A Milano uno spettacolo teatrale sul mondo dell’alta moda 

Il Teatro Strehler di Milano ha ospitato la prima nazionale di Lacrima, lo spettacolo della regista francese Caroline Guiela Nguyen incentrato sulla realizzazione del sontuoso abito da sposa della principessa d’Inghilterra…

Caroline Guiela Nguyen, regista francese di origini vietnamita-indiana-algerina, direttrice del Teatro nazionale di Strasburgo (TnS) e artista associata del Piccolo di Milano, ha portato sul palcoscenico del teatro Strehler il suo ultimo spettacolo, Lacrima. Al centro del lavoro, il prezioso abito da sposa per le prossime nozze della principessa d’Inghilterra, nucleo dal quale si dipanano drammatiche storie personali e ironiche riflessioni sul mondo dell’haute couture e sulla sopravvivenza di istituti, quale la monarchia, divenuti oramai anacronistici in una contemporaneità fluida e tormentata. 

Di cosa parla lo spettacolo “Lacrima” 

Parigi, Alençon e Mumbai – ma anche Londra e l’Australia – sono i luoghi in cui si svolge la vicenda ideata, scritta e portata in scena da Caroline Guiela Nguyen. Siamo già nel 2025 e la principessa d’Inghilterra – personaggio di fantasia, non identificabile con nessun membro dell’attuale casa reale – sceglie uno spavaldo stilista e la prestigiosa maison parigina con cui questi collabora affinché realizzino il proprio abito da sposa, che sarà arricchito da un preziosissimo velo conservato niente di meno che al Victoria and Albert Museum e che dovrà essere però restaurato. Operazione delicatissima che viene affidata alle merlettaie di Alençon, località che vanta un’antichissima tradizione in questa arte. Ma non basta, lo stilista e la principessa decidono che lo stesso disegno del velo dovrà essere ricamato sull’abito: ecco, dunque, l’ingaggio di un laboratorio di Mumbai, perché i ricamatori indiani – tutti uomini musulmani – sono i migliori al mondo e, non a caso, lavorano per le principali case di moda europee. L’azione dello spettacolo, dunque, si sposta costantemente fra questi tre luoghi, intrecciando alle vicende legate alla tormentata realizzazione del principesco abito da sposa, le vite dei personaggi coinvolti: le violenze subite dal marito da parte della direttrice della casa di moda, il silenzio sulla malattia della sorella di una delle merlettatrici, il lavoro prolungato fino alla cecità del ricamatore indiano, preoccupato di assicurare alla figlia un futuro migliore. Cornice di questa triplice trama, il protocollo di corte che plasma non solo la vita della principessa, ma innesca cambiamenti irreparabili in quella degli altri personaggi coinvolti… 

Caroline Guiela Nguyen, Lacrima, 2024
Caroline Guiela Nguyen, Lacrima, 2024

Com’è costruito lo spettacolo “Lacrima” 

Un’unica scena per tutte le tre ore – senza intervallo – dello spettacolo: il palcoscenico è suddiviso, non rigidamente però ma con una fluida compenetrazione dei vari spazi, nei vari luoghi in cui si svolge l’azione e uno schermo posto in alto su un lato del palcoscenico permette di vedere in primo piano quanto avviene. La regista, infatti, adotta una modalità di messinscena di fattura cinematografica, applicando il principio dello split screen, procedimento che consente di mostrare contemporaneamente situazioni diverse. Un espediente che consente non solo di mostrare videochiamate fra i diversi stati e continenti, ma di proiettare i soprattitoli, necessari soprattutto per le parti recitate in lingua tamil e in LIS – molte delle merlettaie di Alançon, per tradizione plurisecolare, erano persone sorde. Caroline Guiela Nguyen è abile, dunque, nel forgiare una modalità di messinscena che, pur rimanendo squisitamente teatrale, non nasconde la propria ascendenza cinematografica e narrativa. Natura, quest’ultima, evidente non soltanto per il massiccio ricorso a videocamere le cui immagini vengono proiettate in tempo reale sullo schermo ma per la costruzione stessa dello spettacolo, impiantato su una struttura circolare e dal ritmo impeccabilmente serrato. La regista, insomma, riesce a portare sul palcoscenico una storia avvincente come una serie tv – non è un caso l’entusiasmo dei molti giovani in sala – a cui la pulsante fisicità del teatro dona una potenziata capacità di coinvolgimento empatico da parte del pubblico. 

Caroline Guiela Nguyen, Lacrima, 2024
Caroline Guiela Nguyen, Lacrima, 2024

I temi e il significato di “Lacrima” 

Uno spettacolo che intreccia trame e luoghi diversi, così come svariati personaggi, alcuni interpretati da uno stesso attore, un’esigenza economica quest’ultima che, nondimeno, complica drammaturgicamente il senso del lavoro. Una pluralità che riflette l’eterogeneità dei temi trattati: dalle questioni di politica e di economia internazionale – i meccanismi perversi dell’altra moda – alla rigidità del protocollo di corte; dalla violenza domestica allo sfruttamento lavorativo. Ma, aldilà dell’indubbia denuncia di meccanismi internazionali perversi, ciò che davvero colpisce del lavoro di Caroline Guiela Nguyen è la capacità di indagare i moti più intimi dell’animo umano, quelli all’origine delle “lacrime” nascoste fra le pieghe di un abito da sposa ovvero fra gli strettissimi punti di un ricamo. Universale e singolare, pubblico e privato si riflettono così l’uno nell’altro, offrendo al pubblico uno specchio nel quale riconoscersi e, magari, imparare a perdonare e a perdonarsi… 

Laura Bevione 

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Laura Bevione

Laura Bevione

Laura Bevione è dottore di ricerca in Storia dello Spettacolo. Insegnante di Lettere e giornalista pubblicista, è da molti anni critico teatrale. Ha progettato e condotto incontri di formazione teatrale rivolti al pubblico. Ha curato il volume “Una storia. Dal…

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