Perle nascoste: alla scoperta del Teatro Fabbrica dell’Esperienza a Milano
A Milano, dietro a una porta su strada, si nasconde uno spazio dedicato alla creazione dell’arte e all’esercizio del pensiero
A pochi passi dai Navigli, in una zona che brulica di attività e laboratori creativi, la Fabbrica dell’Esperienza è un posto che bisogna scoprire e frequentare. L’esterno si presenta con tre vetrate su strada e un ingresso di color rosso acceso. I vetri sono oscurati da drappi posizionati all’interno, simili a quelli da palcoscenico, che non lasciano intravedere niente. Sulla porta sono appese locandine, inviti, eventi. Il nome sull’insegna, Teatro Fabbrica dell’Esperienza, preannuncia un mondo da esplorare.
Si tratta di un’associazione culturale nata nel 2012 con la volontà di istituire un polo di alta formazione nel campo del teatro e del cinema, ma ora è una “Casa dell’Arte” a tutto tondo, “un’oasi di beni immateriali, dove si coltivano bellezza e cultura”, come si trova scritto sul sito.
Entrando nello spazio, un loft con grandi finestroni al piano terra di Via Brioschi 60, si incontra un ambiente particolarmente grande e quasi surreale. I soffitti hanno le travi a vista, sono altissimi, e l’arredamento è molto ricco: sedie, tessuti, tavoli, piante, quadri, suppellettili, libri, il tutto in un connubio di passato e presente che sa di vita vissuta, ma anche di nuove opportunità.
Un teatro ma non solo
A completare l’ambiente, una sala teatrale con palcoscenico e posti a sedere. Sotto la direzione di Irina Casali – erede artistica di Renzo Casali – la Fabbrica dell’Esperienza ospita infatti la prima scuola italiana accreditata all’insegnamento della Meisner Technique, una tecnica molto stimata negli Stati Uniti, consistente in esercizi che distolgono l’attenzione dell’attore da se stesso e la portano al di fuori, in una posizione di ascolto e di contatto con il momento presente, basandosi sull’assunto che chi non sa ascoltare, non sa recitare.
Tuttavia, questo spazio non si accontenta di essere un punto di riferimento per attori e registi, ma si impone come un vero e proprio centro di ricerca e di creazione artistica indipendente perché “promuove l’amore per l’arte come esperienza trasformativa”.
Qui operano i Salti Teatrali – il gruppo di Ricerca Sperimentale nell’ambito del Teatro e delle sue Interazioni con le Arti Espressive fondato da Alessandro Zatta – e Dora Dorizzi che si occupa dell’area pedagogica organizzando laboratori creativi per bambini e adolescenti. Inoltre, la Fabbrica ospita spettacoli, laboratori di scrittura, masterclass, concerti, mostre, presentazioni di libri e seminari. Insomma, il teatro coinvolge e convoca anche tutte le altre discipline, che a gran voce rispondono.
Il sodalizio tra filosofia e arte
Una delle locandine all’ingresso introduce SAFFO – Sperimentazioni artistiche fuori orbita, una serie di appuntamenti arrivata ormai alla sua VIII edizione che prevede momenti di scambio e approfondimento su tematiche care al mondo dell’arte. Quest’anno le dissertazioni si svolgono intorno al tema Energia e forma, i principi della creazione – un’indagine sulle condizioni di possibilità e la riuscita del processo creativo, dunque la creazione artistica, il taglio nella tela, il principio-arte come stile di vita, l’infanzia come principio creativo, la felicità dello spettatore… Questi sono solo alcuni degli argomenti affrontati su un palco dove intervengono docenti di Estetica, di Filosofia Teoretica o Logica, così come attori, registi, psicoanalisti, antropologi e scrittori. In questa sede si prova a sciogliere le tante questioni aperte dal mondo dell’arte e i pensieri incamerati vengono poi trasformati in libri editi da Jaca Book. A conclusione di questi incontri, un piccolo simposio, un momento conviviale al quale ognuno contribuisce portando qualcosa da mangiare. Pensare, in effetti, è più facile se si è a pancia piena.
Alice Marchesini
https://www.fabbricaesperienza.it
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