Ecco come sarà la stagione teatrale 2024 di Triennale Milano: il programma
Una perturbante creazione site-specific del coreografo Marcos Morau inaugura la stagione 2024 di Triennale Milano Teatro, con appuntamenti di danza, teatro e performing art fino a dicembr
Legacy. 50 anni di teatro è il titolo della stagione invernale di Triennale Teatro, a Milano, inaugurata l’8 ottobre dallo spettacolo site specific Totentanz. Morgen ist die Frage creato dal coreografo catalano Marcos Morau, recentemente nominato artista associato dell’ente per il triennio 2025-27. Il suo lavoro, dislocato in vari spazi dell’edificio della Triennale, è stato il primo di una serie di appuntamenti che, fino al 17 dicembre, avranno come protagonisti quegli artisti – Annamaria Ajmone, Daria Deflorian, Michele Di Stefano, Alessandro Sciarroni e Antonio Tagliarini – con i quali nel triennio 2022-2024 Triennale Milano Teatro ha sviluppato una stretta collaborazione produttiva con il condiviso obiettivo di ampliare i confini della ricerca artistica. Finalità che, fin dalla nascita, nel 1974, di CRT-Centro di Ricerca per il Teatro, grazie alla volontà di Sisto Dalla Palma, ha contraddistinto l’azione di questa realtà: una vocazione alla sperimentazione transdisciplinare e al confronto con l’estero, confermata anche quando, nel 2017, CRT è divenuto, con la direzione artistica di Umberto Angelini, Triennale Teatro.
Totentanz. Morgen ist die Frage: lo spettacolo inaugurale d Marcos Morau
Coreografo e regista, visionario fondatore della compagnia di danza La Veronal, Marcos Morau ha trasformato alcuni spazi di Triennale Milano – l’atrio, la scalinata, i corridoi del piano superiore, il salone d’onore – in un micro-universo oscuro e atemporale, un aldilà frutto di un’inquietante e inquieta rielaborazione contemporanea dell’immaginario medievale. L’ispirazione per Totentanz. Morgen ist die Frage deriva proprio dall’antico motivo iconografico della danse macabre, in cui convivevano uomini e scheletri, i viventi e la morte che, inevitabile ma non implacabile, incombe sull’umanità. Ecco, dunque, i lunghi abiti neri dei tre danzatori, epitomi allo stesso tempo arcaiche e contemporanee della morte, e le tre figure femminili (due anziane-bambole assai realistiche e una danzatrice, tutte con una lunga camicia da notte bianca, lo stesso colore dei capelli). Fumi, intenso odore d’incenso, oscurità immergono il pubblico in una dimensione liminare, in cui mondano e ultraterreno si toccano e s’interrogano reciprocamente. Morau, tuttavia, non si limita a ricostruire un immaginario iconografico suggestivo ma immerge la riflessione che lo sottintendeva – la morte quale “naturale” e, in una visione cristiana, anelato, esito della vita terrena – in un contesto contemporaneo. Operazione compiuta non solo esteriormente – le proiezioni nella parte finale della creazione, prima con la grafica in bianco e nero e poi con un incalzante montaggio di immagini di “morte” tratte dalla nostra conflittuale attualità mondiale –, bensì concettualmente, grazie a un’implicita eppure chiara dichiarazione della sostanziale incapacità della nostra società di accettare la morte. Il meccanicismo del ciclo vita-morte – il pianto di neonati che a tratti irrompe – pare inviso a un’umanità che, da una parte ha raggiunto un’aspettativa di vita lunghissima; ma, dall’altra, questa stessa possibilità non sa sfruttare, non riuscendo a fare a meno di giocare pericolosamente con l’autodistruzione.
Gli appuntamenti di danza contemporanea a Triennale Milano
Alcuni fra i coreografi più interessanti del panorama italiano saranno i protagonisti del cartellone invernale di Triennale Milano. Si inizia, il 18 ottobre con Michele Di Stefano, che presenterà in prima nazionale la nuova produzione realizzata con la sua compagnia MK, PANORAMIC BANANA. Album degli abitanti del nuovo mondo, una visione futuribile di un mondo in cui il disordine è la regola e l’ambiente si fa torbido e pulsante. Ci saranno, poi, Annamaria Ajmone che, con la performer Veza Fernandez, è autrice e interprete di I pianti e i lamenti dei pesci fossili; e Alessandro Sciarroni con il suo ultimo lavoro, U. (un canto), in cui l’artista marchigiano indaga da una prospettiva inedita il canto e i cori.
Gli appuntamenti di teatro a Triennale Milano
Il primo titolo di teatro in cartellone è La foresta trabocca, spettacolo con cui il performer, autore e regista Antonio Tagliarini conclude il proprio biennale progetto di ricerca sviluppato a partire dall’omonimo romanzo della giovane scrittrice giapponese Maru Ayase in collaborazione con la poetessa e performer Gaia Ginevra Giorgi. Ci sarà poi, dopo il debutto a Bologna, l’adattamento teatrale del romanzo della neo premio Nobel Han Kang, La vegetariana, realizzato dalla regista e interprete Daria Deflorian. A concludere la stagione teatrale, La Visita, quarta e ultima tappa del progetto formativo ideato da Romeo Castellucci, Grand Invité di Triennale Milano per il quadriennio 2021 –2024, e realizzato insieme alla filosofa, performer e coreografa Silvia Rampelli.
Parallelo al cartellone degli spettacoli, è da segnalare un fitto programma di incontri, workshop e masterclass, di cui saranno protagonisti gli artisti in scena.
Laura Bevione
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