Colazione con Shakespeare di domenica. Succede a Firenze con Perelandra Teatro
In un caffè letterario di Firenze ogni prima domenica del mese si fa colazione ascoltando passi celebri tratti dai capolavori shakespeariani: un appuntamento insolito e coinvolgente ideato con una formula importata da Edimburgo
C‘è chi la fa dolce, chi salata, chi la salta, chi abbonda: gli attori di Perelandra Teatro la fanno con Shakespeare ogni prima domenica del mese fino a dicembre. Siamo a Firenze, da queste parti dicono Oltrarno – i fiorentini rigorosi Diladdarno, caricando sulla doppia – a intendere la zona che sta oltre il fiume che fa da confine, sulla sponda sinistra. La formula è liberamente ispirata a Shakespeare for Breakfast, da anni appuntamento immancabile durante il Fringe Festival di Edimburgo: i testi, però, sono originali, basati fedelmente sui personaggi e sulle storie del poeta inglese a cui il tratto toscano aggiunge un sottofondo ironico, dissacrante, cinico, spassoso.
Così si svolge la colazione shakespeariana
Il Perelandra Teatro porta in scena Shakespeare dal 2016 tra colazioni e sceneggiature. A ospitarli in questo periodo è il Conventino, un caffè letterario che non perde un giorno per ricordare alla città che per campare bene ci servono la cultura, l’arte e pure l’artigianato. L’atto III, scena prima di Amleto, parte proprio dal chiostro sotto un cielo blu cobalto e un sole amico che a ottobre può averli mandati solo Shakespeare: mentre la colazione è ancora nel vivo, arrivano le prime voci fuori campo. Sono Francesco Barilli col teschio in mano, Marco Bianchini ancora in mutande e Verdiana Maria Dolce che rapisce subito per energia. Il teschio, va detto, è solo l’occasione per sfatare un errore che tramandiamo da secoli di letteratura ogni volta che lo associamo al noto soliloquio: al contrario Amleto lo tiene in mano in un’altra scena dell’opera, quando scopre il teschio del buffone di corte Yorick.
Solitamente a teatro il pubblico sta seduto, passivo, gli viene proprio chiesto di stare quasi immobile: stavolta, invece, è attivo e non perché gli attori facciano domande ma perché lo invitano ogni tanto ad alzarsi per seguire i vari atti in scena: dal chiostro ai piani superiori del Conventino fino alla scalinata finale. Al termine i quattro attori aspettano le persone una dopo l’altra in fondo alle scale per stringere la mano a tutti: è una tradizione inglese per dirsi grazie.
Chi sono e cosa fanno gli artefici di Perelandra Teatro
La mente del Perelandra è Chiara Macinai, attrice e regista, oltre che presidente della omonima associazione culturale. In scena c’è ovviamente anche lei, si muove tra voce e corpo con una leggerezza che si fa notare e non è un ossimoro, è una forma di grazia. “Siamo nati nel 2004 e abbiamo scelto di fare un teatro fuori dai luoghi canonici. Certo abbiamo calcato anche scene e palchi tradizionali ma da qualche anno andiamo in giardini, parchi, boschi, chiostri dove allestire le nostre idee. Siamo una compagnia che cerca di mettersi in contatto coi luoghi e con le persone. A noi piace pensare di avere non una sede fisica ma mentale. Ogni tanto amiamo essere anche un po’ didascalici, spiegare quello che accade proprio per avvicinare il pubblico ai testi e ai contesti, senza togliere niente alla forza letteraria e scenica”. È così: i loro inserti non spiegano per rubare l’attenzione ma per arricchire l’emozione. Colpisce anche che in alcuni passaggi invertano generi, sessi, con uomini che fanno donne e viceversa. Nell’arco di un’ora passano Amleto, Romeo e Giulietta, La bisbetica domata, Pene d’amor perdute, Otello, La dodicesima notte, Macbeth.
In una domenica mattina l’arte si mescola col latte, il caffè, tè freddo per chi sente ancora l’estate addosso, brioche, profondità teatrali, costumi e velluti, crostate, tragedie, risate. Di getto mi appunto una frase: “l’ironia non può far presa su un’anima in agonia”, c’è tutto Shakespeare in una riga. I luoghi del Perelandra Teatro sono ogni volta diversi, anche i copioni non sono mai uguali sennò che noia, come dicono loro stessi.
Mangiare teatro a colazione è l’unica esperienza della tavola che non fa ingrassare pur rendendo felici, anche di più. A chi dice che il teatro costa troppo, diladdarno rispondono con un prezzo alla portata di chiunque: 15 euro colazione compresa.
A novembre vanno in scena il primo, anche se non sarà domenica. Si può scegliere sempre tra due orari, alle 10 per i mattinieri, alle 11 per chi nel letto si gioca già tutti i suoi dubbi amletici: scendere o non scendere? Scendete, ne vale proprio la pena.
Stefania Zolotti
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