Lo spettacolo dedicato ad Antigone al Teatro Antico Falerone. Andrà anche in Spagna
In un antico teatro romano nascosto nella campagna marchigiana rivive la tragedia greca in un progetto contemporaneo e internazionale che a novembre debutterà all’estero
Finché continueremo a mettere i miti su un palco, ne rimanesse anche uno solo, siamo salvi. Questa è la volta di Antigone, proponiamo un ripasso, non ce ne voglia Sofocle: è la donna che decide di dare sepoltura al fratello Polinice, pur contro la volontà e la legge di Creonte, re di Tebe, dopo che Polinice era morto assediando la città come un nemico. Scoperta, Antigone viene condannata da Creonte a vivere per sempre in una grotta, in prigione. Quando il Re decide di liberarla, tra mille dubbi, Antigone ha già scelto di morire e, da lì, lo faranno anche il suo promesso sposo, figlio del Re, e persino Euridice, la moglie.
Il mito di Antigone
Anche se Antigone è eterna, l’antichissimo teatro romano di Falerone non la teme, isolato in mezzo a una campagna di provincia che è Fermo, nelle Marche che tutti dicono di conoscere ma non così tanto, purtroppo non tanto a fondo fino alla vecchia Falerius Picenus che per una notte d’estate sfoggia ville e cimiteri del tempo come fossero ancora adolescenti. Tempo che grazie al teatro è ancora questo tempo, col primo e secondo ordine di gradinate che stanno su dall’antica Roma, non le ha scalfite la storia, l’uomo, non ci ha provato il destino. Antigone va in scena in una periferia dell’eterno e la prima nazionale tiene tutto a mente, passato e presente, e tiene già a mente il futuro per quando debutterà a novembre pure in Spagna, a Siviglia.
La rilettura del regista Anconetani e del drammaturgo Pertosa
Niente a che fare con l’originale di Sofocle, una rilettura che stacca la storia perché lei cede il posto a lui, lei assente pur incalzante da lontano: protagonista sulla scena è Creonte, i suoi sensi di colpa. “Idealmente la nostra Antigone inizia dove finisce quella di Sofocle, e abbiamo tenuto in vita soltanto lui immaginando che facesse i conti con l’enormità della sua azione”, spiega il regista Andrea Anconetani che ha prodotto il lavoro in collaborazione con la Nuovi Linguaggi di Ancona e Culturarte 41010 di Siviglia. “Abbiamo cercato una contemporaneità che facesse comprendere la posizione del Re, per una volta. È istintivo prendere le parti di Antigone, ma con Alessandro Pertosa, il drammaturgo che ha scritto il testo, abbiamo ragionato sul fatto che lui è un re e il suo agire è legato alla ragion di stato: la nostra civiltà somiglia più a Creonte che ad Antigone. L’Occidente sta sempre dalla parte di Antigone ma, nel suo profondo, è Creonte. Se così non fosse, ne andrebbe della tenuta del sistema civile. Ogni legge somiglia alla legge del Re e ogni legge ingabbia anche chi la fa”.
I due cast di Antigone: un progetto internazionale
Antigone è il mito che ci interroga sul conflitto tra il rispetto delle leggi che ci regolano le vite e il bisogno di oltrepassarle, il farne a meno, dopo duemila anni, sta lì a mostrarci che la vita non si risolve e la tragedia può farsi assoluta. “Di tutti i miti, lei vive per me nella dimensione atemporale più marcata. Tutto è nato da un progetto di ricerca datato 2020-22 attraverso un Erasmus in Spagna che, di per sé, non è legato alla stesura di questo lavoro ma ne ha fatto da detonatore. Con Andrea lavoravamo con un gruppo spagnolo a un metodo didattico e pedagogico sull’uso del teatro per l’insegnamento della storia, è scattata una bella sintonia, ne abbiamo approfittato per non perderla. Antigone ha così due cast, quello spagnolo con cui il progetto ha preso il via e quello italiano”. In Italia lei è Melania Fiore, lui è Giorgio Sebastianelli che, raggiunto a fine spettacolo, ci spiega che “da attore mi sono voluto far investire da quella che è la sua lotta contro una follia enorme, i suoi demoni, trovando così il modo di sostenere sulla scena tanto dolore e tanta ragione”.
Nel 2023, sulla cavea di cinquanta metri tra antica Grecia e antica Roma, Antigone torna a dirci che la legge del potere e quella del cuore non possono coesistere e che la vita non si risolve mai fino in fondo. In Spagna Antigone sarà Susam Galiano Perez e lui Luis Rodriguez Luna.
Finché continueremo a porci le domande dei miti da un palco, ne rimanesse anche una sola, siamo salvi.
Stefania Zolotti
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