Raffaella Carrà in un musical in Spagna per i suoi 80 anni
Il 18 giugno 2023 avrebbe compiuto 80 anni e a Madrid le dedicano un musical ispirato alla sua vita. Tributo alla showgirl italiana amatissima in Spagna. E storia di emancipazione femminile

Raffaella Carrà avrebbe compiuto il 18 giugno 2023 ottant’anni e sarebbe stata senz’altro felice di sapere che pochi giorni fa, a Madrid, è stato presentato il primo musical a lei dedicato, sotto lo sguardo timido ma emozionato di Sergio Japino, compagno d’arte e di vita. Bailo Bailo è il titolo dello spettacolo teatrale che debutterà in prima assoluta il 2 di novembre nella capitale spagnola, una produzione internazionale capitanata dall’italiana Valeria Arzenton, promoter di spettacoli nel nord-est d’Italia. Lo show è diretto da un altro italiano, Federico Belloni, regista di musical, che si avvale delle coreografie di Gillian Bruce, dei costumi di Antonio Belart e degli arrangiamenti musicali di Giovanni Maria Lori.

Bailo Bailo, il musical. Photo Matteo Rovella
BAILO BAILO. IL MUSICAL SU RAFFAELLA CARRÀ
L’evento, patrocinato dall’Ambasciata d’Italia in Spagna, segna anche la riconversione a teatro del Cinema Capitol, una delle sale storiche della Gran Via, costruito nel 1933 in stile art déco. A Madrid, la Gran Via rappresenta oggi per la commedia musicale quello che Broadway è per New York e il West End per Londra. Grazie al successo di alcune produzioni, la capitale spagnola è diventata infatti la terza città al mondo per numero di musical in scena contemporaneamente, e quasi tutti concentrati nelle sale della grande arteria del centro città.
Se la produzione di Bailo Bailo è in gran parte italiana, tutto spagnolo è invece il cast, nel quale spicca la giovane Lydia Fairen nel ruolo principale. Ma italiana è la voce di Marco Martinelli, che canta il remake di Bailo Bailo. Già durante l’edizione del Festival di Sanremo del 2022, del musical fu presentata un’anticipazione sul palco dell’Ariston: il progetto teatrale nasce infatti tempo fa, quando la Raffaella nazionale era ancora viva e la Arzenton acquistò i diritti del film Explota Explota! (2020), romantica commedia musicale del regista uruguayano Nacho Álvarez, nella quale la stessa Carrà fece un cammeo.

Bailo Bailo, il musical. Photo Matteo Rovella
UNA STORIA DI EMANCIPAZIONE FEMMINILE
Contrariamene alle aspettative, però, Bailo Bailo non è un vero e proprio tributo alla figura dell’artista, pur condito dalle canzoni che hanno rappresentato la colonna sonora più popolare nell’Italia degli Anni Settanta e Ottanta; non si tratta neppure di un biopic teatrale, pensato per far conoscere al pubblico più giovane, in Spagna come in Italia, un’icona del varietà made in Italy. Belloni e Álvarez, che firmano i testi del musical – 95 minuti di durata, di cui solo una ventina riservati ai dialoghi – spiegano di essersi ispirati al mito della showgirl, ai suoi valori e ai suoi successi, per raccontare una storia di emancipazione femminile ambientata nella Spagna degli Anni Settanta, ancora immersa nel clima opprimente della dittatura; la stessa Spagna nella quale irruppero, attraverso la radio e il piccolo schermo, la musica e le immagini di Raffaella.

Bailo Bailo, il musical. Photo Matteo Rovella
IL CULTO PER RAFFAELLA CARRÀ IN SPAGNA
Il culto della Spagna per Raffaella Carrà è un fenomeno sociale trasversale che forse non ha pari nel resto d’Europa. Agli occhi degli spagnoli, la Raffa nazionale è simbolo di libertà, spontaneità e passione, particolarmente sentito soprattutto nella comunità omosessuale. La Carrà, parlava perfettamente spagnolo e fu tra i primi artisti italiani a capire l’importanza di tradurre i testi delle canzoni in castellano, portando i suoi spettacoli in tournée anche in Sudamerica. Non a caso, Madrid è stata la prima e finora unica città nel mondo a dedicare una piazza all’artista scomparsa, che in città prese casa e lavorò in tv per alcune stagioni.
Proprio per questo, sarebbe stato forse più appassionante ricreare sul palcoscenico la vera storia di Raffaella Maria Roberta Pelloni, nata a Bologna nel 1943, che già a otto anni sognava di essere una ballerina e sarebbe diventata un’autentica pioniera femminile dello show business contemporaneo. I suoi Tuca Tuca, con lo scandaloso ombelico a vista, Bailo Bailo, Furore o Tanti Auguri – come tutti suoi innumerevoli successi danzati a ritmo scatenato, e con la chioma dorata all’ingiù – entusiasmano ieri come oggi, perché legati alla sua immagine e alla sua storia personale, che non tutti, forse, conoscono davvero.
Federica Lonati
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati