Teatro e danza: gli spettacoli da vedere a gennaio 2025
Gennaio segna il debutto di nuove interessanti produzioni, anche internazionali, e l’avvio di un paio di eclettiche rassegne, fra danza contemporanea e performance art
La drammaturgia contemporanea è protagonista con la prima versione italiana di un testo dell’autrice scozzese Zinnie Smith, apprezzata per la sua scrittura ironica e caustica; e con la messinscena dell’originale ritratto che la drammaturga Magdalena Barile ha dedicato a una “collezionista”, ispirata alla più estrosa e generosa mecenate del secolo scorso, ovvero Peggy Guggenheim. E un artista, il ceramista austriaco Martin Kunze, è al centro di Memory of Mankind, spettacolo creato dal regista e drammaturgo svedese Marcus Lindeen insieme alla drammaturga francese Marianne Ségol. Un’autrice italiana, Angela Dematté, ha invece riletto in chiave contemporanea un classico quale Il malato immaginario di Molière; mentre a Roma passato e futuro prossimo della danza contemporanea animano il cartellone della stagione 2025 del Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita Spellbound. E, sempre nella capitale, si inaugura il Public Program di FOROF, con cinque performance pensate e realizzate attorno alla mostra dei Gelitin/Gelatin.
Come trattenere il respiro – Teatro Nazionale – Genova
Una donna fa l’amore con uno sconosciuto per poi scoprire che si tratta di un demone che la sfida a riconsiderare con più attenzione le logiche che muovono il mondo occidentale. Da qui parte l’esplosivo testo della drammaturga scozzese Zinnie Harris, abilmente tradotto da Monica Capuani, che debutta alla Sala Mercato di Genova il 7 gennaio per poi spostarsi, dal 15 al 19, alle Officine Creative Reggiane di Reggio Emilia. Una sorta di Faust contemporaneo al femminile, diretto da Marco Plini e interpretato dagli affiati attori della compagnia reggiana MaMiMò, che incarnano al meglio le situazioni visionarie e amaramente ironiche ideate da Zinnie Harris che, spiega il regista, costruisce un’efficace metafora “sull’esistenza moderna, sulla finzione in cui viviamo, la finzione della civilizzazione e del controllo sulla propria vita, la finzione della bontà”.
La collezionista – Teatro dell’Elfo – Milano
Dal 9 gennaio e fino al 2 febbraio il Teatro dell’Elfo di Milano – produttore insieme ad A.M.A. Factory – ospita La collezionista, progetto nato da un’idea dell’attrice Ida Marinelli, protagonista dello spettacolo, e concretizzata nel testo scritto da Magdalena Barile e nella regia di Marco Lorenzi. A ispirare il lavoro la figura di Peggy Guggenheim ma anche quella di un’altra raffinata e appassionata collezionista d’arte, la milanese Luisa Casati Stampa che, come la prima, visse a Palazzo Venier dei Leoni a Venezia. Dall’inventiva crasi di queste due donne è nata la “Marchesa” che, circondata da un sussiegoso assistente e da due artisti, abita un palazzo-museo spoglio, alla ricerca di quel talento che rivivifichi in lei l’amore per l’arte. Uno spettacolo che racconta il tramonto, forse, di un’epoca e si dispone ad assistere a una nuova alba, non solo per l’arte…
Il malato immaginario – Teatro Sociale – Brescia
Debutta il 14 gennaio al Teatro Sociale di Brescia e sarà poi in tournée per tutto il mese l’adattamento che da un classico di Molière hanno tratto la drammaturga Angela Dematté e il regista Andrea Chiodi. Lo spettacolo, i cui principali interpreti sono Tindaro Granata e Lucia Lavia, rilegge in chiave contemporanea, allo stesso tempo onirica e divertente, l’ossessione del protagonista Argante, ovvero quell’ipocondria che Molière riconosceva anche in sé stesso. Una “malattia” che, pur diversamente declinata, affligge ancora l’umanità, come riflette Angela Dematté: “Mi sembra che tutta l’auto finzione in cui tutti noi esseri umani stiamo cadendo da qualche tempo, tutto questo nostro rappresentarci continuamente nei nostri malanni più intimi, sia molto simile alla malattia di Argante/Molière. Cerchiamo disperatamente qualcuno che ci accudisca, compatisca, perfino che ci derida o che ci odi o che ci definisca dei falliti: cerchiamo un qualsiasi sguardo genitoriale che ci permetta di esistere. Quello di Argante/Molière è un ultimo, disperato sforzo”.
