A Milano lo spettacolo sulla storia dello stilista Jean Paul Gaultier
Libero e modaiolo, lo spettacolo pensato da Jean Paul Gaultier è certo autocelebrativo ma divertente e a tratti kitsch. Partendo dall’infanzia dello stilista per arrivare agli inizi della sua carriera e al primo grande amore
“Eccentrica, scandalosa, provocatoria, esuberante e divertente”: così viene descritta la creazione dello stilista Jean Paul Gaultier, il Fashion Freak Show in scena al TAM Teatro Arcimboldi di Milano fino al 24 marzo 2024, prodotto in associazione con TS3 (A Fimalac Entertainment Company), RGM Productions e Avex Entertainment, e presentato in Italia da All Entertainment srl e MAS Music, Arts & Show. Tutto vero, come dimostra lo stesso show fin dal 2019, quando ha debuttato alle Folies Bergère di Parigi, diventando poi tournée mondiale per raccontare la storia di Gaultier, tra infanzia e età adulta, alti e bassi, contornati da una celebrazione coloratissima della queerness e della libertà di esprimersi, anche attraverso gli abiti.
I costumi del Fashion Freak Show di Jean Paul Gaultier
Sono proprio i costumi la base dello spettacolo. La storia trattata è importante perché è quella del fashion designer, a partire da quando un bambino solitario e timido sognava di fare il couturier grazie all’operato di Pierre Cardin, per cui ha poi lavorato, e al film Falbalas visto sul televisore della nonna, fino a quando ha sfilato per la prima volta nel 1976. Incluso il momento in cui è morto il suo primo grande amore a causa dell’AIDS. Ma questo percorso a ritroso viene compiuto da Gaultier, che è creatore, autore, regista e costumista, anche attraverso gli abiti indossati da ballerini e cantanti. Così, in un clima nostalgico ma estremamente attuale, ritornano alcuni suoi capi simbolici, riadattati in vista della performance: la maglia marinière a righe blu e bianche, i corsetti, gli abiti in tulle e i famosissimi reggiseni a cono, quelli indossati da Madonna, “un’americana che si veste bene”, per il Blonde Ambition World Tour dopo che lo stilista si propose di vestirla affinché non copiasse più i suoi corsetti.
Tutti i dettagli sul Fashion Freak Show di Jean Paul Gaultier
Il Fashion Freak Show è, quindi, un’autocelebrazione ma anche un omaggio a coloro che lo hanno ispirato nel cinema (Pedro Almodovar, Luc Besson), nella musica (Madonna, Kylie Minogue, Mylène Farmer) e nella danza (Régine Chopinot, Angelin Preljocaj). Sullo sfondo un gigantesco videowall su cui si alternano alcuni sostenitori e amici di lunga data: Rossy de Palma interpreta la maestra del giovane e sognante Gaultier, mentre Catherine Deneuve legge i nomi che Jean Paul diede alle creazioni di una sua sfilata di moda maschile tenutasi all’inizio degli Anni Novanta. Che si percepiscono, come gli Ottanta e anche qualche altro anno prima, dalla song list composta da Le Freak, I Want Your Sex, Express Yourself, Supermodel (you Better Work), Vogue e Sweet Dreams. Alcune pure cantate dal vivo, ma forse sarebbe stato meglio far risuonare nel teatro quelle originali, oppure calibrare meglio il volume della base delle canzoni. Il risultato è comunque uno spettacolo pop e divertente nel suo tentativo di ricordare e al contempo ritrarre la contemporaneità queer, con qualche piccola imperfezione tecnica ma con l’autenticità di cui gode solo chi è a contatto con gente vera o, perlomeno, ne è interessato. Allora viva Jean Paul Gaultier, eclettico, instancabile e ancora un valido esempio di cosa significa essere uno stilista anticonvenzionale; per questo meritevole di essere festeggiato durante un breve (due ore circa) esercizio di storia della moda e anche delle discoteche d’altri tempi.
Giulio Solfrizzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati