta?
Il Teatro Filodrammatici si caratterizza per la produzione di drammaturgia contemporanea: siamo partiti da qui per sviluppare un festival che si rivolga alle giovani generazioni e per far ciò è stato essenziale inserire anche le altre tipologie di spettacolo dal vivo. La danza e la performance sono dei pilastri portanti del teatro contemporaneo. La drammaturgia rimane comunque alla base anche di questo tipo di espressioni. Lecite Visioni è una “festa partecipativa”: i laboratori e gli incontri servono per trasformare il pubblico da spettatore passivo in attore.
GLI SPETTACOLI E LA TEMATICA LGBTQIA+
Sono molte le prime inserite in calendario: da quella nazionale di Acanto a quella milanese di duemillimetri. Ce ne parli brevemente?
Acanto di Nicola Russo ha inaugurato il festival ed è il racconto di due persone che si incontrano in un reparto ospedaliero e descrivono le proprie vite. duemillimetri, del duo siculo Dario Muratore e Massimo Vinti, narra il delitto di Giarre attraverso il loro sguardo: la visione di due performer siciliani giovani quanto gli sfortunati protagonisti. Vale la pena menzionare anche gli spettacoli del weekend: il Lecite Visioni Queer Tour di Nina’s Drag Queens, un vero e proprio spettacolo itinerante che porterà i visitatori, dotati di apposite cuffie, in alcuni luoghi simbolo di Milano per la comunità LGBTQIA+ riflettendo sul concetto di queerness.
Catterina narra uno dei primi casi della storia di transgenderismo: quello di Catterina Vizzani nella Toscana del Settecento. Inoltre, è importante la presenza dell’artista svizzero Rudi van der Merwe, che si esibirà per la prima volta in Italia, in conclusione del festival. La sua è una performance biografica in drag accompagnata da un documentario sulla vita in Sudafrica, un Paese dal quale se ne è andato per le pesanti restrizioni alla comunità LGBTQIA+.
A proposito della tematica delle “drag queen”, l’argomento è diventato famoso presso il grande pubblico grazie a numerosi format televisivi. Come viene invece narrato in ambito teatrale?
La concezione è differente: all’interno del nostro festival la drag è un personaggio che accompagna il racconto. Si mantiene la gioiosità e l’eccessività della figura che consente, come una maschera teatrale, di affrontare tematiche anche non piacevoli ai più. Nell’edizione 2023 abbiamo tre occasioni d’incontro dedicate al tema: il tour, che ho già menzionato, con le Nina’s Drag Queens, primo gruppo teatrale italiano di drag; un laboratorio sulla costruzione dell’identità drag con Rudi van der Merwe che consente, a chi si iscrive, di esprimere un proprio lato caratteriale estremizzandolo e sentendosi finalmente libero. Infine lo spettacolo Lovers, Dogs and Rainbows, sempre di Rudi van der Merwe, che presenta al pubblico un aspetto meno gioioso, più cupo ed emotivamente diverso dell’essere drag.
Vogliamo, quindi, far conoscere questo mondo, ma da diverse prospettive, non solo quelle dello spettacolo tout court.
In questi giorni sta andando in scena a Milano la decima edizione della manifestazione, ma quali sono le sue prospettive future?
Sicuramente quest’anno abbiamo stretto importanti rapporti con associazioni e realtà milanesi che tutto l’anno si occupano di diritti LGTBQIA+. Ad esempio CIG Arcigay Milano ha contributo al Lecite Visioni Festival occupandosi di un programma per le scuole. Sono partner con cui la manifestazione e io, in prima persona, continueremo a collaborare. Importante è anche il dialogo con il MiX Festival. Reputo sia essenziale che tutte le realtà impegnate nel sostenere la comunità LGBTQIA+ lavorino insieme e si sostengano reciprocamente. A tal proposito voglio ringraziare la Libreria Antigone e Noloso per il supporto al Lecite Visioni Festival 2023. Sto già pensando all’edizione 2024, ma per il momento cerco di godermi la manifestazione in atto.
Elisabetta Roncati
https://teatrofilodrammatici.eu/festival-teatrale-lgbtq/
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