Memory of Mankind – Piccolo Teatro – Milano
Nel 2012, in una miniera di sale austriaca, il ceramista Martin Kunze realizzò La memoria dell’umanità, una collezione di tavolette di ceramica su cui incise vari testi e immagini, con l’obiettivo di fare una sorta di back up della civiltà umana. Da qui parte l’omonimo spettacolo – Memory of Mankind – ideato dall’autore e regista svedese Marcus Lindeen in collaborazione con la drammaturga francese Marianne Ségol e coprodotto dal Piccolo Teatro di Milano, che lo ospita al Teatro Studio Melato dal 15 al 18 gennaio. Nel lavoro teatrale la creazione di Kunze è intrecciata e integrata con altre storie – un uomo la cui memoria si resetta completamente a intervalli regolari e che riesce a riacquistare ogni volta i ricordi grazie alla moglie scrittrice; un archeologo queer, che vorrebbe falsificare il passato per restituire un ruolo agli esclusi dalla Storia – allo scopo di indagare la relazione fra memoria e oblio, necessità di ricordare e salvifico dimenticare.
In Levare – Stagione Danza 2025 Orbita Spellbound – Roma
Sarà il nuovo spettacolo del coreografo Enzo Cosimi, Venere vs Adone, a inaugurare il 10 gennaio la Stagione Danza 2025 del Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita Spellbound, con la direzione artistica di Valentina Marini. Fino al 20 maggio vari spazi della capitale – Teatro Palladium, Teatro Biblioteca Quarticciolo e Spazio Rossellini – ospiteranno un cartellone composito che ospita, accanto ad artisti e compagnie protagonisti assoluti della storia recente della danza contemporanea italiana – oltre al succitato Cosimi, Abbondanza/ Bertoni, Roberto Castello, Michele Di Stefano, Michela Lucenti –, nomi di rilievo dello scenario attuale quale Chiara Bersani, e talentuosi esponenti della nuova generazione, come Luna Cenere, Valentina Dal Mas, Michael Incarbone, Giovanfrancesco Giannini, Fabio Novembrini Roberta Racis, Roberto Tedesco, Piergiorgio Milano. Non mancano, poi, gli artisti internazionali: Charlie Prince dal Libano, Akira Yoshida & Lali Ayguadè dalla Spagna e Daniel Ben Ami da Israele. Una stagione che Valentina Marini ho voluto, programmaticamente, In Levare, affinché sia “un invito a immaginare insieme un mondo adagiato su note incerte e tremolanti; una gentile sospensione dai giudizi affrettati, un lento planare sulle questioni di oggi, per impregnare la carne degli odori della contraddizione e non rifuggire il tempo necessario alla cura, al desiderio, a lenire la sconfitta. In Levare però è anche ribellarsi, tumultuare contro le ingiustizie, levarsi a rumore insieme, ma con la leggiadria di un vento caldo, al levar del sole.”
Public Program – FOROF – Roma
FOROF, realtà romana fondata nel 2022 da Giovanna Caruso Fendi, inaugura il 24 gennaio il suo Public Program, curato da Bartolomeo Pietromarchi e articolato in cinque diversi episodi-eventi finalizzati ad attivare in modo dinamico la mostra site-specific Nimbus Limbus Omnibus del collettivo viennese Gelitin/Gelatin. Le cinque performance, concepite e realizzate da artisti di diversa provenienza, hanno come obiettivo quello di amplificare e di far vivere appieno il tema centrale del progetto espositivo, ovvero le libertà. Tre dei cinque episodi previsti dal Public Program, che si distenderà fino alla fine di giugno, sono altrettanti interventi inediti degli stessi Gelitin/Gelatin, cui si aggiungono una performance del duo artistico (LU.PA), composto da Lulù Nuti e Pamela Pintus, e una dell’artista spagnola Aitana Cordero. L’intento è stimolare un dialogo profondo e coinvolgente tra l’arte, lo spazio e il pubblico, invitando ciascun visitatore a essere protagonista attivo, immergendosi in nuove prospettive di riflessione e partecipazione.
Laura Bevione
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