A Vicenza torna per la 77esima volta il Ciclo di Spettacoli Classici. All’insegna della tragedia greca
L’Oresteia di Theodoros Terzopoulos, fra i protagonisti assoluti della scena teatrale internazionale, ha aperto l’edizione 2024 della storica rassegna vicentina, la prima con la direzione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli. Ecco com’è andata
Il 77° Ciclo di Spettacoli Classici è stato inaugurato il 20 settembre al Teatro Olimpico di Vicenza con l’Oresteia creata dal regista greco Theodoros Terzopoulos, maestro ideatore di un linguaggio scenico potente, allo stesso tempo arcaico e innegabilmente contemporaneo. Dopo il debutto estivo al Festival di Atene ed Epidauro, lo spettacolo ha aperto con una prestigiosa prima nazionale un cartellone costruito intorno al tema del “coro” e punteggiato da altre prime, come l’attesissimo nuovo lavoro del regista Alessandro Serra, e appuntamenti eterogenei fra teatro e musica.
L’Oresteia di Theodoros Terzopoulos al Teatro Olimpico di Vicenza
È dichiaratamente “politica” la lettura che della trilogia di Eschilo – Agamennone, Coefore ed Eumenidi – offre il regista (ma anche drammaturgo, scenografo, costumista, creatore delle luci) Theodoros Terzopoulos che, scansando le diffuse letture psicanalitiche, ritorna all’originaria funzione del teatro greco, luogo privilegiato in cui la società ateniese si rifletteva, mettendosi in discussione e ponendo le basi di un possibile percorso di cambiamento. Una lettura segnalata dalla centralità attribuita al coro – venti giovani e bravissimi performer – corpo coeso che, respirando all’unisono, è costante presenza sulla scena circolare montata davanti alla monumentale scenografia “naturale” dell’Olimpico di Vicenza. Terzopoulos evidenzia fin dall’esordio il male, la sete di sangue insita in una comunità umana geneticamente incapace di pensare collettivamente: i coltelli branditi dai coreuti, i lenzuoli macchiati di sangue che circondano la scena. La violenza; l’istinto di conservazione individuale che, benché mascherato da scaltrezza intellettuale ovvero da sentimenti “naturali” quali quello materno, prevale sul bene della polis; la presunta obbligatorietà della vendetta: questa la realtà descritta dalla trilogia dell’Orestea, che si conclude con la presa del potere da parte degli dei “nuovi”, di cui è epitome Atena, la saggia dea nata dalla testa di Zeus e non da carnali viscere di donna.
L’Oresteia di Theodoros Terzopoulos. La figura di Atena
Atena è colei che, in Eumenidi, è portatrice della democrazia, di un nuovo ordine apparentemente non più fondato sugli interessi del singolo bensì su quelli della collettività, del demos. Ed è qui che Terzopoulos svela l’inedita eppure stringente conclusione della riflessione sottesa al proprio spettacolo, tre ore e mezza – senza intervallo – trascorse in costante e pur razionalmente empatica tensione. Le affermazioni della statuaria e dorata Atene sono accompagnate da ghigni sinistri, implacabili echi di elicotteri, fino al sipario finale – un’immagine che, come molte di questa Oresteia, possente e implacabile, rigorosa e umanamente generosa, rimarrà nella memoria degli spettatori. Pilade, amico-complice del matricida Oreste, avvolto in un lenzuolo macchiato di sangue, assordato dai suoni delle contemporanee violenze: guerre, speculazioni finanziarie, l’”esportazione” autoritaria di una democrazia che, in verità, mai è stata democratica. Certo gli antichi dei della vendetta non portavano che morte ma, ci dice Terzopoulos, siamo certi che quelli nuovi, eleganti e “puliti”, siano meno sanguinari?
Il filo rosso del 77° Ciclo di Spettacoli Classici
Al loro debutto alla direzione artistica della storica rassegna, Ermanna Montanari e Marco Martinelli, fondatori del Teatro delle Albe e di Ravenna Teatro, hanno scelto quale filo rosso dell’edizione 2024 il tema/immagine del coro, inteso, spiegano i due, “come radice fondante del teatro: nella parola ‘coro’ i greci vedevano lo stretto intarsio tra parola, musica e danza, un’alchimia che rivela ancora oggi tutta la sua necessità ardente, moltiplicandosi nel nodo vita-scena del nostro contemporaneo agire. Al tempo stesso il coro è, fin dalle origini, lo specchio disvelante della polis: era composto, nell’Atene del V secolo, da migliaia di cittadini che non si limitavano a fare da ‘spettatori’, ma si ponevano quali interlocutori-artefici, misurandosi sulla scena insieme agli artisti dell’epoca, da Eschilo ad Aristofane. In questo senso il coro è sempre un gesto ‘politico’, oltre che poetico.”
Gli artisti in scena al 77° Ciclo di Spettacoli Classici a Vicenza
La rassegna, dopo l’inaugurazione del 20 settembre, prosegue fino al 20 ottobre in vari spazi della città veneta – oltre al Teatro Olimpico, la Basilica Palladiana, il Teatro Astra e la Biblioteca Bertoliana – con altri otto spettacoli, tre “chiamate pubbliche” e incontri di approfondimento, di cui saranno protagonisti artisti quali Alessandro Serra, Evelina Rosselli, Serena Sinigaglia, Giovanni Lindo Ferretti, Francesco Giomi, Abdullah Miniawy, Ndox Electrique, Serena Abrami e Enrico Vitali, Mariangela Gualtieri, Danio Manfredini, Francesca Morello aka R.Y.F, Mara Redeghieri, Daniela Pes e gli stessi direttori artistici, Ermanna Montanari e Marco Martinelli. Da non perdere la prima assoluta de Il canto di Edipo, il nuovo spettacolo del pluripremiato regista, ma anche scenografo e drammaturgo, Alessandro Serra; e il debutto della nuova creazione del cantautore e scrittore Giovanni Lindo Ferretti, intitolata moltitudine in cadenza, percuotendo e da lui stessa descritta quale “Un antico palcoscenico in ardita prospettiva urbana…echi biblici…ritualità in forma di teatro…”. Montanari e Martinelli, infine, coinvolgeranno la variegata comunità vicentina in tre “chiamate pubbliche”, ovvero inviti a creare insieme a partire da un’opera e/o un autore “classici” per tentare di comprendere meglio la contemporaneità.
Il 77° Ciclo di Spettacoli Classici è un progetto del Comune di Vicenza, in collaborazione con l’Accademia Olimpica e la Biblioteca civica Bertoliana, con il sostegno della Regione del Veneto, il coordinamento artistico del Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia e il coordinamento generale della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.
Laura Bevione
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